Tentato omicidio (parte quarta)

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Aura rimase incredula

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Aura rimase incredula. "È pazzesco! Credevo che Pip fosse stato colpito, io... non avrei potuto vivere senza di lui. È per questo che mi sono gettata dall'altro lato, in uno slancio disperato." Alzò gli occhi, esasperata. "Se solo non mi fossi comportata in modo così impulsivo..." Cominciò a tremare, ripensando al rischio che aveva corso.

Ben le accarezzò una mano. "Aura, ora basta rivangare il passato. Hai sbagliato, è vero, ma ormai è tutto passato. Prendila come una lezione, così la prossima volta ci penserai due volte prima di gettarti dall'altra parte di un fiume."

"Spero proprio che non succeda!" ironizzò Aura, con un sorriso malinconico.

Ben abbassò lo sguardo e cambiò discorso, con voce triste: "Pip non potrebbe sopportare di perderti..." Si alzò, per mascherare le lacrime che stavano minacciando di uscire. "Lui credeva che fossi morta. È stato un duro colpo. Non oso nemmeno immaginare cosa gli sia passato per la testa credendo che non ci fossi più. Anzi, in realtà lo so, però Pip è troppo giovane per questo." Sospirò e tornò a sedersi. "Comunque, per ritornare alla domanda di prima, Pip è stato dimesso stamattina dall'ospedale. Ho spiegato la situazione al caporeparto e mi ha permesso di firmare le dimissioni."

A quelle parole, Aura sorrise. "Ti ringrazio, io e mio figlio siamo stati davvero fortunati a incontrarti!"

Quel pensiero uscì spontaneo dalla sua bocca, ma se ne pentì subito.

Era fortunata ad aver incontrato un poliziotto?

Ben abbassò gli occhi, imbarazzato per quell'affermazione.

Per porre fine a quel momento così delicato, Aura gli chiese: "E alla fine sei riuscito ad arrestare quei due brutti ceffi che tenevano sotto scacco Pip? Poi mio figlio mi ha anche parlato del fatto che sono stata avvelenata con dell'arsenico. È possibile?"

Ben annuì e si alzò di nuovo, mettendosi le mani in tasca. "Andiamo con ordine. Dopo che sei finita nel fiume, ho ammazzato il signor Couphaanh. In seguito sono riuscito ad arrestare Tieu, il rapitore di Pip."

"E qual era il loro scopo?" domandò Aura, assottigliando gli occhi. Non riusciva a trovare una spiegazione plausibile a tutta quella crudeltà.

Il commissario si fermò al centro della stanza. "Volevano il flauto e avevano anche la complicità del pilota dell'aeroplano. Lui, Couphaanh e Tieu sono stati assoldati da una persona che tu conosci molto bene. Almeno credo..."

All'improvviso, Aura sbiancò. "Non posso nemmeno immaginare di chi tu stia parlando..."

Ben aprì la bocca per comunicarle il nome della persona che aveva orchestrato quel piano alle loro spalle, ma la chiuse subito.

Preferì arrivare a quella rivelazione con delle domande. "Ti ricordi dell'uomo che vi ha aggrediti nel vicolo?"

Aura alzò lo sguardo e annuì. "Come potrei dimenticarmene?"

Chiave: verità e menzognaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora