Capitolo 89: Paura di perderti

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"Bea! Beatrice! Mi senti? Ti prego!" continua ad urlare quella voce, così familiare. Spalanco gli occhi di colpo, spaventata. La visuale è completamente sfocata. Sbatto così le palpebre più volte, cercando di mettere a fuoco qualcosa. Una figura è piegata su di me, probabilmente in lacrime. In più, un dolore lacerante mi intorpidisce la testa. "D-Davide?" sussurro. "Sono qui" dice, la voce rotta dal pianto. "Che mi è successo?" chiedo, la mia voce è come un sussurro. Faccio fatica a sentirla anch'io. "Shh" dice cullandomi, più agitato che mai. Mi porto le dita alla tempia sinistra, che mi tormenta con un dolore assurdo. Qualcosa di bagnato e appiccicoso imperla tutta quella parte. Non è acqua. Non sarebbe così appiccicoso se no. Sposto lentamente le dita, ricoperte da una sostanza rossa. Ecco cos'è. "Mi fa male" mi lamento. "Lo so, l'ambulanza sta arrivando" dice piano, stringendomi fra le sue braccia. Una sirena in lontananza squarcia il silenzio, ma sono ormai caduta in un sonno profondo. Una luce abbagliante mi costringe a svegliarmi. Apro lentamente gli occhi, anche se a fatica. Cerco di muovermi, ma mi sento completamente intorpidita. E per di più non sono a casa mia. La stanza in cui mi trovo è completamente bianca e spoglia, e tempestata da un odore strano. E un qualcosa preme sul mio viso. "D-Davide?" chiedo. Niente. Dalla mia bocca non è uscito alcun suono. "Davide?" chiedo sforzandomi. "Tesoro ti sei svegliata!" stride una voce femminile. Mamma. "Mamma? Dove mi trovo?" chiedo confusa. "Oh tesoro! Siamo in ospedale" mi spiega, dandomi un bacio sulla fronte. "In ospedale?" sbotto preoccupata. "Sì, ieri pomeriggio mentre attraversavi la strada, hai avuto un mancamento, e sei caduta per terra. Per fortuna Davide era lì con te e ha chiamato immediatamente l'ambulanza. Sapessi che spavento, tesoro mio" dice dandomi un altro bacio, sulla guancia però. Muovo le mani sul viso, tastando un qualcosa di starno. "Oh, quello è meglio se non lo tocchi. È il tubino per l'ossigeno" mi spiega la mamma, rimettendolo al suo posto. La porta si apre, ed entra un'altra figura. Credo di sapere chi sia. "Beatrice! Ti sei svegliata tesoro!" esulta papà, riempiendomi di baci. "Papà" lo rimprovero. "Oh scusa" dice allontanandosi, imbarazzato. "Come ti senti?" chiede. "Ho un gran mal di testa. E qui" dico indicando la tempia. "Oh, ecco. Vedi, quando sei caduta fortunatamente non hai battuto la testa, ma ti sei tagliata proprio lì. Niente di grave, una ferita neanche tanto profonda" racconta mia madre. "Che ore sono?" chiedo disorientata. "Le tre del pomeriggio" risponde mio padre, consultando il suo orologio da polso. "Ho dormito tutto questo tempo?" chiedo agitata. "Sì, ma non agitarti" dice mia madre, accarezzandomi la fronte. Grandioso! Ho anche perso una giornata di scuola! Sbuffo, in preda all'ansia. "Dov'è Davide? Hai detto che era con me" chiedo a mia madre. "È fuori, con Mike, Laura e tutti i tuoi amici" mi avvisa. "Tutti?!"chiedo allibita. "Già, dei ragazzi squisiti" commenta mio padre. Non posso crederci! Oltre a essere caduta, facendo prendere se non altro un accidenti a Davide, ho spaventato anche tuti i miei amici! Chi sa come avranno passato la giornata! E se hanno avvisato Matt? Oh no, no! Mi agito, nel letto, in preda a questi pensieri negativi. "Tesoro, tranquillizzati. Se il medico ritiene che tu stia meglio, domani tornerai a casa" mi avvisa mai madre, nel tentativo di rasserenarmi. "Voglio vederli" dico all'improvviso. "Ma.." obbietta mia madre. "Ti prego! Voglio vederli!" insisto. "Va bene, vado a chiamare Mike e Laura, e poi anche gli altri. Mamma e papà escono dalla stanza, lasciando il posto ai miei fratelli. "Bea!" esclama Laura, correndo ad abbracciarmi. "Ciao tesoro" la saluto, notando solo ora la mia voce nasale. Cerco d raddrizzarmi, ma invano. "Aspetta. Ti aiuto" si offre Mike. Col suo aiuto riesco a mettermi a sedere, in modo da vedere meglio chi mi sta intorno. "Ma cosa mi combini?" chiede Mike, sedendosi sul brodo del letto. "Non lo so" dico rattristandomi. "Ehi! Non essere triste! C'è già troppa tristezza da queste parti!" commenta Mike. "Ero così preoccupata" continua Laura. "Mi spiace" mi scuso. "Ma la smetti?" chiede Mike scherzando. "Di fare cosa?" chiedo perplessa. "Ma di darti la colpa, è ovvio! Se c'è una persona a cui non puoi dare al colpa sei certamente te stessa" continua lui. Forzo un sorriso, rabbuiandomi. "C'è Davide fuori" mi avverte Mike, al termine della nostra chiacchierata tre. "Puoi farlo entrare?" chiedo supplicandolo. "Certo" dice dandomi un bacio sulla fronte. "A dopo". "A dopo" "Ciao Bea" mi saluta Laura. "Ciao tesorino" dico lasciandole un buffetto sulla testa. "È permesso?" chiede una voce maschile. "Certo, vieni pure" dico drizzandomi sul letto. Davide è in piedi, davanti al mio letto, che mi guarda e sorride. "Vieni qui" dico cercando di reprimere le lacrime che minacciano di scendere. Davide si avvicina a me, abbracciandomi forte. "Bea, bea, bea" mormora mentre mi stringe a sé. Si allontana leggermente da me, forzando un sorriso. "Vuoi che vada a chiamare anche gli altri?" chiede all'improvviso. "No, no. Resta, ti prego" dico scuotendo freneticamente la testa. "Va bene" dice sorridendo, e alzando le mani in segno di resa. Si siede sul margine del letto, senza smettere di fissarmi. "Volevo ringraziarti per ieri" dico ricambiando lo sguardo. "Ringraziarmi?" chiede stupito. "Già, ti sei fermato e hai chiamato l'ambulanza" dico spiegandogli. "Non devi ringraziarmi per questo. Lo avrebbe fatto chiunque" dice difendendosi. "Già, ma l'hai fatto tu" dico guardandolo negli occhi. Una risatina esce dalle sue labbra, mentre si passa una mano dietro alla testa, imbarazzato. "Avresti anche potuto lasciarmi lì" sottolineo. "E perché mai?" chiede incredulo. "Bè, abbiamo litigato, e io credevo che, insomma, anche se mi avessi lasciato lì, io...avrei capito" farfuglio in imbarazzo. "Non lo farei mai. Guarda che io tengo a te. Più di quanto tu creda" dice sorridendo. Ricambio il sorriso, impacciata. "E a proposito della nostra litigata... mi dispiace così tanto" dico tristamente. "Non dirlo, ti prego. Dispiace a me. La sola idea di averti fatto soffrire mi distrugge" dice chinando al testa. "No ti prego" dico cercando di alzargli il mento. "Non dispiacerti" dico guardandolo negli occhi. "Perché? Devo invece! Mi dispiace così tanto. E quando ieri, ti ho vista lì, per terra, senza sensi, sanguinante, mi sono sentito morire. Ho avuto paura di perderti" confessa in lacrime. Forzo un sorriso, accarezzandogli una guancia. Sposta lo sguardo su di me, guardandomi negli occhi. "Allora mi perdoni?" chiede con occhi da cucciolo. "Certo" rispondo sorridendogli. Un enorme sorriso si aprì così sul suo viso, e solo allora mi accorgo di quanto siamo vicini. Davide si avvicina rapidamente a me, eliminando quel poco spazio che ci divideva. Poso una mano sulla sua spalla, cercando di allontanarlo, anche se la poca forza che ho in corpo ha deciso di abbandonarmi proprio in questo momento. Si allontana da me lentamente, capendo forse che avevo cercato di allontanarlo. "Scusa...io...non volevo" balbetta imbarazzato. "Non...non c'è problema" rispondo in stato di shock. "Ti senti bene? Vuoi che chiami un infermiera?" chiede preoccupato. "No tranquillo, sono solo molto stanca"dico seria. "Va bene, allora io...vado" esordisce, nervoso. "Mi dispiace...io" farfuglia ancora una volta. "Non devi preoccuparti, davvero" dico forzando un sorriso. "Allora ciao" mi saluta, allontanandosi da me. "Ciao" mormoro, appena prima che sparisse fuori dalla stanza. Sospiro sonoramente, lasciandomi cadere sul cuscino. "È permesso?" chiede una voce allegra. Mi alzo di scatto. Sulla soglia ci sono Cris, Sam e Martina. "Ragazze!" le saluto entusiasta, mentre corrono ad abbracciarmi. "Come ti senti?" chiede immediatamente Martina, appoggiandosi al muro. "Direi che per essere caduta nel bel mezzo della strada, sto benone" rispondo ridacchiando, mentre Cris e Sam si sistemano ai bordi del mio letto. "Menomale che c'era Davide" mormora Sam. "Già" farfuglio nervosa. "Qualche problema con Davide?" chiede Cris, preoccupata. "Ecco, devo raccontarvi una cosa" ribatto, agitata. "Dicci" attacca Sam. "Qualcosa di grave?" chiede Martina. "Ecco, Davide mi ha...baciato!" scoppio esasperata. "Aspetta! Cosa?" chiede Cris. "Sì, stavamo parlando poi ad un tratto lui si è avvicinato e mi ha baciato" dico in preda all'ansia. "E tu cos'hai fatto?" chiede subito Sam. "Ho cercato di fermarlo, ma non ci sono riuscita. E ho paura che lui ora creda che io sia interessata a lui, ma non è così..."blatero, frenetica. "Non sei sicura di quello che provi, giusto?" chiede Cris. "Già" mormoro imbarazzata. "Non ti devi vergognare. Insomma, Matt è partito, ciao ciao. Andato. Via!" esclama Sam. "Sì, ma si da il caso che i due siano fidanzati" le ricorda Martina. "Sentite! Io amo Matt, ve lo giuro. Non ho mai provato nulla di simile per nessun ragazzo al mondo e non voglio perderlo, così come non voglio perdere l'amicizia di Davide" le interrompo, spostando lo sguardo da una all'altra. "Devi solo cercare di fare un po' di ordine nella tua testa, è possibile che tu provi qualcosa per Davide, ma in confronto a ciò che provi per Matt è praticamente niente" conclude Cris, guardandomi negli occhi. Scuoto la testa, sospirando. "Ma perché non l'hai fermato?" chiede Martina all'improvviso. "Te l'ho detto. Non ci sono riuscita. Sono tutta indolenzita, e la mia forza in questo momento, rispetto a quella di Davide non è niente" rispondo nervosa "Cos'ha fatto Davide?" sbraita una voce. La porta della camera si chiude di colpo, provocando un gran rumore. E davanti ad essa, con le braccia incrociate e lo sguardo famelico, c'è mio fratello. Mike. 

Spazio autrice:

Lo so, il capitolo non è un granché, ma c'è il primo bacio tra Davide e Beatrice! Spero ceh quetso particolare serva  a farmi perdonare!  Commentate e votate!!

Bacioni!

giulialovegiulia

Ps: Per chi non l'ha ancora fatto, passate a leggere il mio nuovo libro, Forever and More, con protagonista Lily Collins!


You Belong With Me (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora