La gelosia (parte prima)

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Erano passati tre giorni dalla scoperta del cadavere dell'operatore e, per gli abitanti di Luang Prabang, la pioggia era ormai un lontano ricordo

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Erano passati tre giorni dalla scoperta del cadavere dell'operatore e, per gli abitanti di Luang Prabang, la pioggia era ormai un lontano ricordo. Il sole tondeggiante rischiarava i tetti delle case ed era accompagnato da un caldo torrido che seccava la gola. Gli abitanti, infatti, erano costretti a stare sul balcone, all'ombra, per avere un po' di refrigerio ed erano anche disposti a lottare contro le temutissime zanzare. Alcune strutture pubbliche, come negozi e commissariati, si erano munite di condizionatori.

Anche negli ospedali li stavano installando ed era proprio in uno di essi che Bet stava cominciando il suo turno di lavoro. Stava trasportando il carrello della colazione lungo il reparto e piccole gocce le scendevano dalla fronte.

Sbuffò e cercò di togliersele con un rapido gesto della mano.

Si sistemò il colletto del camice e ripartì, sospirando. Quella sarebbe stata una lunga giornata.

Arrivò accanto a una camera e si fermò.

Socchiuse la porta e vide Aura che stava dormendo. La mano sinistra posata al petto, sopra il lenzuolo bianco, e la destra lungo il corpo.

L'infermiera preparò il vassoio su cui inserire la colazione, i denti stretti per evitare di inveire verbalmente contro la donna di cui il suo uomo si era invaghito. 

Dopo aver posizionato le bacchette, una bottiglietta d'acqua, un bicchiere e un piatto di fĕr sul vassoio, entrò nella stanza prestando attenzione ai suoi movimenti.

Lo posò sul tavolo accanto alla finestra e all'improvviso sentì dei sussurri.

"Il flauto, no..."

L'infermiera si voltò verso Aura, sicura che quelle parole fossero provenute dalla sua bocca. "Nick, ti prego... Nathan, vai via..."

Il respiro regolare di Aura diventò sempre più affannoso.

Il petto iniziò ad alzarsi e ad abbassarsi sempre più frequentemente e la paziente strinse gli occhi con maggiore intensità.

Bet socchiuse la porta spalancata della stanza e si avvicinò di nuovo a lei.

Trattenne il respiro per riuscire a sentire ogni suo più flebile sussurro.

"Nathan, perché..."

Aura girò la testa di scatto e tolse il braccio sinistro dal petto.

Tossì e si alzò di colpo, provocando un leggero spavento a una sempre più sorpresa Bet.

La madre di Pip cercò di calmarsi, togliendosi i capelli dal volto. A causa del sudore si erano appiccicati al viso, impedendole di vedere.

"Vuoi un bicchiere d'acqua?"

Solo in quel momento Aura si accorse della presenza dell'infermiera.

Si schiarì la voce e scosse la testa. "No, sto bene. Aspetta, sì. Scusa, ma mi devo ancora riprendere..."

Chiave: verità e menzognaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora