Un viaggio pericoloso

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Finalmente era giunto il giorno del compleanno di Carmine. Era felice di compiere dodici anni: quella giornata era la possibilità di vivere un po' di gioia dopo tante disgrazie. Nonostante i sentimenti positivi che aveva nel cuore, sentiva anche un velo di tristezza perché in tre settimane erano accaduti degli eventi tali per cui quello forse sarebbe stato l'ultimo compleanno insieme alla sua famiglia. Ormai i Bacco si stavano sgretolando a causa dei segreti e dell'aria di tensione che si respirava nell'ambiente. Il ragazzo pensava fosse solo questione di giorni e poi sarebbero stati separati. Ilaria si svegliò di soprassalto: non aveva dormito bene a causa della discussione del giorno prima con i genitori. La sua intenzione era chiedere loro scusa per capire meglio la situazione. Augurò buon compleanno al fratello e scese in cucina con il pigiama e i capelli spettinati. Si affacciò alla porta e li vide: Elena preparava la colazione e Mariano leggeva il giornale. I loro volti erano tristi e amareggiati. In particolare scese una lacrima dagli occhi della madre. La ragazza desiderò andare ad abbracciarla, ma non riusciva a guardarla come prima. Il padre notò il suo arrivo e la salutò con un cenno della mano. Ilaria diede il buongiorno e la madre ricambiò. La ragazza si sedette e disse con voce triste: "Mi dispiace per quello che ho detto ieri a pranzo. Io ho provato a mettermi nei vostri panni, ma non capisco..." Elena prese un piatto con delle fette biscottate e le mise in tavola: "Bisogna vivere certe situazioni per comprenderle a fondo. Quando sarai mamma, capirai che la tua vita è in funzione dei tuoi figli. Sono una parte di te e non esistono preferenze." Il padre continuò: "I figli sono come delle pietre preziose dal valore inestimabile. Hai paura che cadano e commettano un atto grave perché ti senti responsabile. Un padre e una madre sono disposti a tutto per i figli..." "...anche a uccidere?" chiese Ilaria perplessa. Si sforzò e continuò: "Non m'interessa il motivo che ti ha spinto ad ammazzare quel postino. Voglio solo che tu mi prometta che resteremo sempre insieme e che nessuno riuscirà a separarci. Non vi voglio perdere!" Mariano esclamò: "Te lo prometto. Noi penseremo sempre a voi e viceversa. Saremo vicini con il cuore!" "Non mi basta!" esclamò la ragazza. L'atmosfera si era surriscaldata, ma l'arrivo di Carmine zittì tutti. I genitori augurarono al figlio buon compleanno e lui sorrise contento. Elena gli consigliò di cercare un vestito comodo per il pomeriggio e il ragazzo chiese il motivo. Lei rispose di aver organizzato una festa di compleanno in cui aveva invitato qualche suo compagno di classe. Carmine chiese se fosse opportuno festeggiare in questo modo e il padre gli accarezzò la testa: "La tua felicità non è un ostacolo per noi!"

Intanto a Meandosi Çağla stava finendo la propria colazione e pensava al desiderio di Çağ di non rivelare la loro relazione. In quel momento arrivò il padre che la guardò con sguardo truce. Lei capì subito, ma non volle parlare. Abdullah si sedette e le cameriere lo salutarono e diedero un piatto di pomodori freschi tagliati in spicchi. Appena furono soli l'uomo cominciò a parlare: "Ieri abbiamo terminato prima la riunione e ho mandato una cameriera a chiamarti. Ha detto che non c'eri." Lei cercò di sviare l'argomento: "Sono andata a passeggiare nel cortile. Avevo bisogno di pensare e riflettere." L'uomo replicò: "In cortile non c'eri. Il giardiniere mi ha detto di non averti vista. Dapprima mi ha mentito, poi ha confessato tutto!" In quel momento il padre urlò: "Perché mi hai tradito?" Çağla rispose piano: "Mi sono innamorata di Çağ e tu non puoi vietarmi di vederlo. La nostra relazione non deve riguardare la guerra tra te e Ömür!" "La famiglia Öztürk è cattiva, malvagia, serba rancore e colpisce nel silenzio. Il padre del tuo ragazzo ha ucciso tua mamma!" Come riesci a stargli vicino?" urlò l'uomo. "Çağ è diverso dal padre e io lo sono da te!" esclamò con decisione: "Io e lui ci sposeremo e uniremo i due villaggi da sempre rivali. L'astio appartiene al passato: noi vogliamo guardare al futuro!" Il padre si alzò e tuonò: "Io ti proibisco di vederlo: è per il tuo bene! Vai in camera tua: ci resterai per un mese! Ti consiglio di riflettere su ciò che hai appena detto. Non mi sottovalutare!" Lei si alzò ed esclamò senza timore: "Puoi comandare i miei movimenti, ma non il mio cuore!" e si diresse decisa verso la sua stanza, sbattendo la porta.

Chiave: verità e menzognaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora