Un'attrazione fatale (parte sesta)

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Aura si avvicinò ai due, si grattò il mento e osservò accigliata l'arazzo

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Aura si avvicinò ai due, si grattò il mento e osservò accigliata l'arazzo. "Quindi lei vuole essere... un drago che protegge gli uomini? Rendere il mondo migliore con il suo lavoro?"

Lui si voltò e la fissò con un velo di tristezza negli occhi, poi sospirò. "Il drago è un animale leggendario, proprio come è utopico il mio sogno di cambiare questa società corrotta."

Scrollò le spalle per scacciare quel sogno irrealizzabile di un mondo giusto e s'incamminò verso la cucina chiedendo: "Dunque, cosa desiderate mangiare?"

***

Quando Pip terminò il suo pasto, si asciugò le labbra con il tovagliolo. "Ottimo, complimenti!" Si rivolse a Ben e gli chiese, spostando la testa da un lato: "Ce n'è ancora?"

Aura cominciò a ridere. "Pip, ora basta. Quello era già il bis!"

Il ragazzo alzò le mani. "Non è colpa mia se Ben cucina bene. Non capita tutti i giorni di mangiare qualcosa di così buono!"

La madre lo guardò con un'espressione tra l'accigliato e il divertito. "Vorresti dire che non cucino bene?"

Pip abbassò lo sguardo, non sapendo come rispondere, e Ben intervenne: "Anche volendo, non ce n'è più. Ti sei mangiato tutte le polpette!"

Scoppiò una risata generale, al termine della quale lei esclamò: "Allora è vero che lei è un cuoco provetto!"

Ben bevve un sorso di vino e commentò: "Aveva qualche dubbio, signora Chau?"

"Nessuno, commissario Bao" rispose lei, divertita.

In seguito si spostarono in salotto, vicino alla grande saracinesca, e si sedettero sul divano.

"Allora, sei sazio?" chiese l'uomo rivolto a Pip, strofinandosi le mani.

Lui annuì e la madre ironizzò: "Adesso il problema sarà smaltire tutto quello. Non siamo abituati a mangiare così tanto, ci ha trattati davvero bene."

"I miei genitori mi hanno insegnato che bisogna riservare molte attenzioni agli ospiti" spiegò lui. Si alzò e si voltò verso il mobile bianco su un lato della parete. "Sapete giocare a 13?" Si girò verso di loro e posò sul tavolino due mazzi di carte.

Aura sorrise. "Certo, è uno dei primi giochi che mi hanno insegnato da piccola!"

Il ragazzo aggrottò le sopracciglia. "Io no... Potete insegna..." Non riuscì a terminare la frase a causa di un lungo sbadiglio. "Scusate..." bisbigliò, mettendosi una mano sulla bocca.

Aura gli mise una mano sui capelli. "Hai sonno, amore?"

Lui annuì e protestò, strofinandosi gli occhi. "E non chiamarmi in quel modo quando siamo con gli altri."

La madre si scusò e chiese, rivolgendosi a Ben: "Dov'è la camera degli ospiti?"

Lui abbassò lo sguardo. "Beh, in realtà non c'è... Però potete dormire in camera mia. C'è un letto matrimoniale, ma si può staccare per formarne due singoli."

Chiave: verità e menzognaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora