Verità agghiaccianti

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Quella sera si scatenò un violento temporale a Luang Prabang. Nel suo ufficio il commissario Luke Lành chiese ad Aalina di raccontare cosa fosse successo dopo il suo rapimento. La donna si sforzò di ricordare: "Ci hanno trasportate con vari mezzi in Italia e poi siamo salite sull'aereo. Erano molto violenti con noi: ogni futile motivo era una scusa per picchiarci. Nessuna parlava e gli sguardi erano spenti e inespressivi. Quando abbiamo assistito alla sparatoria dove sei intervenuto, credevamo che finalmente l'incubo fosse finito. Ci sbagliavamo perché era solo l'inizio." Si fermò per deglutire e cominciarono a scendere delle lacrime. La voce si abbassò: "Le donne che si ribellavano venivano uccise... Il metodo era semplice: se non li ascoltavi e disobbedivi, ti buttavano come un sacco della spazzatura giù dall'aereo. Questa sorte è toccata anche ad Aura: è stata picchiata... Lei implorava il perdono, però quella gente non perdona facilmente. L'ha capito solo con la morte!" Il commissario restò in silenzio per qualche secondo e poi chiese in quale punto fosse stata buttata giù. Aalina rispose che il corpo fosse finito in un bacino d'acqua perché aveva sentito il rumore: "Mi ricordo che sembrava la forma di una stella. Dopo il nostro salvataggio ho parlato con il commissario della zona e mi ha detto che avrebbe compiuto delle ricerche per trovare il cadavere." Luke ringraziò e in seguito esclamò: "Fino a quando le donne non troveranno un luogo in cui abitare, potranno vivere in un casale abbandonato fuori città." La poliziotta ringraziò dicendo che il suo aiuto fosse prezioso.

Alla fine della deposizione la donna concluse riferendo un episodio avvenuto dopo la sparatoria: "Sull'aereo Aura si è seduta vicino a me e ha mormorato a bassa voce di averti perdonato per non averla aiutata quando l'hanno rapita." Luke sorrise e ringraziò per l'informazione.

Poco dopo uscì dal commissariato e bagnato dalla pioggia rientrò nel suo appartamento. La casa era in disordine e molti fogli e libri impedivano il passaggio. In mezzo alla confusione c'era il corpo di Pip raggomitolato su se stesso. Quando si accorse dell'arrivo di Luke, si alzò e tentò di asciugare le lacrime: "Non è giusto! Perché ho dovuto aspettare poco più di una settimana per sapere della morte di mia mamma? Ho pregato... però forse i miracoli non accadono due volte!" Il commissario lo aiutò ad alzarsi e il ragazzo continuò: "Questa è la punizione per aver coinvolto Caroline nel mio grande sogno. Io ho ucciso indirettamente suo padre e ora non posso riabbracciare mamma!" Luke disse: "Ti sbagli! Il tuo errore è pensare di essere la causa di ciò che accade intorno. A volte l'unica spiegazione che possiamo dare è la dura realtà. Penso che alla nascita sia già scritto il nostro destino. Non è colpa tua! Smettila di pensarlo!" "Non posso fingere che non sia successo niente! Io le voglio molto bene e non accetterò mai la sua morte!" Prese fiato, andò vicino a una finestra e guardò nel cielo la loro stella, più brillante del solito. "Mamma mi ha raccontato che guardando verso l'alto, in un particolare punto in mezzo al nero, avrei pensato a lei e saputo i suoi pensieri. Questa notte la nostra stella è più luminosa degli altri giorni e ciò significa che il nostro legame è diventato ancora più forte." Provò a chiudere gli occhi: sentì un lieve venticello sfiorargli il viso, poi li aprì e si rivolse a Luke: "Mamma vuole rivedermi e per esaudire il suo desiderio devi trovare il corpo..." La voce diventò debole: "...così potrò piangerla stringendo le sue mani." Il commissario lo abbracciò: "La polizia lo sta già cercando... prenderò contatto con il commissario che gestisce le ricerche. Sei contento?" Pip sorrise e ringraziò.

Il giorno seguente a Mirano il sole era coperto dalle nuvole e si sentiva una brezza leggera. Pietro si stava sistemando la cravatta a casa di Antonio ed era molto emozionato perché quel mattino sarebbe andato nel commissariato della cittadina per chiedere un lavoro. "Sono sicuro che mi accetteranno: ho un buon curriculum e ho avuto delle esperienze lavorative anche all'estero!" L'amico era felice di vederlo così allegro: "Non credi che possano risultare strane le dimissioni dalla carica di Comandante Generale per intraprendere una nuova carriera in un paese piccolo come questo? La gente ti riempirebbe di domande!" "Non m'importa dei loro pensieri: se li avessi ascoltati, adesso non sarei qui." spiegò Pietro. Il fotografo ribatté: "Forse sarebbe stato meglio. Adesso questa storia sarebbe finita con l'unico epilogo possibile!" Pietro si mise le scarpe: "Ti riferisci alla proposta di lavoro di Mariano? Io voglio lottare per avere i miei diritti come padre di Carmine e per l'amore di Elena!"

Chiave: verità e menzognaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora