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"Vuoi inaugurarla tu la casa?" Domandai a Sarah passandole un martello per rompere le pareti.
Qualche giorno dopo aver fatto vedere la casa a Sarah avevamo firmato tutti i documenti per acquistarla e ora eravamo qui nel nostro giorno libero per dare il via alla ristrutturazione.

"Ma quanto pesa" fece lei prendendo la mazza in mano e facendomi ridere.
"E non ridere" aggiunse facendomi ridere ancora di più.
Afferrai gli occhiali protettivi e glieli misi in viso poi mi piazzai dietro di lei afferrando la mazza nelle sue mani e dammo il primo colpo insieme.

"É come un anti stress" fece lei quando facemmo un buco alla parete ridendo presi l'altra mazza colpendo il muro con più forza.

"Hai proprio ragione" le dissi e in quel momento arrivarono Ryan, John, Teddy e Josh i quali mi avrebbero aiutato insieme ovviamente alla ditta del cugino di Teddy.

"Arrivano i rinforzi" urló Josh.

"Questo posto è un disastro" fece Teddy facendomi ridere e facendo ridere anche Sarah. Poco dopo arrivó anche Tara che si guardó intorno non sapendo dove poggiarsi e ci mettemmo a lavoro. Sarah r Tara si occuparono di cose più tranquille mentre io con i ragazzi prendemmo a rompere muri, piastrelle e tutto quello che non sarebbe stato possibile recuperare.

Diverse ore più tardi ci ritrovammo tutti fuori in giardino dove Sarah e Tara avevano improvvisato una sorta di tavola con del cibo e delle bevande. La guardai ridere con Teddy e Ryan e non potevo che amarla sempre di più.

SARAH

"Come procede la ristrutturazione?" Mi domandó Tara durante il turno in ospedale.
Da quando avevamo comprato la casa era passato circa un mese e dovevo dire che prendeva sempre più forma.

"Bene, Jackie praticamente è sempre lí" le dissi facendola ridere.

"Si è fatta cosi" fece lei firmando dei moduli "sta facendo la stessa cosa che suo padre fece a sua madre" quando si rese conto di quello che aveva detto rialzó lo sguardo su di me.

"In che senso?" Dissi confusa e curiosa a quel punto.

"Ma niente" disse poi come per rimangiarsi quello che aveva detto. Ma continuai a guardarla.
"E va bene, ma non dirle niente ok?" Annuí e aspettai che continuasse.
"Il padre di Jackie costruí la casa dove è cresciuta dalle fondamenta, partendo davvero dal niente, voleva costruire una casa per la madre, farla come lei la desiderava... quella casa è stato il simbolo dell'amore che lui provava per lei e infatti poco dopo nacque Jackie" mi spiegó lei "è per questo che secondo me tutti gli appartamenti che avete visto non la convincevano, forse era proprio questo che cercava" sorrisi ripensando a quel giorno in cui Jackie mi portò in quella casa e a tutto il progetto che aveva pensato nel giro di poche ore, ma non riuscimmo a continuare la conversazione che fummo chiamate a lavoro.

Quando finì il turno erano ormai quasi le 11, Jackie mi aveva detto che dopo il lavoro sarebbe andata a lavorare un pó in casa e sapevo che nonostante l'ora lei fosse ancora lí.
Mi fermai a comprare qualcosa in un camioncino in strada e mi diressi direttamente lì. Era a metà strada tra ospedale e caserma, perfetto per noi. Parcheggiai notando la macchina di Jackie e mi apprestai ad entrare. La trovai sopra la scala mentre scartavetrava la parete dove avremmo posizionato il caminetto, più la guardavo e più era instancabile, più volte le avevo detto che potevamo far fare il lavoro a qualcuno, ma ci teneva ad essere lei ad occuparsene e dopo quello che mi aveva raccontato Tara ne capì il motivo.

"Sai potresti aprirti una ditta edilizia tutta tua lo sai?" Lei si voltó con un bellissimo sorriso sul viso appena mi vide.

"E tu qui?" Mi chiese lei scendendo dalla scala e venendo verso di me.

"Ho pensato avessi fame" le dissi sventolando la busta ridendo.

"Tu si che sai come far cadere una donna ai tuoi piedi" disse facendomi scoppiare a ridere prima che si lanció sulle mie labbra. Poi si staccó e mi guardó ridendo.
"Ti ho impolverato un pó" disse poi iniziando a scrollarsi come i cani per togliersi la polvere di dosso e farmi ridere sempre di più.
"Mi lavo le mani e sono tutta tua" disse andando nel bagno ancora da sistemare ma almeno l'acqua funzionava.
Mi guardai intorno cercando un punto dove poter mangiare quando sentí le braccia di Jackie avvolgermi in un abbraccio da dietro e subito il mio cuore iniziò a correre.
"Mi sei mancata oggi" mi sussurrò all'orecchio facendomi rabbrividire.

"Anche tu" mormorai godendomi il suo abbraccio, poi prese a camminare rimanendo alle mie spalle.

"Sediamoci qui" disse indicando le scale.
"Devo attrezzarmi meglio la prossima volta per mangiare in un tavolo pulito" aggiunse facendomi ridere, poi ci sedemmo sulle scale e tirai fuori due panini.

"Comunque i miei ci hanno invitato domenica a pranzo" le dissi, poi la guardai fare un morso gigante facendomi ridere.
"Jackie" la richiamai, lei alzó lo sguardo con mezzo panino in bocca e un'espressione buffa in viso.
Disse qualcosa di incomprensibile a bocca piena facendo aumentare le mie risate.
Dopo aver finito di mangiare mi alzai a buttare le carte mentre Jackie prendeva a spegnere le luci.

"Non vedo l'ora di vivere qui" le dissi prima di uscire, lei mise le mani sui miei fianchi avvicinandosi a me e guardandomi negli occhi.

"Manca poco te lo prometto" mi disse facendomi venire il batticuore per l'intensità delle sue parole e del suo sguardo.

Aspettavo Solo TeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora