Capitolo 71: Ora ci sono io

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Passo la giornata tranquillamente, tra computer, compiti, musica e libri da leggere. Alle cinque sarebbero arrivate Sam e Martina, e con loro sarei andata a vedere la partita, passando però prima a prendere Luke e Mirko. Guardo l'orologio nella mia camera. 16:30. È meglio cominciare a prepararsi. Faccio una doccia veloce, poi torno in camera mia, per scegliere i vestiti da indossare. Un paio di leggins in finto jeans, una cimicetta a maniche corte, stile country, e le all star blu. Infilo i leggins, poi la camicia, allacciando i primi bottoni, e lasciando gli ultimi in basso aperti, in modo da poter chiudere la camicia con un semplice nodo. Prendo una felpa per sicurezza, in caso venga freddo. Ceneremo fuori, dopo la partita e ciò vuol dire, che anche stasera andrò a letto tardi. Sono ancora stanca da ieri sera, figuriamoci come sarò domattina! Per fortuna, che tra una settimana, iniziano le vacanze di pasqua! Stendo un velo di ombretto  chiaro, un po' di lucidalabbra, una pettinata ai capelli e sono pronta! Esco dalla camera, andando in salotto. Filippo è già pronto. Indossa dei semplici jeans lunghi, una maglietta a amiche corte, e tiene come me, una felpa sottobraccio. "Pronto?" chiedo sorridente. "Certo!" dice entusiasta. "Allora andiamo" dico euforica. Apro la porta di casa, per poi richiuderla alle nostre spalle. I miei genitori e Laura sono andati a vedere la casa dello zio, quindi mi tocca anche chiudere a chiave. "Ehi" dico salutando Martina, che è già arrivata. Attraverso il giardino, seguita da Filippo. "Bea!" dice abbracciandomi. "Ciao Filippo!" dice abbracciandolo "Ciao...Martina, giusto?" chiede imbarazzato. "Giusto" risponde lei sorridente. "Eccomi!" urla Sam, correndo verso di noi. "Ciao Sam!" la salutiamo io e Martina. "Ehi!" ci saluta col fiatone. "Ciao Filippo" lo saluta sorridendo. "Ciao Sam" dice sorridente. Almeno ha già imparato qualche nome! é un progresso, no? "Andiamo a prendere Luke e Mirko?" chiede Martina. "Sì, Mirko però è già a casa di Luke" ci informa Sam. "Perché?" chiedo curiosa, mentre ci incamminiamo. "Per farci fare meno strada" continua lei. "Che carino!" commenta Martina. "Già" risponde Sam sorridendo. "Contro quale squadra giocano?" chiede Filippo incuriosito. "K.J. Low" spiega Martina. "Di dove sono?" chiedo io. "Di Cambridge" mi spiega lei. A quanto pare, è ben informata. "Non è che a me importi tanto da dove vengano, peccato che Luke mi abbia fatto una testa così sull'argomento" racconta lei gesticolando, come se mi avesse letto nel pensiero. "é molto distante da qui?" chiede Sam. "Un'ora e mezza di macchina. Ma non sai niente di geografia?" scherza Martina, rispondendole. "No, non è tra le mie materie preferite" continua Sam, ridacchiando. "Eccoci" ci salutano i ragazzi, non appena raggiungiamo la loro via. "Wow! Neanche il tempo di arrivare che siete già qui!" commenta Martina sorridendo. "Ciao Filo" dice Luke dando il cinque a Filippo. Filo? Ma che soprannome orrendo! "Ciao Mirko" dico salutandolo. "Tutto bene Bea?" chiede raggiante. "Sì, tu?" chiedo ricambiando il sorriso. "Bene, bene" risponde lui. "Tutto bene?" chiede Martina avvicinandosi a me. "sì perché?" chiedo confusa, mentre ci incamminiamo verso la scuola. "Non lo so, ti vedo così silenziosa" ammette lei. "Sono solo un po' stanca da ieri sera" dico forzando un sorriso. "Sei entrata in uno dei club sportivi che ci sono qui a scuola?" chiede cambiando argomento. "Non sapevo neanche che ci fossero" ammetto stordita. "Davvero? Ce ne sono tantissimi! Dal basket, al calcio, al nuoto, alle chearleders" dice facendo una faccia disgustata. Trattengo a stento una risata, dopo la faccia comica che ha fatto per commentare il gruppo delle chearleders. "Tu ne fai qualcuno?" chiedo rivoltando la domanda. "No, anche se penavo di iscrivermi a nuoto" confessa. "Potremmo andarci assieme" propongo. "Già! Sarebbe fantastico!" esulta lei. "In che giorni lo fanno?" chiedo. "Martedì e giovedì, oppure c'è la possibilità di fare nuoto libero" dice sorridendo. "Ok, mi ispira nuoto libero" dico raggiante. "La piscina è a disposizione degli studenti il lunedì, il mercoledì e il venerdì, dalle 14 alle 16" mi informa. "Bè, potremmo organizzarci e decidere di andarci insieme, magari anche con Sam" dico entusiasta. "Già, possiamo accennarglielo anche domani, non credo dirà d no" ribatte lei sorridendo. "Eccoci!" dice Sam ad alta voce, quando raggiungiamo lo stabile. "Il campo da basket è quello dento la palestra" mi avverte Martina. "Ma possiamo entrare a scuola anche se è domenica?" chiedo stupita. "Sì, lasciano le porte aperte, e qualcuno resta a sorvegliare" mi risponde Martina. "Aspetta! I biglietti! Quanto vi devo?" chiedo imbarazzata. Perché mi dimentico sempre le cose? "Niente! Ce li offre la società" ribatte Martina. La guardo, senza capirci un granché. "La società regala un tot di biglietti a ogni giocatore, ma solo per le ultime due partite. Matt è riuscito a farsene dare abbastanza per tutti noi, e quindi entriamo gratis!" mi spiega meglio Mirko, che forse aveva notato la mia espressione contorta. "Tranquilla, se ci fosse stato da pagare, ti avremmo già chiesto i soldi da un po'" scherza Sam, mettendosi a ridere. Sorrido anch'io, salendo i gradini di scuola. Domani sarò di nuovo qui, non vedo l'ora! Sì, proprio! Ripercorriamo i corridoi di scuola, raggiungendo velocemente la palestra. Entriamo, venendo invasi da subito, da un ondata di caldo. I ragazzi, che sono in una tenuta bianca, si stanno già allenando, facendo canestri e cose simili, di cui io non sono molto pratica. Avevo provato anni fa a giocare a basket, e mi ero accorta che non faceva per me: avevo tirato il pallone in testa all'istruttore all'incirca una decina di volte, e avevo provocato anche un bel po' di lividi a Cris, che rideva come una matta! Per non parlare di come ero ridotta io! Dall'altra parte del campo, c'è invece un'altra squadra, in tenuta rossa, probabilmente la J.K. Low. Matt si avvicina alla transenna che delinea il campo, dalle tribune. "Ehi!" ci saluta euforico. Mi avvicino anch'io, sorridente. Mi avvicino alla transenna, per essere a pochi centimetri da lui. Mi avvicino, lasciandogli un piccolo bacio sulle labbra. "Ehi!" mi saluta non appena ci allontaniamo l'una dall'altro. "Ehi" ripeto allegra. "Sono contenta che tu sia qui" dice dolcemente. "Anch'io" dico sorridendo. "Matt, vieni!" lo chiamano alcuni ragazzi. "Ci vediamo dopo" dice dandomi un piccolo bacio sulla guancia, per poi allontanarsi rapidamente. Mi volto verso gli altri, con un sorriso da un orecchio all'altro. Alzo la testa, accorgendomi di essere sola. Ma dove sono finti gli altri? Pensavo fossero qui con me! Mi volto, per cercarli con lo sguardo. Luke si sbraccia dagli spalti, facendomi cenno di raggiungerli. Mi avvio, salendo le gradinate. "Potevate almeno avvertirmi!" sbuffo raggiungendoli. "Eri abbastanza impegnata" dice Luke con un sorriso malizioso. Mi avvicino, tirandogli il ciuffo biondo. "Ahi" si lamenta lui. Faccio una smorfia, come per dire te lo meriti. Mi siedo accanto alle ragazze, aspettando l'inizio della partita. Il tabellone segna 22:57 minuti all'inizio della partita. Prendo il cellulare, controllando se ho chiamate o messaggi. Un messaggio. Da Cris. Mi trema la mano, mentre il cuore inizia ad accelerare, le mani a sudare e la testa a fare male. So cosa sta succedendo. Un attacco di panico. Ne ho già avuti parecchi! "Ehi Bea! Bea! Che ti prende?" chiede qualcuno accanto a me. Alzo lo sguardo. È Luke. Passa lo sguardo da me al cellulare, per poi afferrare rapidamente il mio cellulare, strappandomelo letteralmente dalle mani. Mi guarda, con un espressione che non riesco a decifrare. Poi torna a concentrarsi sul cellulare. "È vuoto" dichiara dopo alcuni secondi. Tiro un sospiro di sollievo, anche se qualcosa dentro di me, inizia a farsi largo. "Eri preoccupata?" chiede avvicinandosi. "No" mento. "Allora che ti prende? L'hai sentita ultimamente?" chiede incuriosito. Abbasso lo sguardo senza sapere cosa dire. "Le hai parlato" afferma. La sua voce sembra arrabbiata, triste, delusa, preoccupata. "Vieni" dico alzandomi in piedi e afferrandolo per un braccio. Scendo gli scalini, senza mollare la presa dal suo braccio. "Ma mancano 17 minuti" si lamenta lui. Lo guardo storto. "Hai ragione. Cris è più importante" dice lui. Annuisco, uscendo dalla palestra, seguita da Luke. "Allora?" chiede mentre camminiamo tra i corridoi della scuola. "Un paio di volte lei ha fatto delle chiamate involontarie verso il mio cellulare" dico lentamente, guardando da tutt'altra parte, piuttosto che affrontare lo sguardo di Luke. "E che ha detto?" chiede preoccupato. "Parlava con Federica" dico solamente. "Parkinson? Mi devo preoccupare?" sbotta, sembra arrabbiato. "Federica le ripeteva che lei era... " dico fermandomi. "Lei era cosa?" sbotta Luke, rotto dall'ansia. "Malata, ecco, ma non ho mai capito di cosa, se mi dovessi preoccupare o cosa!" sbotto agitata, mentre le lacrime iniziano a bagnarmi le guance. "E perché non me ne hai parlato?" chiede arrabbiato. "Non lo so avevo paura di preoccuparti, e.." dico senza saper terminare la frase. "è mia amica! Dovevo saperlo! Ne ho il diritto!" ribatte. "Lo so, e mi dispiace! Non sapevo come comportarmi, cosa fare. Ho provata a chiamarla tantissime volte, probabilmente le avrò riempito la segreteria di messaggi, fatto sta che lei non mi ha mai risposto" dico cercando di asciugarmi le lacrime che continuano a scendere. "Non sapevo con chi confidarmi, cosa fare, cosa non fare... mi dispiace" dico scoppiando in un pianto. Luke mi si avvicina, asciugandomi una lacrima e abbracciandomi forte. "Ora ci sono io" sussurra lentamente, accarezzandomi i capelli, senza smettere però di tenermi stretta a lui.

Spazio autrice:

Ecco qua il nuovo capitolo! Che ne pensate? Vi lascio anche un piccolo spoiler....

Tra un paio di capitoli ci sarà finalmente la nascita di una nuova coppia! Chi pensate che possa essere?

Scrivetemelo nei commenti, e votate!

Ps: Quello nella foto è Luke!

Baci, baci!

Giulialovegiulia

You Belong With Me (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora