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Il locale pulsa. I bassi degli altoparlanti scuotono l'aria come se fosse viva, facendo vibrare tutto, me compresa. Sono nella mia zona, le dita scivolano sulla console e sui dischi, gli occhi scrutano la pista da ballo. Questo locale a Roma è pieno di personaggi di spicco, celebrità che inseguono lo sballo della vita notturna e della fama, come dei drogati.

Ormai ci sono abituata. Alla pressione, al caos, agli sguardi.

Le luci lampeggiano, proiettando un bagliore sulla folla, facendola sembrare un oceano di brillantini e sudore. Mi immergo nel ritmo, lasciandomi trasportare dalla musica come sempre. È il mio scudo, il mio modo di nascondermi in piena vista.

Poi la vedo.

Sarah entra con Holden, cantante di fama internazionale, e l'intera stanza si trasforma.

Le luci sembrano seguirli, la coppia d'oro. La coppia dell'anno.

Con i suoi capelli biondi che le ricadono sulle spalle come fuoco liquido, gli occhi color miele che catturano la luce fioca del locale. Non sta solo camminando, è come se fosse padrona del locale, lei lo sa. Holden le cinge la vita con un braccio, come se fosse un trofeo, lo vedo nei suoi occhi, nel suo comportamento.

Sarah sta cacciando. E sta guardando me. I suoi occhi bruciano sulla mia pelle.

Sento il mio battito cardiaco aumentare, e non è a causa della musica. Conosco Sarah da molto prima di Holden. Abbiamo condiviso momenti intensi e sepolti nel passato. Ma il fuoco tra noi non si è mai spento. Resta acceso, in attesa.

Il mio dj set finisce e scivolo via dal piedistallo, asciugandomi il sudore dalla fronte. Ho la bocca asciutta e il battito troppo accelerato, ma mi tengo in equilibrio. Entro nella sezione VIP, angolo posteriore, sorvegliato da spesse corde e buttafuori che tengono fuori i clienti abituali.

Sarah è già lì quando arrivo.

È seduta comodamente su un divano di velluto, con le gambe elegantemente incrociate, e sorseggia qualcosa di colorato. Holden è poco distante da lei e sta affascinando alcuni dirigenti o colleghi, non mi importa più di tanto. I suoi occhi sono puntati su di me, un sorriso lento e pigro si allunga sulle sue labbra. Come se sapesse che sarei venuta da lei.

"Ciancio...", dice con dolcezza, sollevando il bicchiere. "Sei stata incredibile stasera. Come sempre". Anche la sua voce è mielosa. Densa e dolce, e mi ricopre le viscere. Mi si stringe la gola troppo secca, dato il momento, ma riesco a trattenermi schiarendomi la voce. "Grazie", dico, cercando di sembrare disinvolta, anche se la tensione ci sta già avvolgendo entrambe.

"Ti vedo bene, Sarah", continuo. Lei sorride, con un luccichio negli occhi che dice che sa esattamente cosa intendo. "Anche tu non sembri male. Vuoi qualcosa da bere?".

Prima che possa rispondere, fa cenno al cameriere e ordina un cocktail, il mio preferito. Si ricorda. Quando arriva, me lo porge e le sue dita sfiorano le mie. L'elettricità crepita nello spazio tra noi. Holden è ignaro, perso nella conversazione, ma Sarah è concentrata solo su di me.

"Allora", dice, appoggiandosi allo schienale, senza lasciare i miei occhi, "Come te la passi?".
Bevo un sorso e il bruciore dell'alcol non è nulla in confronto al calore che si sta sviluppando tra noi. "Occupata, direi", rispondo alzando le spalle, anche se la verità è più complessa. "Il solito. Viaggi. Concerti. Ragazze...". Sorrido maliziosamente, so che riesce a captarlo.

Il suo sguardo scorre sul mio viso, studiandomi come se fossi un rompicapo che è determinata a risolvere. "Stai ancora giocando con il fuoco?". Alzo un sopracciglio, la sfida è chiara, così decido di sedermi accanto a lei. "Sempre".

Si china più vicino, il suo respiro caldo contro il mio orecchio mentre sussurra: "Bene. Mi piace quando lo fai".

Le sue parole mi fanno correre un brivido lungo la schiena e so che dovrei allontanarmi. Dovrei ricordarle che Holden è lì, che è pericolosa questa vicinanza. Ma l'attrazione di Sarah è troppo familiare. Mi avvicino quanto basta, lasciando che le nostre ginocchia si sfiorino, facendole sentire il magnetismo che ancora sfrigola tra noi. La musica di un altro dj pulsa intorno a noi. Il peso di tutto ciò che siamo stati, la nostra storia, il nostro legame, mi schiaccia.

ATTIMO - SAJOLIEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora