Capitolo 6

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Canzoni del capitolo:

• Somebody Else - 1975


Non so quanti giorni siano passati, da quando siamo dentro il velodromo. Fa molto caldo, a stento si respira. Siamo aumentati di centinaia e non abbiamo ancora notizie di quello che sta succedendo.

Molte sono le domande che mi pongo: Perché ci tengono chiusi qui dentro? A che scopo?

Spero che tutto questo finisca, non vedo l'ora di tornare a casa. Nei giorni scorsi ho conosciuto molte persone. Almeno non posso dire, che mi annoio. E mentre giravo per il velodromo, avevo ritrovato i miei amici. Tra cui: Rachel, Simon, Lèa e Noah. Sono molto felice. Ma tra le lacrime, e le risate, ci siamo fatti forza.

Ora è notte fonda. Sono distesa sul rialzo degli spalti. Sono scomodissimi, ma ci ho fatto l'abitudine. Sento i bambini piangere, per via del caldo o per la fame. Anche io avrei dato qualunque cosa per poter mangiare anche un pezzettino di pane.

Sono dimagrita. Questo non lo metto in dubbio. I vestiti che porto, iniziano a starmi larghi. Ho voglia anche di farmi un bagno caldo. Molti di noi, cadono nella disperazione più totale.

L'altro giorno, una donna si era suicidata buttandosi dal tetto, insieme al suo bambino. Non avevo mai visto una persona morire. Ero stata al funerale di mia nonna, ma suppongo che non sia la stessa cosa. Mi aveva fatto un certo effetto. Quindi è questo il loro scopo? Farci andare fuori di testa, finche non ci suicidiamo?

Non lo accetto.

Io ho la mia famiglia, i miei amici. Non potrò mai perdere la fiducia o cadere nel baratro della disperazione.

Mi alzo, non riesco a prendere sonno. Decido di fare due passi, ma era difficile, non cadere ed evitare la roba sparsa a terra.

Finalmente, dopo pochi passi riesco a uscire dagli spalti e salgo le scale che portano a quella che dovrebbe essere l'angolo del ristoro. Quando si svolgevano le gare, le persone si riunivano qui per prendere il cibo o le bevande. Ma da quando hanno rinchiuso noi, non è stato mai aperto.

Voglio salire sul tetto per vedere le stelle. In giro ci sono i gendarmi. Dovevo fare attenzione, in fondo salire sul tetto non comportava alla "Fuga" ma per loro è pur sempre un pretesto per mettere benzina sul fuoco.

Mi muovo furtivamente, stando attenta a non farmi vedere da nessuno. Quando trovo il cancello piccolo che portava sul tetto, ho come un presentimento. Mi giro, e non vedo nessuno. Mi sarò sbagliata. Apro il cancello, facendo attenzione a non farlo cingolare.

Arrivata sul tetto, respiro a pieni polmoni. Qui su non c'è l'atmosfera deprimente, ma soprattutto non c'è nessuno odore nauseante. Trovo un piccolo rialzo e mi siedo. Il cielo è ricoperto di stelle. Che fortuna! Da quassù si vede tutta Parigi. La torre Eiffel è illuminata e risplende di luce propria, con tutto il suo splendore.

Il mio romanticismo inizia a prendere il sopravento. Non sono una patita di storie d'amore, di consueto adoro di più le storie di avventura, o fantasy.

Ma devo ammettere che la vista da quassù ha un suo perché.

« Ero sicuro di trovarti quassù. » la voce di Simon, mi arriva di colpo alle spalle.

« Allora eri tu prima. Mi hai fatto spaventare, lo sai? » Certe volte, non aveva il senso della misura. Però adesso, che c'è anche lui, mi sento più sicura.

Mi raggiunge e si siede anche lui. La sua mano, si posa, sulla mia. Non ci faccio molto caso. Questo gesto mi fa sorridere. Non so perché. Forse anche lui cerca conforto in un'altra persona.

« Non riuscivi a dormire? » chiede.

« No. Giù si muore di caldo. Ormai non riesco più a star bene. Vorrei dormire e rifugiarmi nei sogni. Anche se spero che, questo sia un sogno. Come fai? Come riesci a stare così tranquillo? »

« Non ci penso. E poi, credo che questa sia una fase. Forse, è una specie di censimento. Poi torneremo a casa. »

« Io non credo. Hai troppa fiducia. Non voglio sognare, per poi rimanere ferita. » dico, delusa. L'animo umano può essere crudele. Ancora non capisco perché ci sia cosi tanto odio.

Alzo la testa e vedo una stella cadente. Chiudo gli occhi ed esprimo un desiderio.

Con tutto il cuore, vorrei che questa guerra finisse. E che non ci sia più odio, rancori e pregiudizi.

« L'hai vista anche tu? » chiede, euforico.

Annuisco. Simon torna da me tutto eccitato e mi chiede cosa ho desiderato. Gli rispondo con calma apparente:

« Se vuoi uccidermi, non privarmi del mio sogno più bello. »

Note Dell'autrice:

Visto che sto riscrivendo i capitoli tanto vale modificarli anche qui. perché sono buona :)

spero vi piaccia

Miriam, intanto, cerca di capire, ancora, cosa prova per Simon. Non trovate che siano carini insieme? :) Ma purtroppo riceverà una bella batosta, poverino XD mi fermo qui. Fatemi sapere se vi è piaciuto e ringrazio sempre chi:

-Recensisce.
​-Chi legge la mia storia.

Baci al prossimo capitolo :)

Breath Of Life| Louis Tomlinson Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora