Il rumore del treno sulle rotaie era sempre lo stesso, continuava imperituro a ogni tratto. Ormai quel suono metallico e a volte fastidioso era entrato nelle orecchie dei viaggiatori ed era diventato un accompagnamento poco piacevole.
Dopo un po' di tempo, però, la mente si concentrava sul panorama e il rumore passava in secondo piano, un tenue sottofondo che si perdeva nell'aria profumata di tè. Chiunque sarebbe rimasto incantato da quel paesaggio: un'immensa distesa di pianure si perdeva all'orizzonte, in un suggestivo mare verde. Le abitazioni di Luang Prabang apparivano lontane, puntini dai quali Pip e Aura volevano fuggire per dimenticare la brutta esperienza della sera prima.
Il ragazzo stava cercando di dormire e si era appoggiato sulla spalla della madre. Stava pensando ancora a quell'uomo, al suo volto tumefatto, al muso dei cani sporco di sangue. Gli sembrava un incubo: gli tornavano alla mente soltanto flash poco chiari.
Con la mano sfiorò la tasca dei pantaloni e toccò il flauto. Quello strumento aveva davvero causato la morte di una persona? Gli veniva da vomitare al pensiero che stava portando con sé un'arma potenzialmente letale.
Pian piano, i suoi pensieri cominciarono a confondersi: i ricordi della sera precedente si mischiarono alle parole pronunciate dal padre prima di morire e a quelle della madre a proposito della polizia vietnamita. Quelle voci si amalgamarono in un pasticcio di pensieri evanescenti, così fugaci che sparivano ogni volta che tentava di afferrarli. Il tutto era contornato dal rumore incessante del treno a contatto con le rotaie, ma a un certo punto anche quello si fermò.
Nella mente di Pip sparirono tutti i pensieri che aveva cercato di formulare e rimase solo un grande e silenzioso nero, scuro come una notte senza luna, come l'oscurità che aveva dominato nel vicolo la sera precedente.
"Cosa è successo?" domandò Aura, un po' allarmata.
Dopo un breve rallentamento, il treno si era fermato e nelle orecchie le era rimasto solo un fastidioso ronzio, come se il suono metallico procedesse ancora nella sua testa.
"Non si preoccupi, è tutto nella norma" cercò di rassicurarla un uomo seduto sul sedile davanti a loro.
Si era girato e Aura aveva notato un volto paffuto e rugoso. Gli occhi della persona erano contornati da profonde occhiaie e le labbra carnose nascondevano denti ingialliti. "Si tratta solo del passaggio delle mucche al pascolo. Sa, gli allevatori portano le vacche in un luogo delizioso che si trova poco più giù. È una tradizione che dura da secoli e continua anche ora, nonostante la pianificazione di una nuova tratta del treno da queste parti. Perciò ogni volta che le mucche stanno attraversando la strada, il mezzo è costretto a bloccarsi per lasciarle passare."
Aura strabuzzò gli occhi per quel racconto e cercò di non ridere per l'immagine che le si era formata in testa: le vacche che attraversavano un tratto delle rotaie come se fossero su delle strisce pedonali.
"Ah, interessante... E più o meno quanto dura questa... cosa?" domandò, ancora incredula.
L'uomo si sistemò il cappello scuro che gli copriva la testa calva. "Beh, dipende da quanto sono veloci. Gli allevatori portano più o meno una cinquantina di mucche. Se ci sono più persone che le controllano, però, il numero può salire a cento o centocinquanta."
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Chiave: verità e menzogna
Adventure(In revisione) Primo volume. Pip vive con i genitori in un piccolo villaggio del Vietnam e in seguito a un doloroso lutto entra in possesso di un misterioso flauto. Questa scoperta segnerà l'inizio di un lungo viaggio verso Londra, durante il quale...