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SARAH

"Un'altra unità di zero positivo" dissi all'infermiera in sala operatoria.

"I segnali vitali stanno scendendo" osservai il monitor e poi tornai a guardare dentro l'addome del paziente.

"Dov'è quella maledetta emorragia" borbotto Tara avanti a me mentre cercavamo la fonte dell'emorragia.

"Trovata" dissi " suturo" aggiunsi prendendo ago e filo che mi passó la ferrista.

"Fitz vuoi chiudere tu?" Disse Tara alla specializzanda che era con noi in sala operatoria quel giorno. Annuì con un luccichio negli occhi, ricordando anch'io le mie prime chiusure ai tempi della specializzazione. Sorrisi guardando la ragazza prendere il posto di Tara.

Una volta finito uscì dalla sala operatoria con Tara al mio fianco.

"Per un attimo l'ho vista brutta" fece lei.

"Si anch'io" le risposi premendo poi il pulsante dell'ascensore.

"Caffè?"

"Magari" dissi facendola ridere.

Arrivammo in caffetteria e incrociammo la dottoressa Adams.

"Buongiorno" ci salutò con un sorriso.

"Buongiorno" rispondemmo io e Tara. Scambiammo qualche frase prima che lei andó in reparto e noi in caffetteria.

"Ma uscite insieme?" Se ne riuscí Tara senza giri di parole. Penso che il mio viso diventó rosso peperone mentre afferravo il caffè.
Tara era una persona molto schietta ed era la tipa che non te le mandava a dire le cose.

"Siamo uscite qualche volta" mi ritrovai a dire ancora imbarazzata, era inutile mentire. Lei mi scrutó con i suoi occhi scuri e poi prese posto in un tavolo.
"Qualcosa non va?" Domandai notando che non diceva più nulla.

"Cosa? Nono sono solo sorpresa"

"Perché?" Chiesi confusa.

"No così, credevo che ti piacessero altre tipi di donne" fece lei rendendomi ancora più confusa.

"In che senso?" Chiesi curiosa. Lei mi guardó e poi rise.
"Ma niente, cosí, impressione" disse, la guardai poco convinta e poi annuí.

Dopodiché quando finimmo i nostri caffè tornammo a lavoro, ma per tutto il giorno la frase di Tara mi aleggió nella mente. Si forse Sierra, la dottoressa Adams, non era il solito tipo di donna con cui uscivo, ma quando mi aveva invitato la prima volta ad uscire non ho trovato motivi per dirle di no. Era simpatica ed intelligente. E poi appena mi ero trasferita in questo ospedale 8 mesi fa, lei era stata sempre gentile e disponibile. Nel turbine dei miei pensieri arrivai in pronto soccorso pronta per rimettermi a lavoro.

"Dottoressa può visitare il paziente al letto 4?" Mi domandó la capo infermiere appena mi vide, mi passó la cartella e mi apprestai a visitare la donna.

"Thomas scusami, porteresti a signora a fare una tac?" Dissi all'infermiere accanto a me, lui annuí.
"Dopo portami i risultati, grazie" detto questo tornai in accettazione per lasciare la cartella e spostando lo sguardo vidi Josh in divisa, segno che stava ancora lavorando.

"Ciao Josh, come mai qui?" Chiesi al ragazzo che si voltó guardandomi con un sorriso. Josh era davvero un bravo ragazzo per quelle poche volte che lo avevo visto con Tara e da quello che lei mi raccontava.

"É per Jackie" disse lui.

"Perché che è successo?" Dissi notando una preoccupazione forte crescere dentro di me.

"Stavamo uscendo da un palazzo quando uno scoppio di una tubatura l'ha scaraventata a terra" disse perdendo il sorriso e mettedo un'espressione preoccupata in viso. Mi salí una sorta d'ansia, non conoscevo Jackie benissimo, ma saperla ferita mi rendeva nervosa.

"Vado a vedere" dissi poi chiedendo il quale stanza trauma fosse. A quel punto entrai vidi la dottoressa Adams e il dottor Porter visitare Jackie, che era coperta di polvere e fuliggine.

"Com'è la situazione?" Dissi subito appena mi ripresi a quella vista. Presi ad ascoltare i due medici e poi mi avvicinai a Jackie. I nostri occhi si incontrarono, le sorrisi in modo rassicurante e tirai fuori la luce dalla tasca.

"Segui la luce" le dissi iniziando a visitarla. Era sveglia ed era un buon segno. Lei seguì la luce e vidi che andava tutto bene. Provó a togliersi la mascherina dell'ossigeno ma misi la mano sulla sua bloccandola.
"Hai aspirato del fumo non puoi toglierla" le dissi, la mia mano ancora nella sua e i suoi occhi nei miei che mi guardavano in modo intenso. In quel momento qualcuno entró quasi di cosa.

"Jackie?" E riconobbi la voce di Tara che in un attimo fu al mio fianco.
"Ci pensiamo noi" disse Tara in modo sbrigativo ai due dottori in stanza, che si guardarono tra loro confusi ma uscirono.

"Tu vuoi farmi venire un infarto" disse Tara alla sua amica abituata sicuramente a queste situazione.

"Ora ti portiamo a fare una tac" dissi io dopo un pó che mi ero consultata con Tara.

Mi ritrovai sola con Jackie andando a fare la tac, mentre Tara era andata nel laboratorio analisi per tamponarli e avere le risposte degli esami velocemente.

"C'è proprio bisogno della tac?" Fece Jackie dopo un pó.

"Si Jackie"

"Ma sto bene" continuò lei.

"Ma hai battuto la testa" le ricordai, era incredibile quella ragazza pensai.

"Si ma sto bene, sicuramente c'è chi sta peggio" a quel punto sorrisi.

"Non ti piacciono proprio gli ospedali eh?" Le dissi facendola sorridere.

"Dici?" Disse lei sarcastica.

"Dico, dico" dopodiché quando la sala si liberó entrai con Jackie, la quale sotto il mio sguardo si spostó sopra il lettino della tac.

"Vado oltre il vetro tu cerca di non muoverti"

"Agli ordini dottoressa" disse lei facendomi ridere. Presi posto accanto al tecnico e poi premetti l'interfono per farmi sentire da Jackie.

"Ora iniziamo" l'avvisai e poco dopo il macchinario prese a fare il suo lavoro.
Osservai le immagini prendere forma sui diversi schermi, li guardai attentamente e quando il macchinario si fermó tornai nella stanza dove era Jackie.

"Qual è il responso?" Fece lei con una faccia che mi fece ridere.

"Lieve commozione, ma nulla di grave, quindi il riposo è d'obbligo" le dissi.

"Riposo?" Disse lei inarcando le sopraciglie.

"Si riposo quindi picchetto ed estintore dovranno aspettare per qualche giorno"

"É possibile sentire un altro parere?" Disse prendendomi in giro e facendomi ridere.

"Sei impossibile" mi ritrovai a dire ridendo quando la portai in una stanza in reparto.
"E stanotte rimarrai qui sotto osservazione" aggiunsi poi notando come muoveva la testa per dire no, e poco dopo arrivó Tara che senza mezzi termini le disse di stare zitta e di fare quello che le dicevamo.

Aspettavo Solo TeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora