Capitolo 51

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Canzoni del capitolo :

• Say Something - A Great Big Word ft Christina Aguilera.

• All I Want - Kodaline

Tornata nel Kanada, racconto tutto a Lucie. Era la sola a sapere e l'unica con cui potevo confidarmi.
Avrei preferito dirglielo anche a Rachel, ma era troppo pericoloso. Ma ci sto male. Era la mia migliore amica. È la prima volta che non le confido un segreto.
Non riesco a pensare ad altro che a stasera. Staremo insieme. Io e lui. Da soli. Mi mordo il labbro. Chissà cosa avrà in mente, questa volta.

Saremo tornati nella radura? Sarebbe bello dormire fuori al chiaro di luna. A volte mi stupisco quanto io sia un inguaribile romantica.
Anche se, non dovevo dimenticare che io e Philipp non dovevamo avere nessun tipo di relazione amorosa.

Avremo chicchierato come al nostro solito e mi va bene così. Forse anche questa volta aveva una sorpresa per me.

Ho una fitta allo stomaco. Sarà la fame? O semplicemente ho paura cosa potrebbe accadere. Cerco di non pensarci.
Non riesco a togliermi quella scena dalla mia mente. Hellen avvinghiata su Philipp. Ringrazio di non essere crollata.
Non volevo rendermi inferiore a lei. Pensavo che mi avrebbe picchiata, ma non lo ha fatto. Sorrido, soddisfatta.

Quell'oca ha avuto quello che si meritava. Ora che ci penso... Perchè dovrebbe importarmi?

Non mi importa nulla. Allora perchè ero così sconvolta?

Mancano ancora sette ore al nostro incontro. Spero che passino in fretta. Lucie mi aveva detto di non starci a pensare e di continuare a lavorare.

Anche perchè, senza accorgermene, stavo andando piano. Se non volevo farmi cacciare devo smetterla di pensare a lui e concentrarmi.

L'ultima cosa che vorrei in questo momento. Gertrude mi da la solita cesta piena di foto. Corro fuori a bruciarle. Sento delle urla. Mi giro e vedo un Kapo prendere a bastonate un ragazzo.

Il sangue schizza da tutte le parti. Vicino a lui c'era un sacco. Probabilmente lo stava punendo per averlo fatto cadere.
Questa era la routine, qui ad Auschwitz.

A volte dimentico, le atrocità di questo posto.
Non so se sia bene o un male. Se mi deprimo troppo stando giù con il morale, farò la fine dei Mussulmani. (*)
Per questo sono grata a Philipp e a tutte le persone che mi sono vicine.
Senza di loro io sarei persa.

***

Nell'ora di cena, c'è sempre la solita fila. Il sole stava tramontando. Appesa al collo tengo la mia gavetta. Dobbiamo tenerla sempre a portata di mano, per non rischiare che la rubino.
È il mio turno. Appoggio la gavetta al centro del pentolone. Più che zuppa, sembrava acqua sporca. Ma non dopo lamentarmi. Era sempre meglio di niente.

Vado a sedermi vicino alle altre, fuori dalla baracca. Adoro questo momento, perchè è l'unico dove possiamo stare insieme.
Mangio la zuppa . Vedo mia madre metterne un po della sua, dentro la mia gavetta.
Volevo dirle che non c'è n'era bisogno, ma avrebbe insistito comunque.

« Com'è andata oggi? » mi chiede Rachel.

« Benone. Continua ad arrivare sempre più roba.

« Pagherei oro, per essere li con voi nel Kanada. Beh se lo avessi » Ridacchia.

Potrei dirlo a Philipp. Gli avrei detto di portarci anche mia madre e mia sorella. Ma era troppo rischioso. Aveva già me di cui occuparsi.

« Cosa mi racconti ? » mi chiede.

« Nulla in particolare. » a dire il vero ho un sacco di cose da dire.

« Una volta ci dicevamo tutto. Anche quando da piccole... » si avvicina al mio orecchio e sussurra. « Ci facevamo la pipi a letto »

Breath Of Life| Louis Tomlinson Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora