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You were the better part of every bit of beating heart that I had
Whatever I had
I finally sat alone
Pitch black flesh and bone
Couldn't believe that you were gone

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Ogni volta che ti vedo, Angela, sento quel peso nello stomaco. È un’onda che mi travolge, come un nodo che non si scioglie mai, e io, nonostante tutto, ci sono affezionata. Quella sensazione, quel piccolo vuoto che sento ogni volta che ci sfioriamo o ci ignoriamo, è l'unica cosa che mi ricorda quanto mi importa di te. Lo sento adesso, mentre siamo a lezione, e tu sei dall'altra parte della stanza. I tuoi occhi non si sono posati su di me nemmeno per un secondo, eppure non riesco a smettere di guardarti. Sei distratta, come sempre, quasi come se il mondo fuori da te fosse insignificante. Forse lo è, e io non lo sarò mai.

Non so perché continuo a sperare che un giorno qualcosa cambierà. Forse perché voglio credere che ci sia di più dietro quel tuo atteggiamento distaccato, dietro quei tuoi sorrisi falsi e quell’aria di superiorità che porti come una corazza. Mi chiedo se c’è un mondo, da qualche parte dietro tutto quello che mostri, che è fragile quanto il mio. Voglio credere che lo sia. Altrimenti, che senso avrebbe tutto questo?

La verità è che mi sento intrappolata. Ogni giorno mi alzo e so che la mia giornata ruoterà attorno a te. Non importa quanto mi impegni in altre cose, quanto tenti di concentrarmi sui miei sogni, su quello che desidero dalla vita. Tu sei sempre lì, come un'ossessione che non riesco a scacciare. Ogni canzone che scrivo, ogni nota che canto, è un riflesso di te, e non posso farci nulla. Ti sei insinuata dentro di me in un modo che non capisco nemmeno. Non mi hai mai promesso niente, non mi hai mai dato niente, eppure sei tutto ciò a cui riesco a pensare.

Mi ricordo ancora la prima volta che ci siamo incontrate. Era uno di quei giorni normali, anonimi, e non avrei mai pensato che cambiasse qualcosa. Tu eri lì, con il tuo solito gruppo di amici, ridendo forte, con quella risata che sembra invadere tutto lo spazio. Io ero dall'altra parte della sala, cercando di nascondermi, come faccio sempre. Eppure, in quel momento, per un attimo, i nostri occhi si sono incrociati. Non so nemmeno se te ne sei accorta. Per te sarà stato un secondo come tanti altri, ma per me è stato il momento in cui tutto è iniziato. C'era qualcosa nel modo in cui mi hai guardata, un'intensità che mi ha lasciato senza fiato. Da quel momento in poi, non ho più smesso di cercare quello sguardo.

Ma non è mai stato facile. Non so se tu lo faccia apposta, se tu abbia capito cosa provi per me, e te ne stai semplicemente approfittando. Ogni volta che cerco di avvicinarmi a te, fai un passo indietro. Mi parli come se fossi insignificante, come se non contassi nulla per te, eppure c'è qualcosa nel modo in cui mi guardi che mi dice che stai solo recitando una parte. Io vorrei credere che sia così. Devo crederci, altrimenti mi sentirei completamente stupida.

Le altre ragazze parlano di te, sai? Ti idolatrano, ti mettono su un piedistallo, e in un certo senso lo faccio anche io. Sei così talentuosa, così perfetta in quello che fai. Quando canti, è come se il tempo si fermasse, e non posso fare a meno di restare incantata. Eppure, ci sono momenti in cui vorrei odiarti. Vorrei odiarti per il modo in cui mi fai sentire, per il modo in cui riesci a farmi sentire piccola e insignificante con un solo sguardo. Ma non posso. Anche se mi ignori, anche se fingi di non vedermi, non posso smettere di cercarti.

È ridicolo, lo so. Tutti qui pensano che io sia semplicemente una delle tante ragazze che ha una cotta per te. E forse è così. Ma non riesco a credere che sia solo questo. Non riesco a credere che quello che provo per te sia così banale. C'è di più, deve esserci di più. Ci sono quei momenti, quando siamo da sole in sala prove, quando non ci sono distrazioni, quando mi parli con quella voce bassa e calma, che mi fanno pensare che anche tu stia lottando con qualcosa. Anche se è solo per un istante, vedo un lato di te che non mostri a nessuno, e in quei momenti penso che potremmo essere qualcosa.

Ma poi torni ad essere la solita Angela. Quella fredda, distante, quella che non si preoccupa di chi ferisce o di come le sue parole possono distruggere chi la ascolta. E io resto lì, a chiedermi perché continuo a cercare qualcosa che probabilmente non troverò mai. È estenuante, sai? Questo gioco che fai, questa danza tra il voler avvicinarmi e poi respingermi subito dopo, sta iniziando a consumarmi.

Ci sono notti in cui mi chiedo se dovrei semplicemente lasciarti andare. Smesso di cercare il tuo sguardo, smettere di cercare quel piccolo frammento di attenzione che mi concedi di tanto in tanto. Forse sarebbe meglio per me. Mi ripeto che merito di più, che dovrei cercare qualcuno che mi voglia davvero, qualcuno che non giochi con i miei sentimenti come fai tu. Eppure, ogni volta che decido di allontanarmi, fai qualcosa che mi tira indietro. Un sorriso, un gesto, una parola gentile, ed eccomi di nuovo qui, intrappolata.

Quello che non riesco a spiegarmi è come tu riesca a farmi sentire così vulnerabile e così forte allo stesso tempo. Quando sono con te, anche se mi ignori, anche se mi tratti come se fossi invisibile, sento una sorta di energia, come se fossi capace di fare qualsiasi cosa. Ma quando non ci sei, quando te ne vai e il silenzio si insinua, è come se quella stessa forza si dissolvesse, lasciandomi con solo la mia insicurezza.

Non lo sopporto. Non posso continuare così. Non posso continuare a vivere in questo limbo, aspettando che tu decida se merito o no la tua attenzione. Ma cosa posso fare? Sei ovunque. Sei in ogni canzone che ascolto, in ogni parola che scrivo, in ogni sogno che faccio. Sei diventata parte di me, e non so più come vivere senza di te.

Mi sono sempre chiesta perché ti comporti così. Cosa ti spinge a tenere le persone a distanza, a non lasciarti mai avvicinare veramente? Forse hai paura, proprio come me. Forse anche tu hai provato a legarti a qualcuno in passato e sei stata ferita, e ora hai paura che succeda di nuovo. O forse, semplicemente, non ti importa. Forse per te non è mai stato nulla di speciale, solo un altro gioco in cui sei tu a decidere le regole. Non lo so, e questo è ciò che mi uccide di più. Non sapere cosa pensi, cosa provi, se provi qualcosa.

È frustrante, sai? Perché so che ci potrebbe essere qualcosa di incredibile tra noi. Quando siamo insieme, quando riesco a farti sorridere, anche solo per un secondo, sento una connessione che non riesco a spiegare. Ma poi tu torni a costruire quei muri, e io resto fuori, a chiedermi cosa c'è dentro.

Una parte di me vorrebbe urlarti in faccia, costringerti a vedere quello che provo, farti capire quanto mi stai ferendo. Ma so che non funzionerebbe. Ti allontanerei solo di più, e non posso permettermelo. Non posso perderti completamente, anche se non ti ho mai davvero avuta.

A volte, mi ritrovo a fantasticare su come sarebbe se le cose fossero diverse. Se tu fossi diversa. Se ci fosse un momento in cui mi guardassi davvero, in cui mi vedessi per chi sono, non solo come una delle tante persone che passano nella tua vita. Vorrei che ci fosse un giorno in cui ti rendessi conto che, nonostante tutto, sono ancora qui. Non me ne sono andata. Nonostante le tue parole dure, nonostante i tuoi sguardi freddi, io sono ancora qui.

ATTIMO - SAJOLIEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora