Capitolo 93

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Canzoni per il capitolo :

If I Were You - Hoobstank

What About Us - Pink

Mi sveglio. Quando apro gli occhi non capisco bene dove mi trovo. Poi diventa tutto più chiaro.
Ero nel granaio con Philipp e ci stavamo nascondendo da Schöster. Philipp ancora dorme e io incomincio ad avere fame.

Scendo le scale. Spero che non succeda nulla in mia assenza. Se non ricordo male ci deve essere una fattoria. Andrò a prendere del latte, del pane e delle uova.

Non sarà affatto facile.  Spero che il contadino non si sia svegliato. Quando arrivo, era tutto tranquillo. Troppo tranquillo. Dovevo fare in fretta. Il sole stava inziando a sorgere.
Entro nella stalla e prendo un secchio e inizio a mungere. Dopo passo nel pollaio a raccogliere le uova e, per fortuna, trovo del pane. Avevo preso anche delle ciotole di legno.

Il secchio era pesante. Quindi dovevo camminare piano. Sono quasi arrivata al granaio. Ho avuto molta fortuna.

Per cucinare queste cose dovrei accendere un fuoco. Vado a cercare dei pezzi di legna. Nella tasca avevo l'accendino di Philipp. Non sarebbe stato difficile. 
Sopra il fuoco metto una pietra. Rompo le uova, e intanto, inizio anche a scaldare il latte.

Non appena finiscono di cuocere, metto le uova con le fette di pane in una ciotola e nell'altra il latte. Spengo il fuoco e salgo le scale. 
Dormiva ancora. Ma non appena mi avvicino apre gli occhi.

« Che cos'è questo odore? » mi chiede, con la voce impastata.

« Buongiorno, anche a te. Sono andata a rimediare la colazione. » gli passo le due ciotole.

« Tu sei pazza lo sai? Nessuno ti ha vista? » si alza leggermente e prende la ciotola con il pane tostato e l'uovo.

« No. » bevo il latte caldo.

Osservo la sua ferita. Il sangue si era seccato, per fortuna. Ma non potevamo restare qui.
Philipp aveva bisogno di cure. Non parliamo da ieri sera. Ogni volta che lo guardo evita il mio sguardo.

Non appena finiamo la colazione, mi alzo. Mi sporgo giù di sotto, per vedere se era tutto tranquillo. Il contadino poteva arrivare da un momento all'altro.

« Dobbiamo andare. Ce la fai a camminare? » gli chiedo.

« Ho la spalla ferita. Ma le gambe funzionano. »mi  risponde con ironia.

Scendiamo e usciamo dal granaio. Il passaggio si trova a due chilometri di distanza. Per colpa di Schöster, ieri ci eravamo distanziati molto.
Ma non eravamo  fuori pericolo.
Schöster potrebbe aggirarsi ancora qui intorno.

« Hai intenzione di tenermi il broncio ancora per molto? » gli dico. Non capisco la sua reazione.

« Jüdin io non tengo il broncio. Non sono un moccioso. Sono solo incazzato, se permetti. »

« Se siamo arrivati a tutto questo. Lo deve grazie a te. La colpa è tua. »

« Mia?! Certo! Bel modo di stare con la coscienza apposto. » esclama

« Philipp sei tu che mi hai mentito! Eravamo finalmente felici. Tu. Sei tu che rovini sempre tutto. »

« Possiamo ancora esserlo. »

« Sì, certo e come? » cerco di abbassare la voce.  « Tu e io i tuoi impegni. Oppure tu, con tuo Figlio e con Hellen. Ah già dimenticavo: adesso c'è anche questa  Gretel. C'è una vasta scelta. » continuo a camminare. Essere felici era una parola. Sono stufa di sentire parole, parole su parole.

Breath Of Life| Louis Tomlinson Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora