Luang Prabang (parte seconda)

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"Sono pronto!" esclamò mentre si stava legando le scarpe

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"Sono pronto!" esclamò mentre si stava legando le scarpe.

Aura mise le braccia conserte. "Dove credi di andare con quello strumento?"

Il figlio le si avvicinò. "A mangiare. Perché?"

La madre scosse la testa. "Lo devi lasciare in camera, è pericoloso portarlo sempre con te. Ti ricordo che vale molti soldi e non vorrei che rischiassi di perderlo."

"Non ti preoccupare, con me è al sicuro!" commentò il ragazzo, battendo contro la tasca.

Aura alzò un sopracciglio. "Ti sei già dimenticato che il giorno stesso in cui hai ricevuto quello strumento hanno tentato di rapinarti?"

"Mamma, siamo solo sotto a mangiare, non c'è alcun pericolo!" ribatté lui, aprendo la porta.

Lei gli afferrò il braccio. "Non vai da nessuna parte con il flauto. Mettilo in una valigia, non hai alcun motivo di portartelo a cena."

Lui abbassò lo sguardo. "È l'ultimo regalo di mio padre prima di morire. Mangiando con questo flauto in tasca sarà come sentirlo vicino."

Lei sorrise e mise le braccia conserte. "Me ne rendo conto, ma è troppo prezioso per portarlo di sotto. Lascialo in camera, ti prego!"

Pip prese lo strumento e lo guardò. "Per me è un portafortuna, mi sento protetto avendo questo oggetto con me. È la mia spada..."

Aura spiegò: "È pericoloso tenerlo sempre con te, fidati di ciò che dico."

Lei sfiorò l'oggetto, il figlio oppose resistenza e lo strinse più forte, ma poi si arrese e abbassò le braccia. La donna prese il flauto e si allontanò per nasconderlo in un luogo sicuro. Pip seguì i suoi movimenti con lo sguardo: era strano, ma gli sembrava di essere nudo senza quello strumento, come una tartaruga senza carapace.

Rivolse gli occhi verso il pavimento; in fondo si trattava solo di una cena, ma poteva permettersi di abbassare la guardia?

***

I clienti si recarono in una grande sala in cui, dopo un abbondante buffet, i camerieri servirono le pietanze. Aura e Pip mangiarono di gusto. Erano tutti piatti tipici del luogo. Tra essi il ragazzo divorò letteralmente i Chả giò, involtini fritti di carne di maiale tritata e Aura mangiò il Phở, una zuppa di noodles servita con carne di manzo e di pollo. Aggiunse anche menta, lime e germogli di soia per rendere il piatto più gustoso. La stanza luminosa metteva in risalto il tramonto e le grandi tende gialle creavano strani effetti di luce, riflettendo sulle pareti bianche. Pip notò che il loro vicino di camera stava mangiando in un tavolo in fondo alla sala, ma il pensiero durò poco perché si divertiva troppo a vedere la madre rimpinzarsi con la zuppa.

Aura si tamponò le labbra con il tovagliolo. "Perché ridi?"

Il figlio le indicò il naso sporco.

Chiave: verità e menzognaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora