Un'attrazione fatale (parte seconda)

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All'interno della vettura nessuno parlava

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All'interno della vettura nessuno parlava.

Le orecchie di Aura percepivano soltanto il motore scoppiettante e il contatto degli pneumatici con la strada sterrata.

Guardava il paesaggio, ma in realtà era assorta nei suoi pensieri: nuotava nel mare oscuro dei suoi ricordi.

Aura si appoggiò alla parete in legno e sbirciò oltre la porta. Suo marito era nel letto, sembrava che dormisse.

Sorrise; finalmente si stava riposando.

Si ritrasse, ma con le dita sfiorò l'uscio che provocò un fastidioso cigolio.

"Pip!" esclamò all'improvviso Nick, aprendo di scatto gli occhi.

"Pip!" ripeté, guardandosi intorno e aprendo le braccia che stavano fendendo l'aria.

Aura sospirò ed entrò nella stanza. "Nostro figlio non è ancora arrivato. Sarà qui tra poco, il sole sta tramontando."

A quelle parole, Nick chiuse gli occhi per impedire alle lacrime di uscire. "Voglio parlare con Pip, ora... Dove sei? Pip! Pip!"

"Nick, calmati!" lo rassicurò lei. Gli si avvicinò e accarezzò la sua mano destra. "Pip sta tornando da lavoro, arriverà presto!"

A quel contatto lui si tranquillizzò, in parte.

Cominciò ad alzare e abbassare il petto, come per inglobare tutta l'aria possibile. "Quando? Io... non riuscirò più a parlare con lui..."

Le sue parole erano impastate dalla saliva e dal sudore che calava veloce dalla fronte.

Aura scosse la testa. "Ti sbagli, amore mio. Ti basterà aspettare solo qualche minuto e..."

"Ho paura, Aura" la interruppe lui, con un tono misto tra il serio e il disperato. "Temo di star per morire. Me ne sto andando e... sai qual è la cosa peggiore? Che non ho neanche il tempo di parlare con mio figlio..."

Lei cercò di rassicurarlo strofinandogli la mano. "Ma cosa stai dicendo? Stamattina la febbre si è abbassata. Hai già vissuto un'esperienza simile in passato e ne sei uscito più forte di prima. Questa volta accadrà lo stesso, fidati!"

Lui scosse la testa e le sue labbra bianche si schiusero in una risata nevrotica. "Quanto vorrei che avessi ragione!" Il petto si alzò e si abbassò sempre più velocemente, fitte lancinanti lo stavano attanagliando. "Ho l'impressione che il mio cuore sia preso a sforbiciate. Si sta rimpicciolendo, accartocciandosi su se stesso. I miei arti tremano e sembrano muoversi da soli, percorsi da brividi di freddo da cui non mi posso coprire perché provengono dall'interno. La mia vista è così annebbiata che... non riesco neanche a vedere i tuoi occhi di cui mi sono tanto innamorato. Non posso scorgere nulla, solo chiazze bianche in un mondo di oscurità..." Serrò le palpebre e con la sua voce spezzata e affaticata concluse: "Mi sto arrendendo, come una fiamma nella bufera."

Chiave: verità e menzognaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora