Tentato omicidio (parte quinta)

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"Io e mio marito lo abbiamo ringraziato per il lungo viaggio affrontato, però abbiamo declinato il suo invito ed è stato nostro ospite per qualche giorno

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"Io e mio marito lo abbiamo ringraziato per il lungo viaggio affrontato, però abbiamo declinato il suo invito ed è stato nostro ospite per qualche giorno. Sai, non deve essere facile intraprendere un tragitto con quel peso nel cuore. Non potevo tornare in quel paese, avrei rivisto tutti, soprattutto i miei genitori. Dave è stato con noi per qualche giorno e ha potuto vedere che il legame tra me e mio figlio era molto stretto. Io e Pip eravamo in simbiosi." Sul suo volto comparve un lieve sorriso, ripensando a quel periodo. "Quando si assentava per andare a lavorare nei campi per qualche ora, io ero continuamente in ansia. Avevo persino chiesto a Nick di lasciarlo a casa, o almeno di ritardare quel momento, perché avevo paura per la sua salute. Avevo un attaccamento quasi morboso nei suoi confronti. Credo che sia questo il motivo per cui Dave era certo che io mi sarei presentata all'appuntamento. È una pazzia, ma non riesco a darmi un'altra spiegazione..."

Il commissario chiese incuriosito: "Perché non volevi rivedere i tuoi genitori?"

Aura tirò un lungo sospiro e rispose: "Diciamo che avevamo idee diverse su molti fronti. Uno di questi è l'amore, che per loro era un semplice contratto, una compravendita, come al mercato. Per loro io non ero una donna da amare, ma un bue da vendere. E così ho dovuto scegliere. Appartengo a una famiglia nobile, nelle mie vene scorre lo stesso sangue di quegli sciacalli dei miei genitori. Ho dovuto prendere una decisione: l'amore o i soldi, l'uomo della mia vita o un titolo nobiliare che mi avrebbe conferito più prestigio." Sorrise e poi continuò: "Sai qual è la cosa che mi diverte di più in tutta questa storia? Che io sono stata comunque ricca perché sono stata felice. E quella sensazione era alimentata ogni giorno grazie a mio marito e a Pip. Lui è il coronamento di un sogno diventato realtà."

Il commissario mise le braccia conserte, come se in quel momento volesse distanziarsi da lei per non far capire ciò che stava provando.

Si stava commuovendo per quella storia, per il coraggio di Aura. "E in questi anni i tuoi genitori hanno provato a riallacciare i rapporti?"

"No, mai. Ma d'altronde io non gliene ho dato modo. Una notte sono scappata da Palazzo e solo il giorno dopo i miei si sono accorti della fuga. Almeno, credo che sia andata così, visto che io non c'ero. Soltanto la mia balia sapeva la verità: a lei confidavo le mie pene d'amore e le ho anche rivelato il luogo in cui sarei andata a vivere con Nick. Dave mi ha trovata proprio grazie a lei, ma ha giurato che non avrebbe detto nulla in paese. Io e lui eravamo molto legati e mi dispiace di non aver assistito al funerale di sua moglie, ma non potevo tornare nelle vite della mia famiglia."

Ben assottigliò gli occhi. "Se tu e Dave eravate così legati, significa che conoscevi anche suo figlio. Perché non l'hai riconosciuto?"

Aura rispose con certezza: "Perché suo figlio ha vissuto lontano dal paese fin da piccolo. Non so il motivo. È una domanda che avrei tanto voluto porgli, ma mi sono sempre fermata perché si vedeva che ne soffriva molto. Non sono neanche sicura che mi avrebbe risposto..."

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