Tentato omicidio (parte seconda)

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Il commissario si sedette

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Il commissario si sedette. "Beh, però ci sono ancora delle domande senza risposta. Come siete stati contattati dal signor Thomvihone? Insomma, mi sembra strano che una persona normale da un giorno all'altro si riveli un criminale disposto a tutto per vendicare suo figlio."

"Che ci creda o no, è così. Binh e Zac sono stati contattati ieri pomeriggio e hanno accettato perché gli dovevano un favore. Il signor Thomvihone era certo che la polizia avrebbe affidato l'incarico a loro perché nei giorni precedenti avevano già trasportato alcuni quadri di Cozens a Londra..."

Nel pronunciare l'ultima parte della frase, aveva abbassato la voce, come se volesse evitare di continuare a parlare. Stava rivelando tutta la verità.

"Quindi, in tutto la banda era composta da quattro persone: il capo Dave Thomvihone, e poi il pilota Binh Hoàng, il copilota Zac Couphaanh e infine tu, Dinh Tieu. Qualcun altro sapeva dell'appuntamento di stasera?"

Per un attimo Dinh serrò le labbra, nella mente c'era ancora la promessa di non dire nulla alla polizia. Altre verità erano celate, altre ombre dovevano ancora venire alla luce.

Il commissario lo esortò con un gesto della mano a continuare il suo racconto e il rapitore, sospirando, proseguì: "Io ero amico di Zac e mi hanno permesso di partecipare al piano perché avevano bisogno di qualcuno che controllasse la situazione in aeroporto. Quando però ho visto Pip intrufolarsi sul mezzo, sono entrato anch'io."

"E perché non li hai avvertiti subito della sua presenza? Che senso ha avuto nascondersi nelle casse, proprio come lui? Sei stato anche fortunato perché c'era il rischio che gli addetti al controllo delle piste ti scoprissero!"

"Certo, così sarebbe saltato il trasporto! Non ho parlato con Binh e Zac nemmeno in volo perché se la stavano cavando benissimo da soli. Il ragazzo non dava problemi e, quando hanno saputo della sua presenza, si è mostrato troppo spaventato e io non ho voluto intervenire."

"Però, poi, sei uscito allo scoperto. Per quale motivo?" lo rimbeccò il commissario.

Non faticava a seguire il filo dei suoi pensieri, anche se la situazione era abbastanza ingarbugliata.

"Sono uscito allo scoperto solo quando la situazione stava peggiorando: ho salvato quel ragazzo che si stava buttando di sotto. Per fortuna, qualche mese fa, ho seguito anch'io un corso da pilota, anche se poi ho abbandonato quella carriera perché non avevo abbastanza soldi per continuarla" continuò Dinh, abbassando lo sguardo.

Non era fiero delle azioni che aveva compiuto.

Ben mise le braccia conserte. "E dimmi: sei stato tu a disattivare i dispositivi per la localizzazione dell'aeroplano?"

Tieu scosse la testa e si portò una mano sulla fronte. "Quando ho preso il controllo del mezzo, erano già spenti. Sono stati il copilota e il pilota a disattivarli, era la prima cosa da fare per non essere rintracciati."

Chiave: verità e menzognaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora