Capitolo 27

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Canzoni del capitolo:

• Far Away - Nickelback

•She Will Be Love - Maroon 5

Quegli occhi.

Così gelidi, quanto azzurri e stupendi allo stesso tempo. Tiro un respiro di sollievo, quando me lo trovo davanti.
L'ansia e il terrore svaniscono. Ma il battito del mio cuore non accenna a diminuire. Di questo passo poteva scoppiare. E lui è lì. Con la sua solita espressione: severa e rigida.
La sua divisa perfettamente impeccabile, come sempre. Mi piaceva il suo essere ordinato. È affascinante.
Chiunque lo avrebbe guardato, in questo momento, sarebbe morto di paura. La sua immagine era predisposta per incutere paura. Ma non a me.
Sorrido. Il mio volto torna rilassato. Mi giro per finire ciò che stavo facendo.

« Mi hai fatto morire di spavento. Ma sei matto? » dico con un filo di voce.

Lo sento ridere e avvicinarsi. Il suono dei suoi stivali, perfettamente tirati a lucido, mi fanno venire la pelle d'oca.
Mi è difficile trattenere le emozioni in questo momento.

« Ti ho fatto morire di paura, Jüdin? » le sue parole sono ironiche. « Da quanto vedo, non mi sembra. Respiri ancora. » sbuffa, infine, deluso.

« Non sei affatto spiritoso. »

« Jüdin, te la prendi un po' troppo. »

« Certo che sí. Che cosa diresti, se fossi io quella che vorrebbe la tua morte? » gli domando. Non mi piaceva il suo modo di scherzare. Se è questa l'ironia che usano lui e i suoi colleghi, mi disgusta.

« Ora non dirmi che non lo pensi. »

Silenzio.

Lo pensavo?

Una volta, forse. Se penso a tutti i momenti orribili che ho passato. Che mi ha fatto passare. Se avessi avuto un minimo di coraggio, credo che a quest'ora si ritroverebbe senza l'apparato genitale.
Sento le sue dita sollevarmi il mento. Ci guardiamo, intensamente, negli occhi. Come se nei miei volesse cercarne la risposta.

« Dimmelo, Jüdin. Dimmi che lo pensi. » mi sussurra. Mi fa tenerezza.

Voglio dirgli, che non è vero. Non desidero la sua morte. Ma per qualche ragione a me sconosciuta, non apro bocca.
Vedo il suo viso che si allontana dal mio.

« Come pensavo.... Sai, Jüdin, in fin dei conti, hai ragione. Non siamo poi così diversi. » sussulta, mentre si volta per andarsene.

Alzo le sopraciglia, e rimango sorpresa dalla sua reazione.

« No, aspetta! Non è vero. Non desidero la tua morte. Anche se dovrei, ma... »

« Ma? » dice, riavvicinandosi a me.

« Se io e te vogliamo andare d'accordo, non dovrai mai più dirmi certe cose. Mai più. » la mia voce trema. Non devo piangere.

« Scusami. »

Annuisco, per fargli capire che ho accettato le sue scuse. Io stavo combattendo per la mia salvezza e sentirmi dire che, dovevo morire per forza, mi demoralizza sempre di più.
Lui non potrà mai capire. Non può capire. Non vedeva ciò che lo circondava, o fa solo finta di non vedere.
Le sue mani si posano sulle mie spalle con una presa possente. Il suo alito caldo mi solletica il lobo dell'orecchio. Le mie gambe incominciano a diventare due budini.
Mi sorprende come con poco questo ragazzo mi fa cambiare l'umore.

« Vieni con me. » sussura, con voce roca.

« Cosa? D-dove? »

« Vieni con me. » dice, semplicemente.

Breath Of Life| Louis Tomlinson Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora