ATTIMO - SAJOLIE

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ATTENZIONE CONTENUTI FORTI ED ESPLICITI

Buona lettura :*

Il cuore di Sarah batte forte mentre entra nell'ufficio scarsamente illuminato, l'odore del costoso profumo di Angela la travolge. Cerca di ricomporsi, aggiustando la gonna corta e raddrizzando la postura. Ha solo 22 anni, ma gli anni di lavoro lì hanno inciso linee di stress e stanchezza sul suo volto altrimenti giovanile.

Angela è seduta dietro la sua opulenta scrivania, il contrasto netto del suo vestito scarlatto riflettendosi sul legno lucido. Tamburella un'unghia perfettamente curata contro il registro rilegato in pelle davanti a lei, il suono echeggia nella stanza. I suoi occhi freddi come il ghiaccio, affilati come coltelli, scrutano le righe di numeri del registro con uno sguardo critico. Alza lo sguardo, e per un momento la sua espressione quasi si addolcisce vedendo Sarah. Ma rapidamente si trasforma in un cipiglio: "Sei in ritardo", dice con una voce che è un ringhio gutturale: "E i tuoi guadagni sono di nuovo in calo." Indica la sedia di fronte a lei. "Vieni, siediti. Discutiamo della tua... performance."

Sarah deglutisce a fatica, sentendo il peso di quegli occhi freddi su di lei. Si siede, il velluto soffice le sembra una trappola sotto di lei. Si stringe le mani in grembo, le nocche sbiancano: "Lo so, Angel-ehm, sì, Angela." balbetta. "È solo che i clienti non sono stati così... generosi ultimamente." Sente il calore che le sale alle guance, un rossore che è metà paura e metà eccitazione. Ha sempre avuto un'attrazione fisica e mentale per Angela, per il modo in cui comanda e gestisce, per il potere che esercita su tutti lì dentro. È contorto, lo sa, ma è un oscuro desiderio che cerca di ignorare da mesi. Abbassa lo sguardo sulle sue mani, incapace di incontrare quegli occhi penetranti: "Farò meglio," sussurra, la voce tremante.

L'espressione di Angela rimane impassibile mentre si appoggia sulla poltrona foderata, la pelle scricchiola leggermente sotto il suo peso esile. Intreccia le dita, gli anelli luccicano alla luce delle candele: "Sarah, conosci le regole," dice, la voce bassa. "Sai cosa ci si aspetta da te." Si ferma, lasciando che il silenzio si appesantisca nell'aria. "Se vuoi rimanere qui, devi portare più soldi. E se non puoi farlo..." Lascia che la minaccia rimanga in sospeso.

Sarah annuisce, mordendosi il labbro inferiore. "Capisco bene," mormora. "Lavorerò di più."

Gli occhi di Angela si socchiudono, e si china in avanti guardandole il seno che spinge contro la scollatura del suo vestito. "Bene," dice, la voce colma di soddisfazione. "Ma credo che tu abbia bisogno di... motivazione." Apre un cassetto e tira fuori una frusta in pelle, posandola sulla scrivania con un tonfo morbido. "Togliti il vestito."

Gli occhi di Sarah si allargano alla vista della frusta, ma sa che non è il caso di discutere. Si alza, le gambe tremano, e lentamente sbottona il vestito. Scivola dalle spalle, rivelando i suoi seni piccoli e sodi e la lingerie di pizzo che indossava nella speranza di piacere ai clienti della serata. Lo lascia cadere ai suoi piedi, uscendo con grazia dall'abito definitivamente. Si sente esposta, vulnerabile, e stranamente...eccitata.

Mentre Sarah si erge davanti a lei, quasi nuda a parte la lingerie sottile, lo sguardo di Angela la percorre, con un'espressione affamata negli occhi gelidi. Si appoggia nuovamente indietro sulla poltrona, una mano gioca distrattamente con la frusta. "Girati." comanda con un sussurro severo.

Sarah obbedisce, il cuore che batte forte nel petto. Il freddo della pelle si posa sulla sua schiena, facendo correre brividi lungo la colonna vertebrale. Angela la circonda, ispezionando ogni angolazione, la frusta che traccia linee sulla sua schiena e sulle natiche sode. "Sei una bella creaturina," mormora, "ma non abbastanza redditizia come vorrei, è veramente un peccato." La frusta schiocca nell'aria, il suono fa sobbalzare Sarah, ma non la tocca. "Non muoverti assolutamente" ordina Angela, e Sarah obbedisce nuovamente.