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"É il terzo incendio doloso in due settimane" dissi al mio capitano entrando nel suo ufficio.

"Lo so Walker" fece lui da dietro la sua scrivania. "Dove vuoi arrivare?" Taglió corto.

"É stato usato lo stesso accellerante, sono tre incendi che sembrano avere esattamente la stessa mano" dissi dando voce a quel pensiero che mi girava nella testa da giorni.

"Walker sei sicura di quello che dici?"

"Capitano, mi conosce e sa che quando dico una cosa è perché ne sono certa" dissi sicura di me. Facevo ormai questo lavoro da parecchi anni e sapevo riconoscere un piromane.

"Dovremmo informare il capitano Anderson" disse parlando del capitano del distretto di polizia.
"Ora torna a lavoro, ti chiamerò appena ho novità" annuì uscendo.

"Allora che dice?" Fece Ryan appena mi vide uscire dall'ufficio.

"Deve parlare con Anderson" dissi, c'era un piromane in giro e ci perdavamo nella burocrazia. Ryan capí l'antifona e non aggiunse altro conoscendomi abbastanza bene da sapere che in quel momento volevo essere lasciata in pace.
Dopodiché tornai a lavoro e quando finí il turno tornai a casa per una doccia e poi uscì diretta verso casa di Sarah, per il nostro primo appuntamento ufficiale. Liberai la mente dai pensieri del lavoro e mi ripromisi di pensare solo a Sarah, cosa al quanto semplice, perché appena la vidi uscire dal suo appartamento il resto scomparve.

"Sei bellissima" dissi senza rendermene conto facendola arrossire, poi le aprì lo sportello per farla salire in auto e io dopo di lei.

"Allora Jackie, dove mi porti?" Mi disse dopo che fui partita.

"Avevo pensato ad una cena in un ristorante un pó fuori città, dopodiché una sorpresa" le spiegai guardandola con la coda dell'occhio.

"Ora mi hai incuriosita peró" disse facendomi ridere, passammo il viaggio in auto parlando della sua giornata e una volta arrivate al ristorante cercai di conoscerla di più. Mi parló della sua famiglia, dei suoi due cani che per motivi di lavoro aveva dovuto lasciare ai suoi genitori e dei suoi due fratelli, più grandi di lei. Ascoltarla era un piacere per me, e guardare i suoi occhi ancora di più. Poi arrivó la fatidica domanda sulla mia famiglia, sentì il mio corpo irrigidirsi, non ero solita raccontare la mia storia.

"É complicato" le dissi, perché era davvero complicato.

"Scusami non volevo essere invadente" disse lei mortificata.

"Non sei invadente" le dissi mettendole una mano sulla sua e puntando gli occhi nei suoi " e che è una storia triste e non voglio rovinare il nostro appuntamento" ammisi.

"Quando vorrai sarò qui ad ascoltarti" fece lei con dolcezza. Annuí e le sorrisi.

"Ora sarà meglio ripartire o faremo tardi"

"Tardi per cosa?" La guardai e ridendo le dissi "Lei dottoressa è molto curiosa" rise e poi aver pagato, non senza discutere con Sarah, tornammo in auto. Venti minuti più tardi parcheggiai l'auto, scesi, andai ad aprire a Sarah e prendendola per mano, un gesto che mi usci in modo naturale, mi incamminai con lei entrando nell'ossevatoria. Passai per la biglietteria mostrando il cellulare dato che avevo fatto i biglietti on-line e poi entrammo nella grande sala prendendo posto su due poltroncine nelle ultime file.
Guardai Sarah con un sorriso mentre si guardava intorno curiosa, poi arrivó un'astrofico che ci spiegó come si sarebbe svolta la spiegazione e le luci si spensero. Eravamo quasi sdraiate sulle poltroncine quando sul soffitto apparvero immagini di stelle e galassie,mentre il ragazzo parlava delle stelle affascinandoci ad ogni parola.
Ad un certo punto sentí la mano di Sarah sfiorare la mia sul bracciolo della poltrona e mi voltai a guardarla e lei fece lo stesso. I suoi occhi azzurrí erano meglio di tutte quelle stelle, pensai prima di spostare la mano per intrecciarla con la sua e stavolta fu lei a sorprendemi perché me la strinse come per far intrecciare le dita al meglio tra loro. E con il sorriso sulle labbra tornammo ad ascoltare la spiegazione.

Un'oretta più tardi riuscimmo tornando verso l'auto.

"É stato davvero bellissimo" continuava a dire Sarah.

"Si, non credevo esistessero così tante stelle" dissi sentendomi istruita dopo quelle spiegazioni.

"Prego signorina" dissi aprendole lo sportello dell'auto per farla salire. Lei rise e salí a bordo e io subito dopo di lei.

Il viaggio di ritorno lo passammo a parlare dell'esperienza appena fatta all'Osservatorio e senza accorgermene ero arrivata davanti casa sua.

"É volato il tempo" dissi spegnendo l'auto.

"Hai ragione" misi entrambe le mani sul volante posando la testa su di esso e guardai Sarah.

"É troppo presto per richiederti un'altra appuntamento?" Lei chiesi accennando un sorriso quasi speranzoso.

"Di solito di aspetta almeno il terzo giorno" disse facendomi ridere.

"Lo so, ma ci ho messo troppo tempo per chiederti il primo quindi preferisco anticiparmi" lei rise.
"Qiuindi se accetto il prossimo, accetteresti anche il terzo e il quarto in anteprima?" Scherzai con lei che continuava a ridere.

"Ma se dico di sì poi saró costretta ad uscire con te anche se nel caso andasse male?" Aveva un buon senso dell'umorismo pensai.

"Si sa che nelle offerti prendi due e paghi uno c'è sempre la fregatura" lei a quel punto scoppiò a ridere sempre più divertita.

"Allora non mi tocca che approfittare dei saldi di fine stagione" e ora fui io a ridere più forte.

"Perfetto allora" poi le risate scemarono e scesi dall'auto, e una che Sarah fu al mio fianco la accompagnai fin davanti il portone.

"Allora buonanotte e grazie per aver accettato questo e i prossimi quattro appuntamenti"

"Non ne erano tre?" Puntalizzó lei facendomi ridere.

"Lapsus, colpa mia"

"Grazie a te per la serata, sono stata davvero bene" ed ecco che tornava ad essere timida.

"Anch'io"

"Buonanotre Jackie, vai piano"

"Buonanotte Sarah" poi lei si avvicinó posando le sue labbra sulla mia guancia e lasciandoci un bacio dolce. La guardai entrare fino a sparire e poi tornai a casa.

Aspettavo Solo TeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora