Il petto si alzava e abbassava ritmicamente, i denti digrignati e le mani chiuse a pugno. Pip cercava di accelerare il passo e arrivare il prima possibile a casa: c'era qualcosa nel suo cuore che non lo lasciava tranquillo, come se una zanzara gli fosse penetrata sottopelle e adesso stesse danzando intorno a quel muscolo. Lo sguardo era appannato e la testa gli girava, ma non poteva mollare. Contrasse le labbra carnose, sentendo lo stomaco contorcersi e il riso mangiato qualche ora prima ribellarsi nell'intestino.
Si fermò e si asciugò la fronte sudata con una mano, la gola in fiamme. Aveva bisogno di bere, ma non era quello il motivo per cui voleva giungere il prima possibile a casa.
Inspirò ed espirò più volte, cercando di tranquillizzarsi, e poi riprese il suo cammino. Sentiva gli ultimi raggi di sole stuzzicargli il collo e infilarsi sotto la maglia beige, attaccandola come carta alla pelle abbronzata.
Marciò con grandi falcate, incurante del suo proposito di procedere con più serenità. Ma d'altronde come poteva restare tranquillo con la sensazione opprimente che sentiva nel petto? Quel mattino, quando era uscito per andare a lavorare nei campi, suo padre gli aveva augurato buon lavoro e gli aveva sorriso. Il ragazzo aveva ricambiato il saluto, contento di vedere il genitore così in forma. E allora perché adesso si stava precipitando a casa in quel modo? Non sapeva spiegarlo nemmeno lui, ma sentiva che stava succedendo qualcosa di brutto, che i malesseri che percepiva erano sintomo di un aggravamento del padre. Si rendeva conto che fosse ridicolo pensarlo, ma forse gli dèi gli stavano lanciando un segnale e lui non poteva ignorarlo. Doveva arrivare il prima possibile nella sua dimora.
Sentì un ronzio fastidioso e alzò le braccia per allontanare dei moscerini. Il malessere di poco prima sembrava passato, nonostante il cuore battesse all'impazzata e la gola continuasse a chiedere acqua.
Si fermò di nuovo e con una mano cercò di guardare se da quella posizione riusciva a vedere la sua casa: sorrise non appena gli occhi si posarono sul caratteristico tetto a vela e riprese a camminare con più lena. Il battito si era normalizzato, però il bisogno di bere si era acuito. Si sforzava di deglutire per introdurre della saliva in gola, ma era solo un palliativo. E doveva assolutamente bere, altrimenti da un momento all'altro si sarebbe accasciato al suolo. Ogni volta che tornava nella sua abitazione aveva sete, ma in quel tardo pomeriggio la sensazione era ancora più forte.
La strada circondata dai campi di mais confluiva in un lungo sentiero fiancheggiato da alberi da frutto, fino ad arrivare a una fila di palafitte. Era quasi giunto a destinazione, doveva solo resistere per qualche metro.
Accanto a lui passò una coppia, un uomo con una casacca color indaco e una donna con gonna lunga e blusa corta, ma non sembrò curarsene. I due lo salutarono e lui non ricambiò la cortesia. Non per maleducazione, ma perché era così concentrato che gli sembrava di vivere in una bolla e non si era accorto di loro.
Tenne gli occhi puntati sul tetto a vela rivestito di paglia, fino a quando dovette abbassarli per il dolore al collo.
Giunto a destinazione, guardò l'esterno della sua casa come se avesse visto un'oasi nel deserto e tirò un sospiro di sollievo; gli sembrava quasi di osservare per la prima volta quella palafitta di bambù e quella doppia scalinata in legno. Dopo un attimo di titubanza salì lungo la parte riservata agli uomini, divisa da quella femminile da un tronco e differente perché quest'ultima riproduceva sulla sommità la forma di un seno intagliato nel legno.
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Chiave: verità e menzogna
Adventure(In revisione) Primo volume. Pip vive con i genitori in un piccolo villaggio del Vietnam e in seguito a un doloroso lutto entra in possesso di un misterioso flauto. Questa scoperta segnerà l'inizio di un lungo viaggio verso Londra, durante il quale...