Capitolo 17 : Vigliacco

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//CAPITOLO REVISIONATO//

"E vi siete baciati ancora una volta?" chiede Cris curiosa.

"No, è arrivato Mike, è ha rovinato tutto! Lo odio!" dico infuriata. Solo a pensarci mi sale una voglia di correre nella camera di mio fratello e prenderlo a schiaffi. Come ha potuto rovinare un momento così speciale e intimo? Interrompendoci proprio sul più bello, per giunta!

"Calmati, chiudi gli occhi, respira, sdraiati sul letto, pensa ad un momento felice, e sorridi" dice Cris, mentre io eseguo alla lettera i suoi consigli, rimanendo lunga distesa per alcuni istanti prima di risponderle.

"Sei fantastica Cris" ridacchio, sentendo i muscoli rilassarsi piano piano.

"Lo so" posso immaginare il suo sorriso anche senza vederla. Scoppiamo a ridere entrambe, come in ricordo dei vecchi tempi, quando trascorrevamo ore al telefono, nonostante ci vedessimo il giorno seguente. Non so perché, ma aveva un suo fascino. Almeno fino a quando mia madre non irrompeva nella mia stanza, minacciandomi con un cucchiaio di legno, una scopa, o qualsiasi cosa avesse in mano, intimandomi di chiudere la conversazione alla svelta. E come se mi stesse leggendo nella mente, sospira un triste: "devo andare, è tardi". Il tono della sua voce è così demoralizzato da farmi sentire quasi in colpa. Come se avessi scelto io di trasferirmi in questo posto a chilometri e chilometri di distanza da tutta la mia vita.

"Va bene" annuisco, come se lei potesse vedermi.

"Ci sentiamo, va bene?"

"Certo" rispondo con un filo di voce. "Ci sentiamo" ripeto le sue parole, mentre un lieve fruscio distorce la sua voce, anche se riesco a distinguere un mi manchi appena accennato, prima che la chiamata venga interrotta e il mio telefono torni a mostrare la foto di noi due e Luke sorridenti, che mi stringe lo stomaco e mi inumidisce gli occhi.

***

Mugugno lentamente, girandomi su un lato, senza riuscire a capire cosa mi abbia disturbato dal bellissimo sogno che stavo facendo, con io e Matt che camminavamo verso scuola, mano nella mano, felici e sorridenti come due fidanzati innamorati. Poi, un rumore metallico, una specie di trillo, ha interrotto tutto, e il mio sogno è stato spazzato via in un baleno, facendomi risvegliare nella mia cameretta caratterizzata dai colori beige e crema. Tutto l'opposta dell'egocentrica stanza che avevo personalizzato io stessa a Seattle. Con un gesto più che aggraziato silenzio la sveglia, chiudendo nuovamente gli occhi. Pochi istanti più tardi una luce fastidiosa mi si intrufola sotto le palpebre, facendomi agitare ancora.

"Dai Bea, è ora di alzarti!" dice mia madre, passando accanto al mio letto e lasciandomi una piccola pacca amorevole sulle gambe coperte dal panno di plaid abbinato al colore delle pareti. Mi tiro il cuscino sopra la testa, sperando in questo modo di trovare un po' di tranquillità. Eppure tutto quello che chiedo io sono solo qualche ora di sonno in più.

"Andiamo dormigliona!" mia madre torna nella mia stanza con una distanza di non so quanti minuti, tirando completamente le tende, e inondando in questo modo la stanza di una tenue luce, attenuata da pesanti nuvoloni grigi che mostrano il classico scenario londinese. "Hai fatto le ore piccole, eh?" mi tira indietro la coperta, mentre un onda gelata mi investe le gambe nude, lasciate scoperte dalla maglietta grigia che avrà più o meno sei anni, e che mi aveva regalato Cris come ricordo di una delle sue vacanze in Jamaica. Mi tiro a sedere di malavoglia, afferrando il panno che ha lasciato ai piedi del letto. "Ti voglio in cucina tra cinque minuti, va bene?" dice lasciandomi un bacio sulla fronte, per poi uscire dalla stanza ondeggiando su un paio di tacchi argentati, abbinati all'elegante tailleur nero che indossa per andare in ufficio tutti i giorni. Improvvisamente i ricordi della scorsa serata mi colpiscono in pieno, mentre una nota di tristezza mi si diffonde in bocca. Cerco di scacciarla via, tamponandomi il viso con l'acqua fredda, una volta raggiunto il bagno, per poi fermarmi ad osservare il mio riflesso. Gli occhi sono segnati da un paio di occhiaie grigiastre, mentre le labbra sono screpolate, probabilmente a causa del freddo di questa città e a cui non ero abituata. Certo, da piccola sognavo sempre di visitare l'Inghilterra con tutte le sue ricchezze culturali, ma ora che sono costretta a viverci, non la considero più così fantastica.

You Belong With Me (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora