SARAH
Era passata una settimana da quando Jackie era arrivata in fin di vita in ospedale. Tom ci aveva raccontato tutto, e la polizia aveva arrestato quell'uomo, era ancora in ospedale, ma era sorvegliato ed ammanettato.
Jackie aveva superato la prima notte senza complicazioni dall'intervento, ma solo una volta che si sarà svegliata avremmo saputo le sue condizioni."Prenditi una pausa" mi disse Tara entrando nella stanza. Ero seduta sulla poltrona davanti il letto di Jackie, non so perché, ma non potevo farne a meno.
"Tranquilla, sto bene"
"Se ci sono novità ti chiamo subito, ormai se qui da una settimana, torna a casa a riposarti" la guardai, aveva ragione.
"Anche tu dovresti"
"Ma io sono tornata a casa stanotte" mi disse lei.
"D'accordo, vado" dissi alzandomi, mi avvicinai a Jackie guardandola dormire. Non so perché aveva deciso di lasciarmi e vederla anche così mi faceva stare peggio.
Alla fine tornai a casa, mi feci una doccia e mi sdraiai un pó sul letto, mentre continuavo a rimuginare.JACKIE
"Dove sono?" Provai a dire, ma uscí solo un rantolo senza senso. Portai le mani sul viso. Che roba è? Dissi togliendomi un filo dal viso, poi riconobbi l'ossigeno. Sono in ospedale? Guardai fuori dalla finestra, era buio. Provai a sollevarmi e sentí un dolore acuto all'addome. Che diavolo? Abbassai la coperta e vidi che indossavo il camice dell'ospedale. Che cosa è successo? E poi mi ricordai di lui. Tirai fuori le gambe dal letto e con dolore e fatica mi misi seduta. Devo trovarlo. Poggiai i piedi a terra e mi alzai, ma non avevo le forze e caddí a terrà.
"Jackie, che stai facendo?" É davvero lei? Mi domandai. E poi eccola lí.
"Mi serve aiuto" disse fermando qualcuno, poi sentí delle braccia aiutarmi ad alzare e rimettermi a letto.
"Cosa credevi di fare?" Non l'avevo mai sentito quel tono arrabbiato, pensai. Cosa ti aspetti? Le hai spezzato il cuore cretina."Jackie? Sei sveglia?" La voce di Tara mi fece voltare verso di lei.
"Finalemente" disse."Dottoressa credo che le si siano riaperti i punti" disse l'infermiera quando notammo del sangue sul mio camice.
"Controlliamo" disse Tara.
"Hai bisogno di una mano?" Le domandó Sarah, avevo notato come a malapena mi guardava.
"No tranquilla, vai pure" disse Tara. La guardai sparire dietro la porto e sospirai.
"Cosa ti aspettavi?" Disse Tara prendendo a medicarmi e poi farmi una visita. Io non risposi.
"Comunque lo hanno arrestato""Dov'è?"
"Jackie sei quasi morta, lo hanno arrestato è questo quello che importa"
"Voglio sapere dov'è?" Dissi invece io decisa.
"Ammanettato in un letto, ma te lo dico per favore Jackie, lascia perdere" Alzai lo sguardo e vidi le sue lacrime.
"Scusami" mormorai stringendole la mano. Rimanemmo così per un pó, in silenzio dopodiché mi riaddormentai.
Passai alcuni giorni così, tra visite dei colleghi, esami clinici e dormite. Guardavo costantemente fuori la porta, sperando di scorgere Sarah, ma da quel giorno in cui mi ero svegliata, non l'avevo più rivista.
Una notte quando riuscí a stare in piedi abbastanza, mi decisi di andare di soppiatto nella sua stanza. Avevo bisogno di risposte. Guardai il lungo corridoio, nessuna infermiera nei dintorni, così lentamente mi apprestai ad uscire dal mio reparto e andare verso l'ascensore. Mi trascinai reggendomi al muro e una volta arrivata al quarto piano mi incamminai verso la stanza che avevo saputo dalle voci delle infermiere in corridoio. Vidi due agenti sorvegliare il reparto. Provai ad avvicinarmi lentamente, facendo finta di dover andare nella mia camera e poi sentí la voce di Sarah provenire da quella stanza."Allora dottoressa, come sto?" Un moto di rabbia creebbe dentro di me, come si permetteva a parlarle con quel tono.
"Per tua sfortuna bene" sentí la voce di Sarah e lui ridere come divertito.
"E la nostra eroina come sta?" Sentí come sbattere qualcosa su una superficie.
"Non ammanettata in un letto" lui rispose qualcosa ma non capí cosa "Sai sei stato fortunato che lei abbia dei sani principi, ci fosse stato qualcun altro al suo posto ora non saresti qui" rimasi colpita dalle sue parole.
"Sei solo un vigliacco che accende incendi e poi si nasconde lontano e non ti azzardare mai più a parlare di lei in quel modo perché a volte i principi di una persona posso vacillare... sai si potrebbero confondere le flebo o fare un iniezione sbagliata""Mi stai per caso minacciando?"
"Io? No, sto solo controllando come sta il mio paziente" disse lei con un tono gelido, quasi non la riconobbi. Appena sentí dei passi mi allontanai da lì per non farmi vedere da lei e quando non fu più a portata di occhi entrai nella stanza.
"Ed eccola l'eroina del momento" mi disse con un tono di sufficienza. Lo osservai, cercava di sembrare un duro, ma ormai non aveva più via di scampo. Non avrebbe più fatto del male a nessuno.
"Mi devi una risposta alla mia domanda" dissi andando dritta al punto. Ero stanca di assecondare i suoi giochetti mentali.
"Per essere in arresto devo dire che la polizia non sa fare affatto il suo lavoro"
"Rispondi alla mia domanda" rimasi ferma nella mia posizione.
"Sai, non hai una bella cera"
"Sai cosa? Me ne vado" dissi, avevo già perso troppo per quella persona lí. Mi voltai pronta ad andarmene.
"Aspetta" mi voltai "risponderò alla tua domanda se rispondi alla mia"
"Sentiamo"
"Perché non mi hai lasciato lí? Potevi scappare e io sarei morto... perché lo hai fatto" lo guardai, per un secondo, un brevissimo secondo ci avevo pensato.
"Perché non sono un'assassina, non lascerei mai morire qualcuno se posso aiutare" risposi.
"È stato un incidente, non dovevate essere in casa quella sera"
"Che vuoi dire?"
"Tuo padre lavorava come avvocato del mio ex socio e con le sue cause mi ha portato via tutto" lo guardai, aveva fatto davvero una cosa del genere per vendicarsi?
"Volevo solo fargli provare com'era quando ti portano via la casa, non dovevano essere lí" lo guardai sempre più sconcertata. Ho inseguito quest'uomo per anni? Ho sprecato la mia vita per questo? Ho allontanato la donna della mia vita per colpa sua?
Feci un passo indietro avvicinandomi sempre più alla porta, dovevo allontanarmi da quel tipo."Cosa stai facendo qui?" Mi voltai trovando un agente di polizia.
"Ho sbagliato stanza" ma ero sconvolta. Vidi una figura arrivare con una sedia a rotelle dove mi sedetti e mi lasciai trascinare lungo il corridoio.
"Stai bene?" Che bel suono, pensai sentendo quella voce.
"Credo che so per vomitare" dissi invece io. Lei fu veloce, afferró una bacinella in un carrello li vicino e me lo avvicinó mentre rimettevo anche l'anima. La ferita sull'addome inizió a farmi malissimo e non so cosa successe nei minuti successivi. So solo che mi ritrovai in camera mia, con le luci spente e Tara seduta a guardarmi.
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Aspettavo Solo Te
RomanceJackie è un vigile del fuoco, ha un passato segnato da un trauma ma è sempre con il sorriso pronta ad aiutare il prossimo, poi c'è Sarah, un chirurgo, trasferitasi in quella enorme città da pochi mesi. Cosa succede quando Jackie e Sarah si incontran...