Luang Prabang (parte prima)

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Nel pomeriggio, Pip e Aura s'incamminarono verso la stazione più vicina

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Nel pomeriggio, Pip e Aura s'incamminarono verso la stazione più vicina. Lei aveva con sé due valigie e lui uno zaino sulle spalle.

Il caldo asfissiante del Vietnam non rendeva facile il viaggio e loro avrebbero dovuto camminare per almeno un'ora. In quei giorni i carri non erano disponibili perché erano stati distrutti dai briganti durante il tragitto dei vari mezzi.

Ad Aura e a Pip non spaventava l'idea di camminare così tanto sotto il sole cocente, erano entrambi abituati.

I due stavano attraversando una lunga strada sterrata che si perdeva a vista d'occhio. I prati incolti ai lati del passaggio erano popolati da piante più o meno alte, che, a causa dell'assenza del vento, non si muovevano. Erano inanimate e, a tratti, si allungavano lungo la strada. Sembravano delle mani aride troppo deboli per alzarsi.

Pip ne calpestò una e si guardò indietro. Sua madre camminava più lentamente a causa del peso delle due valigie.

Lui alzò un braccio. "Ehi, sbrigati o arriveremo in ritardo!"

La madre sorrise e indicò i due bagagli, alzandoli di poco. "Li vedi? Ecco perché non sono veloce quanto te! Non ti preoccupare, arriveremo in tempo in stazione!"

Il figlio si avvicinò alla donna e prese una delle due valigie: un borsone ocra.

"Ora non hai scuse!" esclamò, digrignando i denti.

Pesava molto per le braccia minute di Pip, ma lui non voleva che sua madre se ne accorgesse. Si allontanò e si voltò di nuovo verso di lei.

Aura rimase colpita dal gesto e le sue labbra si aprirono in un sorriso di stupore. "Non credi che sia troppo pesante per te?"

"No" rispose il figlio, forzando un sorriso e cercando di mostrarsi sicuro. "Ho portato in spalla dei sacchi colmi di pietre ed erano decisamente più pesanti."

Dopo quelle parole, si girò e continuò a camminare.

Aura sospirò rassegnata e seguì il figlio, cercando di accelerare il passo.

Dopo qualche minuto, Pip buttò la valigia a terra, esausto. Il suo volto era sudato e i muscoli erano così indolenziti da sembrare parti a sé stanti.

Raccolse più fiato possibile ed esclamò: "Con cosa hai riempito questo bagaglio? Con delle lastre di ferro?"

Aura rise per un attimo e poi rispose, guardandosi intorno: "Lì dentro ci sono dei vestiti e dei soldi utili per il viaggio. In questo mese ho cercato di guadagnare più denaro possibile vendendo degli abiti confezionati da me e da papà."

A quelle parole, Pip abbassò lo sguardo. Si strofinò un occhio e chiese: "Secondo te, lui è felice della mia decisione di partire?"

Aura si avvicinò e gli accarezzò la testa. "Se fosse qui, sarebbe orgoglioso di te, proprio come lo sono io."

Chiave: verità e menzognaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora