Il momento dello scambio (parte terza)

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"Bene, allora puoi disporre di tutti gli uomini che ritieni necessari per quest'operazione!" acconsentì l'uomo, dopo essersi schiarito la voce

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"Bene, allora puoi disporre di tutti gli uomini che ritieni necessari per quest'operazione!" acconsentì l'uomo, dopo essersi schiarito la voce.

Ben scosse la testa. "Preferirei recarmi da solo. È molto rischioso e non sappiamo nulla sul nostro nemico. Se dovesse scorgere altri poliziotti, potrebbe arrabbiarsi e uccidere Pip. Indosserò solo un giubbotto antiproiettile. Conosco bene la zona, mio padre mi accompagnava spesso lì, quando ero piccolo."

Preferì non rivelargli che anche la madre di Pip lo avrebbe seguito. Se l'avesse saputo, per lui il distintivo sarebbe stato solo un miraggio.

Il suo superiore sospirò. "Sei sicuro? Non posso permetterti di andare da solo non avendo garanzie che tu possa tornare vivo."

"Io invece insisto, signore. Le ripeto che conosco bene la zona. Me la caverò benissimo da solo."

"Non posso, mi dispiace. Sono disposto anche a legarti a una sedia per impedirti di recarti da solo all'appuntamento!" si oppose il suo superiore con sguardo severo.

Il commissario espresse il suo dissenso: "Addirittura? Senta, i miei colleghi non conoscono la zona bene quanto me. Ha visto i nuvoloni là fuori? Scommetto che tra qualche ora scoppierà un bel temporale e quel terreno diventerà fangoso e il fiume si ingrosserà. Si trasformerà in un luogo fatale per loro."

"Tu lavori per me e hai bisogno della mia autorizzazione per recarti là da solo. Io non te lo permetto, ora basta replicare!" cercò di convincerlo il suo capo.

"Io a quest'ora sarei già a lavoro se non dovessi parlare con lei. Mentre noi stiamo qui a discutere, il ragazzo rischia la vita!" commentò il commissario senza battere ciglio. Lo stava guardando a testa alta.

Il suo superiore serrò i denti e le mani sempre più intensamente. "Non sei mai stato così indisciplinato. Cosa ti è successo tutto a un tratto?"

Quella domanda sorprese il commissario. 

Abbassò lo sguardo e rispose: "Nulla. Voglio solo evitare che quel ragazzo vada incontro a morte certa." Si alzò e continuò: "Lui e la madre hanno passato la notte a casa mia e voglio aiutarli a realizzare il loro sogno di arrivare a Londra sani e salvi. Perciò devo rimediare al mio errore e questo è l'unico modo. So benissimo quali rischi mi aspettano, ma se dovessero seguirmi i miei colleghi, la situazione potrebbe essere ancora più pericolosa."

Il suo capo alzò le mani e sbuffò. "D'accordo. Mi voglio fidare di nuovo di te." Si avvicinò alla porta dell'ufficio e concluse: "Io ora vado in aeroporto. Non è possibile che nessuno stesse sorvegliando le piste di decollo e atterraggio!"

Dopo che il suo superiore uscì dalla stanza, il commissario sospirò.

Si sedette di nuovo alla scrivania e guardò i fogli davanti a sé. La vita di Pip era in pericolo, su una fune sottile. La sua unica speranza era che la situazione non degenerasse, che la corda non si spezzasse.

Chiave: verità e menzognaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora