Il momento dello scambio (parte prima)

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Nel pomeriggio, il sole continuava a illuminare il mondo, ignaro della brutta situazione che in quel momento si stava svolgendo sull'aeroplano

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Nel pomeriggio, il sole continuava a illuminare il mondo, ignaro della brutta situazione che in quel momento si stava svolgendo sull'aeroplano.

Ben e Aura erano in commissariato. La donna camminava in modo frenetico per la stanza e si mangiava le unghie per la paura. Pip era il suo unico appiglio, non poteva accettare di perderlo. I suoi occhi erano così rossi che sembravano due cerchi di fuoco. Non aveva più lacrime ed era così in ansia che non riusciva a fermarsi.

Ben stava guardando delle mappe della zona: dalla torre di controllo dell'aeroporto gli avevano comunicato l'area che stava sorvolando l'aeroplano e in quel momento stava cercando di capire dove poteva essere diretto. 

Dopo l'ennesimo giro da parte di Aura, lui si alzò e le si avvicinò.

"Non si deve preoccupare. Riuscirò a salvare Pip, glielo prometto!" esclamò, toccandole le spalle.

Aura si allontanò, infastidita da quel contatto. "Invece di stare qui a controllare quelle dannate carte, dovrebbe andare là fuori e salvare mio figlio!"

Ben corrugò la fronte e incrociò le braccia al petto, evidenziando i muscoli in tensione. "Crede che mi stia divertendo? Non posso uscire allo sbando urlando il nome di suo figlio. Le ricordo che si trova su un aeroplano in volo e io non ho le ali!"

Aura si avvicinò a lui, gli occhi fissi su quelli del commissario. "Quindi lei crede che il mezzo non sia atterrato da qualche parte?"

Lui abbassò lo sguardo e sbuffò, passandosi una mano tra i capelli. "Non lo so, non ne ho idea. La torre di controllo sta monitorando la posizione dell'aeroplano e se ci saranno delle novità, me le comunicheranno."

"Cosa?!" esclamò Aura, sconvolta. "Lei mi sta dicendo che non sa dove si trova Pip? Ha controllato i dispositivi tecnici presenti nel mezzo?"

Ben appoggiò le mani sui fianchi. "Le ho già detto che la torre di controllo sta controllando dove si trova il mezzo. Vuole per caso insegnarmi il mestiere? Io..." s'interruppe, prima che la situazione potesse degenerare. "La prego, esca da questo ufficio. Non è molto utile qui!"

Aura strabuzzò gli occhi e aprì la bocca in una smorfia di stupore. "Ho bevuto così tanti caffè in queste ore che potrei scendere le scale a testa in giù!"

Ben replicò secco: "Non le ho consigliato di prendere qualcosa, solo che deve uscire da qui, così posso andare avanti con il mio lavoro. Se vuole che io salvi suo figlio, le conviene lasciare questa stanza."

Aura si voltò verso la porta e trattenne un lamento. "Se lo può scordare! Io non me ne vado, sono sua madre!"

"Signora Chau, lei è troppo agitata per i miei gusti, ma è comprensibile dopo aver bevuto tanti caffè: ne avrà presi almeno tre a giudicare dal suo tono di voce" commentò il commissario, sedendosi sulla sua sedia.

Aura si girò verso di lui e scosse la testa, irritata. "Io... mi sento in colpa per quello che è successo a Pip. Ho bevuto così tanti caffè solo per autoconvincermi del fatto che non c'entrassi nulla, ma non è servito a niente. Anzi, sono ancora più consapevole del mio coinvolgimento."

Chiave: verità e menzognaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora