Capitolo 13 : Dolorosa verità

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//CAPITOLO REVISIONATO//


Ci allontaniamo lentamente uno dall'altro, tenendo gli occhi chiusi il più a lungo possibile, mentre mi mordo un labbro, come per riassaporare le sue labbra.

"Allora" sussurra, facendomi riaprire gli occhi di scatto. Non posso fare a meno di notare il sorriso imbarazzato che ha stampato sul viso, mentre si passa una mano dietro alla testa.

"Allora" annuisco leggermente, torturando con le dita la gonna del vestito.

"Credo che si sia fatto tardi..."ammette, fissandomi. Abbasso lo sguardo, sentendo improvvisamente una vampata di calore spargersi per tutto il corpo.

"Già, lo credo anch'io" cerco di cacciare indietro un sorriso, incastrando i nostri sguardi.

"Ci vediamo a scuola allora" fa un passo verso di me, indeciso. Poi, come se qualcosa fosse scattato nella sua testa, si avvicina per lasciarmi un bacio sulla guancia. Sento le sue labbra soffermarsi sulla mia pelle, prima di allontanarsi lentamente dal mio viso.

"Sì, ci vediamo a scuola" ripeto automaticamente le sue parole, mentre il mio cervello si spegne completamente.

"Allora ciao" mormora, indietreggiando.

"Ciao" la mia voce è quasi impercettibile, mentre alzo una mano per salutarlo. La luce di un lampione gli illumina il viso, e anche da questa distanza riesco a vedere il sorriso che è comparso sulle sue labbra. Rimango a fissarlo ancora per qualche istante, fino a quando non lo vedo voltarsi, e scomparire nell'ombra. Poi, come un razzo, sfreccio dentro casa, chiudendo la porta alle mie spalle. Resto però girata verso di essa, facendo dei respiri profondi. Poi, come se non riuscissi più a trattenermi, inizio a ridacchiare, sempre più forte, fino a dovermi tappare le labbra con le mani, per non rischiare di svegliare qualcuno. Non riesco ancora a credere a quello che è appena successo. Matt, il ragazzo che ho conosciuto due settimane fa davanti alla segreteria mi ha baciato, e io l'ho baciato a mia volta.

"Oh mio dio" sospiro, passandomi una mano sul volto, cercando di calmarmi. Mi ci vorranno almeno un paio di docce gelate per tranquillizzarmi. Cammino fino alla cucina, accendendo la luce, e avviandomi poi verso il frigo. Prendo una bottiglia di succo all'arancia, versandone un po' dentro ad un bicchiere. Mi appoggio poi al mobile, iniziando a sorseggiare il liquido rossastro. Poso lo sguardo sul tavolo, quando un bigliettino attira la mia attenzione. Mi avvicino, prendendolo tra le dita e riconoscendo poi la scrittura di Laura: Per Bea-Siamo andati anche noi al cinema, però fuori città, non aspettarci alzata. Se hai bisogno chiedi a Mike. Con affetto. Laura. Non riesco a trattenere una risatina. Come se Mike mi ascoltasse. Se anche ruzzolassi giù per le scale, e iniziassi a gridare il suo nome, probabilmente, lui, si limiterebbe a ridere di me e della mia caduta. Accartoccio il biglietto, prima di gettarlo nella spazzatura. Dopodiché, inizio a salire le scale per andare in bagno a struccarmi. Potrei usare il bagno di servizio al piano terra, peccato che sia appunto un bagno di servizio, e che mamma non ci abbia lasciato nemmeno una spazzola o un qualcosa per domare i miei capelli ribelli. Faccio la prima rampa a testa bassa, fermandomi all'inizio della seconda, quando sento dei rumori provenire, probabilmente, dalla camera di Mike. L'idea di correre a per di fiato verso il bagno mi passa per la testa, ma non faccio nemmeno in tempo ad elaborarla che un rumore di passi si diffonde nel corridoio, e di conseguenza, giù per le scale. Pochi secondi dopo, infatti, lo trovo difronte a me, a fissarmi. Il suo sguardo è un misto tra disgusto, rabbia, e qualcosa che non riesco a capire. Ha ancora le stampelle, anche se ormai le sua di rado. Indossa una maglietta a maniche corte, e un paio di pantaloni che gli arrivano all'altezza del ginocchio, lasciando scoperta l'ingessatura. I capelli sono scompigliati, mentre sotto i suoi occhi, due ampi semicerchi scuri, indicano la sua stanchezza.

You Belong With Me (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora