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Jackie

"Bastaaaaaa" disse Tara stoppando il tapis roulant.

"Sei tu che sei voluta venire con me" le dissi continuando a correre.

"Si ma non per morirci dentro una palestra" risi guardandola scendere con gambe vacillanti e afferrare la bottiglietta d'acqua. Poco dopo anch'io stoppai la corsa e la raggiunsi sedendomi accanto a lei che mi passava la bottiglietta.

"Quindi stasera finalmente uscirai con Josh" le dissi guardandola.

"Si sempre che non ci sia qualche emergenza o prenda fuoco qualche casa" disse sarcastica, avevano rinviato l'appuntamento 5 volte fino ad ora.

"Copro io il suo turno, quindi da parte sua puoi stare tranquilla" le dissi.

"Davvero? Dio quanto ti amo" fece lei esaltata abbracciandomi.

"Anche un po meno va bene" dissi ridendo.

Un'oretta più tardi quando finimmo l'allenamento e ci cambiammo ci ritrovammo fuori la palestra.

"Comunque l'appuntamento al buio con quella ragazza che ti ha proposto Ryan?"

"Non voglio parlarne" dissi ricordando quella sera con un brivido.

"É andata tanto male?" Fece lei curiosa come al solito.

"All'inizio no, anzi, non era neanche male"

"Ma" mi incitó lei a continuare.

"Ma ha una strana fissa per i gatti, ha passato la serata a farmi vedere milioni di foto dei suoi gatti, ne ha sei a casa" le raccontai "Sai che amo gli animali, ma oltre alla mia allergia per i gatti passare la serata a guardare foto solo di gatti non è il massimo della libido" lei mi guardó e poi scoppiò a ridere sempre più divertita.

"Comunque ora sarà meglio che vada a prepararmi" disse quando si calma dalle risate.

"Ma mancano ancora 5 ore" le feci presente.

"Si ma per essere così ci vuole il suo tempo" la guardai ridendo e scuotendo la testa e dopo un ciao separammo.

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"Ryan sono di sotto, qual è la camera?" Dissi al mio amico a telefono.
"Arrivo" dissi mettendo giù la telefonata e chiamare l'ascensore. Al din entrai, guardai la porta richiursi e poi sentire qualcuno di bloccarlo, infilai la mano in mezzo riaprendole e una dottoressa Stone tutta trafelata entró. Ci scrutando per diversi secondi.

"Che piano?" Domandai subito dopo.

"Terzo, grazie" premetti e l'ascensore partí. Non so perché ma quando ero con lei non sapevo mai di cosa parlare e neanche lei faceva niente per dire qualcosa, ma continuai a guardarla di sottecchi. L'ascensore si fermó e un paziente in sedia a rotelle scortato da un infermiere salirono. Arrivammo al secondo piano e i due uscirono lasciandoci di nuovo sole.
Notai anche lei lanciarmi degli sguardi, ma appena vedeva che la guardavo spostava lo sguardo. Nascosi il sorriso e una volta arrivati al terzo piano uscimmo.

"Allora buon lavoro" dissi come per salutarla, lei mi lanció un sorriso timido e un grazie uscì dalle sue labbra. Poi si voltó, la seguì con lo sguardo fino a perderla di vista.

"Ma guarda Jackie che si infatua delle belle dottoresse" mi sentí dire alle spalle da Ryan che mi guardava con lo sguardo malizioso.

"Ma smettila" dissi dandogli una leggera spinta facendo aumentare così la sua risata.

"Dov'è la mia figlioccia" dissi entrando in stanza e trovando la figlia di Ryan a letto con una flebo al braccio. Mi avvicinai abbracciandola e dandogli l'orsacchiotto che le avevo comprato.
Si era sentita male la sera prima e subito l'avevano portata al pronto soccorso, per fortuna non era nulla di grave, mi aveva spiegato Ryan.

Rimasi lì ancora un pó dopodiché tornai a casa e poco dopo fu ora di tornare a lavoro.

Aspettavo Solo TeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora