Capitolo 83

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Canzoni del capitolo :

• Mirrors - Justin Timberlake

• Dangerously - Charlie Puth

Kerstin mi lascia la mano e non appena entriamo nel salotto, mi siedo vicino a Holga. Hans torna e vedendomi ha una reazione che mi terrorizza.

« Che cosa ci fa lei qui?! » era infuriato. Nonostante tutto parlava a bassa voce. « Vi avevo detto... »

« È voluta rimanere. » Lo informa Kerstin.

Poi si rivolge a me con tono di disprezzo:
« Ci farai uccidere tutti. »

Ingoio una quantità di saliva. Avevo un nodo allo stomaco. Dal corridoio provengono delle voci.
Quando l'ospite entra nel salotto, rimango folgorata nel vedere un uomo: Abbastanza alto, con i capelli brizzolati coperti dal cappello della divisa. A lasciarmi senza parole è stata proprio la sua divisa: Nera come la pece.

Avevo già visto una divisa del genere. Me lo ricordavo benissimo. L'uomo si toglie il cappello. Aveva un'aria serena, con il sorriso stampato sulle labbra. Ma a me non convinceva affatto.

« Scusate per l'interruzione. Sono venuto senza preavviso. Il viaggio da Cracovia fino a qui è stato particolarmente stancante. Ma sono venuto fino a qui per parlare Con Hoffmann. » si siede, poi sul divano, insieme a noi ragazze. « Voi dovreste essere... »

Holga lo precede. « Le ragazze che lavorano in amministrazione, sì. »

L'uomo scruta Holga. Era visibilmente scocciato per essere stato interrotto. « E immagino che voi sapete chi sono io. »

« Sì, che lo sappiamo. Lei è il famoso Cacciatore. Abbiamo sentito tanto parlare di lei. » Lo adula Kerstin.

« Il cacciatore. È un soprannome che mi sono guadagnato con il tempo. » dice, soddisfatto.

« Perchè il cacciatore? » tutti si girano a fissarmi. Solo adesso mi accorgo di aver pensato ad alta voce.

« Perchè sono stato l'unico a scovare gli ebrei persino sottoterra. Sapevo che non tutti, erano rinchiusi nel Ghetto di Cracovia, così sono andato in giro a pescare quella feccia. Alcuni li ho trovati, persino, nascosti sotto le asse del pavimento, o in camere nascoste da dietro delle librerie o altro. Sono in grado di fiutare un ebreo nel raggio di metri. »

Che imbecille. Se veramente sapeva fiutare l'odore mi avrebbe già smascherata.
L'ufficiale della Gestapo, però, continua ad osservarmi. Mi sento come se mi stesse leggendo dentro... in fondo alla mia anima.
Mi ci vuole tutta me stessa per non cedere ed andare nel panico.

Mi scelgo un oggetto e lo osservo, senza staccargli gli occhi da dosso. Ma il cacciatore, mi rivolge ancora la parola, con un tono sospetto:

« La tua pelle è alquanto strana. » inghiotto la saliva, sto cominciando a sudare freddo. « Non sei tedesca. Non ho mai visto donne con la pelle scura come il cappuccino. »

Hans risponde per me. Evitando di farmi parlare: « Sua madre proveniva dall'America latina e suo padre era tedesco. Ingrid, andò con il padre, quando si separano. Quindi è tedesca a tutti gli effetti. »

Hans aveva detto un briciolo di verità, ma mio padre non era tedesco, ovviamente. Ma era stato bravo a prendere in mano il controllo della situazione. Meno parlavo e meglio era.

« Mhhh... » mormora sotto voce. « E come mai è qui? Chi è tuo padre? » mormora, sospettoso.

In salotto cala il silenzio. Adesso eravamo nei guai. Hans riprende la parola, ma prima che potesse farlo viene interroto dall'ufficiale della Gestapo:

Breath Of Life| Louis Tomlinson Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora