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"Ei Josh come va con Tara?" Dissi conoscendo perfettamente la mia migliore amica e sapendo che non era una ragazza troppo tranquilla.

"Bene, ha organizzato una giornata di paracadutismo" disse lui e scoppiai a ridere.

"É malata di adrenalina Josh, sarà dura stare al suo passo" scherzai facendolo ridere.

"Me ne sono accorto" disse quando ricevemmo una chiamata e ci preparammo per uscire dalla caserma.

Qualche ora più tardi quando finì il turno mi diressi al bar, salutai alcuni colleghi e poi mi sedetti al bancone.

"Il solito?" Mi disse Fred da dietro il bancone, annuì e subito dopo una birra arrivò davanti a me.

"Giornataccia?" Mi chiese Fred con un sorriso.

"Non più del solito" risposi facendolo ridere. Lui tornó a servire altri clienti e io appogiai i gomiti al bancone cercando di rilassarmi un pó.

"Posso?" Mi sentí dire alle spalle, mi voltai e ritrovai due occhi azzurri. La guardai confusa e annuí.
"Mi ha accompagnato Tara" disse come per giustificarsi e voltandomi la vidi insieme a Josh a ridere di qualcosa "Volevo avere l'occasione per ringraziarti" aggiunse facendomi riportare lo sguardo a lei.

"Non serve" dissi non riuscendo a staccare i miei occhi dai suoi.

"Ma voglio" disse prima che Fred arrivó da noi chiedendoci che volevamo.
"Altre due, grazie" la osservai nei suoi modi gentili e delicati e quando le due birre arrivarono le afferrammo e guardandoci negli occhi li facemmo scontrare. Lei spostó lo sguardo poco dopo e io cercai di ritrovare le capacità verbali per iniziare almeno una conversazione.

"Ti va una partita a freccette?" Mi ritrovai a dire per stemperare l'imbarazzo tra noi. Lei annuí e ci spostammo.

"Facciamo pompieri contro medici?" Disse Tara avvicinandosi a noi con Josh.

"Se volete perdere va bene" dissi divertita, Tara era molto competitiva, ma a freccette non aveva speranze e così una freccetta dopo l'altra iniziammo a ridere e a scherzare.

"Andiamo a mangiare qualcosa" propose Josh dopo un pó, ci ritrovammo ad annuire ed uscimmo così dal locale. Josh e Tara camminavano mano nella mano scambiandosi baci, mentre io e Sarah eravamo fianco a fianco a camminare in silenzio.

"Hai freddo?" Le chiesi notando che si strofinava le braccia come per scaldarsi.

"No tranquilla tanto siamo quasi arrivate" ma non le diedi retta e mi sfilai la giacca mettendogliela sopra le spalle, ritrovandomi così davanti a lei e ai suoi occhi azzurri. Per una frazione di secondo scesi a guardarle le labbra, ma mi riscossi dai miei pensieri e mi spostai tornando a camminare. Cavolo dovevo smetterla di fissarla in quel modo o mi avrebbe presa per una psicopatica.
Fortunatamente arrivammo davanti al ristorante e una volta entrati e aver ordinato ci mettemmo a chiacchierare, o meglio era Tara portava avanti le conversazioni. Come le dicevo sempre 'a te piace troppo il suono della tua voce' e ogni volta rideva dicendo che la sua voce era troppo sensuale per tenerla nascosta, inutile dire che scoppiavo sempre a ridere.

"Che ne dite?" Domandó Tara, io scossi la testa come per tornare al presente.

"Eh?" Chiesi non avendo sentito neanche una parola.

"Volete venire con noi a fare paracadutismo?"

"Davvero hai intenzione di andare fino in fondo?" Le chiesi divertita ci aveva già provato due volte, ma ogni volta aveva rinunciato rimanendo così nell'elicottere.

"Certo" fece lei convinta facendoci ridere, poi l'attenzione andó su Sarah.

"Io non lo so, non ho mai provato e non ne sarei neanche capace e poi non so se ne avrei il coraggio" ammise con timidezza e dolcezza.

"Allora è un si?" Disse Tara prima di gioire felice battendo le mani e subito dopo le nostre ordinazioni arrivarono.

Dopo cena tornammo verso il bar a riprendere le nostre auto.

"Jackie ti dispiacerebbe accompagnare Sarah a casa?" Mi domandò la mia migliore amica, annuì guardando poi Sarah che sembrava in imbarazzo. Dopodiché ci salutammo e Tara mi fece una faccia maliziosa che valeva più di mille parole. Avevo capito il suo gioco, scossi la testa salutandola e poi invitare Sarah entrare in auto.

"Grazie" disse lei quando anch'io salí al suo fianco e misi in moto " la nuova auto ancora non arriva" aggiunse.

"Tranquilla" dissi per rassicurarla.

"Allora l'idea del paracadutismo?" Feci dopo un pó, mi voltai un secondo a guardarla e poi tornai con lo sguardo sulla strada.

"Soffro di vertigini quindi questo potrebbe essere un modo per superare la paura" ammise lei. Mi fermai ad un semaforo e mi voltai. Aveva il viso che guardava le ginocchia e non so perché le presi il mento per portare il suo sguardo su di me.

"Non devi vergognarti delle tue paure" le mormorai guardandola negli occhi, così azzurri da far impallidire il cielo. Rimanemmo così finché il tizio dietro di me suonó il clacson per farmi muovere spezzando così quel momento.
Il resto del viaggio lo passammo in silenzio, ma non era più imbarazzante come prima. La riaccompagnai a casa e dopo un soluto lei entrò nel suo appartamento e io tornai nel mio.

Aspettavo Solo TeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora