La fine dei Cartici

381 76 222
                                    

Il cielo era scuro, la luna brillava e illuminava Mestre. Nel suo ufficio Pietro stava ripensando all'incontro con Mariano e prese la busta con la proposta di lavoro. Il marito di Elena stava offrendo una grande opportunità che gli avrebbe cambiato la vita. Nella sua mente una domanda lo stava assillando: sarebbe stato davvero disposto a rinunciare a ogni rapporto con Carmine?

In quel momento squillò il telefono, rispose e un collega lo avvisò di un incidente avvenuto fuori città: "Nell'auto c'erano quattro persone delle quali due morte: si tratta dei due fratelli Fiorentino!" Fabrizio e Filippo erano degli uomini cui il Comandante Generale dava la caccia da tre mesi: avevano compiuto molte rapine e in una di queste era morta una guardia giurata. Pietro disse al collega che sarebbe arrivato subito. Conclusa la telefonata, indossò il giubbotto e andò sul luogo dell'incidente.

Nel frattempo a Roma Elena stava preparando le valigie per partire il giorno dopo e piegando un vestito quando Ilaria entrò. La camera era molto spaziosa e un grande lampadario illuminava la stanza. Sul comodino accanto al letto c'era una foto del matrimonio tra Mariano ed Elena: lei indossava un abito lungo bianco e lui aveva un abito tradizionale nero con una cravatta blu. I due erano sorridenti e spensierati e sullo sfondo si vedeva un castello antico. Ilaria chiese alla madre se tra lei e il padre ci fossero dei problemi: "Non avete parlato mentre cenavamo e papà ti guardava con occhi diversi. Sono preoccupata: cos'è successo?" La madre sorrise: "Ti sbagli. Forse è triste perché non ci vedremo per una settimana." La figlia scosse la testa: "Non credo: in questo periodo sono successi molti eventi strani tra cui anche il fatto che tu abbia mentito riguardo la vacanza. Perché hai detto a papà del rapimento di Pietro?" Elena la accarezzò e sorrise: "È difficile da spiegare: io gli ho mentito perché non ho avuto il coraggio di dire la verità, però oggi ha scoperto tutto e abbiamo discusso. Non ti preoccupare: ogni coppia litiga ed esce più forte da ogni situazione." La ragazza disse: "Ho scoperto che è andato da Pietro questo pomeriggio. Carmine e io siamo molto confusi e non riusciamo a seguire gli eventi in modo logico. Per favore, spiegamelo... ho il diritto di sapere!" Elena sospirò e annuì: "Quel giorno Pietro mi ha chiesto di aiutarlo a salvare l'Italia dalla crisi economica. Noi non saremmo dovuti rientrare a casa e lui avrebbe ricattato Mariano. In cambio della sua famiglia tuo papà doveva firmare un documento per la distruzione di un aereo e la successiva ripulita e vendita dei materiali rimasti. Credeva che ciò potesse bastare a dare all'Italia più risorse economiche. Ho accettato perché credevo che fosse un modo per capire quanto tuo padre mi amasse. In seguito mi sono resa conto del mio errore e gli ho detto di venirci a prendere." La figlia ascoltò tutto con attenzione e la madre le promise che dopo questo viaggio non sarebbe partita più. Ilaria prese la foto del matrimonio dei suoi genitori: "Qui eravate felici e voglio che lo siate anche adesso. Hai sbagliato a mettere alla prova il suo amore nei tuoi confronti, però sono sicura che tu possa dimostrargli quanto lo ami." La madre sorrise e la ringraziò.

Intanto a Mestre, Pietro arrivò sul luogo dell'incidente e il collega gli disse che l'auto fosse esplosa dopo qualche minuto essere finita fuori strada: "Abbiamo chiamato l'ambulanza per i due sopravvissuti, Damiano Daiano ed Elisabetta Ebre e abbiamo trovato degli oggetti in macchina, tra cui un computer e poco distante un disco del quale non abbiamo ancora visionato il contenuto perché aspettavamo la sua autorizzazione."

Dopo aver raccolto tutti gli elementi dell'indagine, Pietro ritornò in commissariato dicendo al collega che lui avrebbe visto il disco: "Tranquillo: ormai è tardi... vai a casa dalla tua famiglia!" Nel suo ufficio il Comandante Generale non riuscì ad aprire il computer perché era stato danneggiato dall'esplosione e provò con il secondo oggetto trovato. Pietro mise il disco nel suo portatile, la luce della lampada era soffusa e lo schermo si oscurò.

Dopo qualche secondo si sentì la voce di Mariano in sottofondo. Le immagini cominciarono a essere poco più nitide e capì che si trattasse del suo studio e dell'incontro con il Presidente del Consiglio. Mise le mani sulla bocca e ascoltò la conversazione e l'intercettazione telefonica. Conclusa la telefonata con Elena, lo schermo si oscurò nuovamente e tentò di andare avanti con le immagini, ma invano. Dentro di sé pensò che non fosse possibile e tentò di capire dove si trovasse la videocamera. Quando la trovò, pensò che i due giornalisti fossero riusciti a filmare tutto e per miracolo il video non fosse diventato parte integrante di un articolo. Ora era finito nelle mani della polizia e lui doveva impedire che i colleghi lo guardassero: anche se il filmato non era disponibile interamente, si poteva vedere la prima parte, dove Mariano azionava la radiolina. Il Comandante Generale respirò profondamente, scrisse la sua lettera di dimissioni che inviò al Ministero di Giustizia e portò il disco a casa.

Chiave: verità e menzognaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora