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Sono sul palco, il mio cuore batte forte come un tamburo impazzito, come ogni volta che mi preparo a cantare l'ultima canzone. Il calore delle luci mi avvolge e il rumore del pubblico che urla il mio nome mi riempie le orecchie. Ma stasera è diverso. C'è un peso che non riesco a scrollarmi di dosso. Ho deciso, all'ultimo minuto, di cambiare la scaletta e dedicare questa canzone a una persona speciale. Sarà una cover.

Mi porto il microfono vicino alla bocca e lo stringo con più forza del solito, come se potesse darmi il coraggio che mi manca. Faccio un respiro profondo, cercando di calmare il tumulto dentro di me. "Questo è per te," penso, ma non posso dirlo a voce alta. Non posso nominarla.

Angela.
È lei la destinataria.

"Prima di salutarvi," inizio, la mia voce è leggermente tremante, e spero che nessuno se ne accorga. "Vorrei cantarvi una canzone molto speciale. Non dirò chi è la persona a cui è dedicata, ma spero che quest'ultima possa sentirne l'importanza."

Il pubblico tace, come se percepisse il momento. La luce dei riflettori si riflette sui miei occhi e tutto il resto sembra sfocare. Le note della canzone di Mahmood iniziano a suonare, e io comincio a cantare, lasciando che ogni parola esprima il dolore e il rimpianto che ho custodito per troppo tempo.

Okay, non è più il caso di lasciare stare, fa come ti pare
Da sopra a un altare non mi giudicare
Se corro nuda sotto un temporale
Meglio stare sole sotto questa pioggia fluo quando cadi

Le parole escono a fatica, ma sono vere. Inizio a pensare a Angela, a quei momenti in cui ci siamo separate, quando tutto sembrava crollare attorno a noi. Mi sembra di vederla di fronte a me, con il suo sguardo che penetrava nel mio cuore. Lei era quella persona che riusciva a capirmi anche senza dire nulla. Quando eravamo insieme, anche il silenzio tra di noi era colmo di significato.

Se ti dico cosa penso, poi, tu rimani?
Ricordo l'ultima volta che ci siamo guardate negli occhi, l'ultima volta che ho cercato di dirle la verità ma le parole mi erano mancate. Non avevo il coraggio di dirle quanto mi mancava, quanto desideravo che lei rimanesse, nonostante tutto. Avevo paura che il mio mondo sotto i riflettori avrebbe finito per distruggerla, e così l'ho lasciata andare, pensando che fosse la cosa giusta da fare, anche se dentro di me urlavo per tenerla.

Forse sono brava più a nascondere, soffio la polvere
Via da questi anni strani passati a rincorrere
Ognuno ha le sue muse, con te non ho scuse
Parole confuse, disegno meduse

Sento il peso di queste parole. Ho passato tanto tempo a nascondere le mie vere emozioni, a mettere tutto sotto il tappeto, a fingere che tutto andasse bene. Mi rifugiavo nel lavoro, nei concerti, nelle luci, ma non c'era nulla che potesse riempire quel vuoto. Ogni volta che mi esibivo, ogni applauso, era solo un'illusione di felicità. La verità è che pensavo a lei, a come le mie scelte le avevano fatto male.

Le tue paure puoi lasciarle cadere su di me, su di me
Quello che senti puoi lasciarlo cadere su di me, su di me

Immagino di dirle direttamente, come se potesse sentirmi. Vorrei poterla proteggere dalle sue paure, dai suoi demoni. Così come lei stava cercando di fare lo stesso. Ma l'ho respinta. Mi dispiace per tutto, Angela. Avrei voluto essere più forte per te, ma non sono riuscita. Sento le lacrime che minacciano di uscire, ma le trattengo. Non posso piangere qui, davanti a tutti. Ma ogni parola che canto è come una confessione. Vorrei che potesse sentire il mio rimpianto, il mio amore, nonostante tutto.

In questo mondo siamo zero, zero, zero...
Zero. È così che mi sento senza di lei. Ho sempre pensato che la mia carriera mi avrebbe dato tutto ciò di cui avevo bisogno, che il successo e l'ammirazione del pubblico avrebbero riempito quel vuoto. Ma niente di tutto questo ha senso senza di lei. Chiudo gli occhi per un momento, lasciando che la musica mi avvolga. Ogni nota è come una carezza del passato, una connessione silenziosa con Angela.

La canzone finisce, e il silenzio del pubblico è tangibile, come se avessero percepito la mia vulnerabilità. Poi, esplodono in applausi e grida, ma io mi sento stordita. Ogni singola parola cantata ha lasciato un pezzo di me su quel palco. Abbasso il microfono e guardo il vuoto davanti a me, sperando che in qualche modo Angela possa percepire quanto le voglio bene, anche se il nostro tempo insieme è passato.

"Grazie," mormoro, quasi sottovoce, come se le mie parole potessero viaggiare oltre il palco e raggiungerla, ovunque si trovi. Ma non posso sapere se arriveranno a destinazione. E mentre il pubblico applaude, io resto lì, immersa nei miei pensieri, chiedendomi se, in mezzo a tutte queste luci e suoni, Angela possa sentirsi un po' più vicina a me.

ATTIMO - SAJOLIEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora