Los Angeles

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"Prossima missione?"chiesi a James appoggiando la pistola sul tavolo.Lui diede un'occhiata ai fogli che teneva in mano,poi alzò lo sguardo sorridendo"Questa ti piacerà"affermò passandomi uno di quei pezzi di carta.
"Los Angeles" .Fantastico.Amavo Los Angeles,insomma,chi non amava quella città?C'erano negozi costosi ovunque,i ragazzi erano abbastanza stupidi e insensibili perchè io potessi provarci,soddisfare le mie esigenze e poi scappare via da loro una volta finito il mio lavoro e,diciamocelo,nessuno capiva chi ero veramente.Mi vedevano come la ragazza dolce e indifesa,ma ero tutt'altro.
Sì,cari miei,avete capito bene.Ero un'assassina,no,forse assassina non suona bene.Uccidevo le persone che al mio capo non piacevano,tutto qui.A volte mi divertivo,altre ero totalmente indifferente,ma non provavo mai paura o compassione per nessuno di quegli uomini.Mai.Avevo diciannove anni appena compiuti e avevo già ucciso una ventina di persone,non spaventatevi,erano tutti criminali come me,o almeno così mi dicevano.Ero l'unica ragazza che era stata "addestrata" ad uccidere e,tra tutti quegli uomini,ero la più brava perchè riuscivo a farli morire con il sorriso sulle labbra dopo aver ondeggiato sui tacchi davanti a loro,averli illusi che mi potessero interessare e averli eccitati.Nel momento in cui iniziavano a togliere i vestiti si trovavano in testa un proiettile,poi,fingendo di essere sotto shock correvo dalla polizia per denunciare la morte di quel poveretto e loro non sospettavano di me.
"Quando parto?"domandai.
"Domani"rispose lasciandomi il biglietto tra le mani.
"E chi è il fortunato?"scherzai.
"Ne avrai tanti lì.Ammazzali tutti e i trentamila dollari saranno tuoi."

Il giorno dopo,appena arrivata in hotel,lasciai i bagagli e,ovviamente,andai a fare shopping.Alloggiavo nell'albergo più lussuoso della città,non fare shopping era quasi un reato.
Andai avanti e indietro per negozi tutto il pomeriggio,poi mi sedetti al tavolo di un bar,tutta da sola aspettando che qualche ragazzo si avvicinasse a fare il pesce lesso con me.Tutti ci provavano,nessuno ci riusciva.
Ero una ragazza bellissima.Avevo la carnagione scura,le labbra spesse e carnose,i capelli ricci e neri arrivavano fino al fondo della mia schiena,ero magra,ma avevo le mie forme e,nonostante le mie provenienze brasiliane,avevo gli occhi grigi.Per quello mi avevano chiamata Cristal,i miei occhi sembravano cristallo e tutti i ragazzi pensavano che le persone dagli occhi chiari fossero dolci.Mi divertivo come una matta a prenderli in giro,giocavo con loro come se fossero dei pupazzi.In fondo,i ragazzi lo erano.Bastavano due coccole per farli stare zitti,erano una sorta di cuccioli smarriti.

Un tipo alto e biondo si alzò dal suo tavolo e venne a sedersi di fronte a me."Buon giorno signorina"disse.Mi voltai verso di lui.Non era male.Per qualsiasi altra ragazza poteva essere il principe azzurro,per me era soltanto un ragazzo carino che mi stava per offrire da bere."Buon giorno"risposi sorridendo.
"Come ti chiami,bellezza?"domandò.
Spostai i capelli dietro alla spalla e gli porsi la mano"Cristal,Cristal Diaz"risposi.
"Spagna?"domandò iniziando a giocherellare con il suo cellulare.Scossi la testa,lui provava ad indovintare.
"Messico?"
Scossi ancora la testa.
"Brasile"tentò ancora.Accennai una sorta di applauso e poi gli chiesi il suo nome.Si chiamava Logan.A dire il vero non mi importava molto,ma dovevo chiederglielo per rispetto,o roba del genere
"Sei davvero bella,te l'hanno mai detto?"
"Giusto un paio di persone.."risposi con aria vanitosa.
Il cameriere venne al nostro tavolo,ordinammo due aperitivi,poi continuammo le nostre chiacchierate.Fu così ingenuo da chiedermi che lavoro facevo.Iniziai a ridere,quasi come se avesse fatto una battuta.Lui pensava che fossi una modella,vi prego,non potevo lasciare che continuasse.Era quasi una lagna.
"Lavoro con le pistole."affermai gustandomi la sua facca perplessa.
"Sei un'agente?"
Misi la mano sulla fronte,aveva detto la stupidaggine del secolo.
"Un'infiltrata?"domandò,quasi iniziando a ridere.
Stava per diventare insopportabile.Pensava che fossi "brava"?Pensava che fossi un angoletto?Che illuso.Se avessi potuto gli avrei rivelato il mio lavoro solo per togliergli dalla testa quelle sue stupide idee sdolcinate e tenere.Dov'erano gli americani?Dov'erano gli insensibili?Lui era noioso.Dolce,ingenuo e noioso.
"E se ti dicessi che uccido le persone?"
"Ti crederei,le uccidi con il tuo sguardo."rispose.
Oh mamma,stavo per vomitare.Troppo zucchero faceva male.Era il peggior ragazzo che ci provava con me,il peggiore.Se avessi avuto ancora un paio d'ore gli avrei insegnato qualcosa,ma non mi sarebbero bastate,lui era una causa persa.Finsi di sbadigliare per fargli capire che non ero il tipo di ragazza che si scoglieva alle prime parole tenere.
"Ce l'hai un ragazzo?"domandò.

Mi alzai in piedi,senza rispondergli,presi tutte le borse in mano,lui mi seguiva con gli occhi,quasi come se avesse paura del fatto che me ne andassi."Paga tu"dissi arrogante e andai a chiamare un taxi.
Lui mi raggiunse dopo pochi minuti,prendendomi delle borse dalle mani per aiutarmi.Mi girai"Grazie,ma il mio taxi è qui"affermai arrogante.Aprii la porta della macchina.Prima che potessi entrare mi fermò prendendomi per il braccio."Dove abiti?"domandò.
"Trovami"risposi come se fosse una cosa ovvia ed entrai in macchina.Per fortuna non ci saremmo mai più visti.

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