"Cosa?"domandai sperando che fosse solo uno scherzo.
"Il signore alloggia nella stanza accanto alla sua."ripetè.
Riattaccai ed andai subito a chiudere la porta a chiave,ero spaventata,quasi non riuscivo più a respirare.Non potevo chiamare James perchè lui avrebbe preso tutto alla leggera.Era la fine.
I giorni seguenti lo evitai.Non gli parlavo,appena lo vedevo cambiavo strada e fingevo di non conoscerlo.James mi dava un fastidio matto,continuava a dirmi che nessuno mi avrebbe mai ucciso.Non era così.Qualcosa mi diceva che Logan fosse bravo quanto me ad uccidere,se non di più.
Intanto,ero arrivata alla mia ventinovesima vittima.Mi mancava la trentesima e tutti quei soldi sarebbero stati miei.Avevo la serata libera,ma mi mancava il coraggio di uscire da quella stanza,quindi rimasi lì a guardare un film,coricata sul letto a pensare.Come mi sentivo stupida,non potevo uscire per colpa di un ragazzo.Ero praticamente andata fuori di testa,ogni singolo rumore proveniente da fuori sembrava minacciarmi di morte.Era come sapere che qualcosa di brutto sarebbe successo,ma non sapere quando.Era totalmente angosciante e straziante.
Qualcuno bussò alla porta,mi sentii il cuore battere all'impazzata,mi trovavo in preda ad emozioni che non avevo provato da così tanto tempo e non mi piaceva per niente.
"Chi è?"domandai con un finto tono allegro.
"Logan!"rispose.
"Sono sotto la doccia,torna più tardi.."mentii.
"Ma io non sento l'acqua.."ribadì.Dovevo aprire,quello strazio doveva finire immediatamente.Presi una pistola e la nascosi dietro alla schiena.Aprii la porta in fretta e gli guardai le mani.Non teneva armi,quindi iniziai a guardare nelle tasche e osservai bene la maglia.Nessuna pistola,nessun coltello.Mi rilassai per un attimo.Lui sorrise e mi stampò un bacio sulle labbra.Non me lo sarei mai aspettata.Lo guardai stupita.
"Ah,scusa..forse mi sono fatto prendere un po' troppo la mano..è solo che da quella sera non riesco a dimenticare quel bacio,sai..eri così.."poi si fermò e si mise la mano tra i capelli sedendosi sul letto pensieroso.Io avevo paura,tremavo ancora,ma tenevo le mani dietro la schiena e stringevo forte quella pistola.
"Io ti ho mentito."continuò.Quello era il momento in cui mi avrebbe attaccata,quello era il momento in cui la mia vita sarebbe finita.Si alzò in piedi,io iniziai ad indietreggiare fino a quando mi trovai con le spalle contro il muro.Lui era davanti a me,appiccicato a me.Il suo sguardo si fondeva perfettamente con il mio,le sue mani mi stringevano i fianchi,le sue labbra mi attiravano,erano come una calamita.La sua voce era una specie di sottofondo a tutto quello,perchè non riuscivo a seguire una parola di tutto quello che mi stava dicendo.Era la prima volta in cui quella che sembrava un burattino ero io e non un ragazzo e tutto quello era fastidioso,dannatamente fastidioso."Quanto è passato da quel bacio?Un mese?"domandai,cercando di allontanarlo.
"Trentadue giorni.Esattamente trentadue giorni.Trentadue giorni che io ho passato a pensare a te.Che cos'è questo?Amore a prima vista?"
"Io non ti amo,Logan.."
"Lo so,tu sei Cristal Diaz,tu non puoi amare."rispose abbassando lo sguardo,ma restando sempre vicinissimo a me.
"E tu invece?"chiesi impaurita.
"Cosa?"
"Tu chi sei?O forse dovrei chiederti cosa sei?"
"Io sono Logan Henderson e da trentadue giorni,da trentadue dannati giorni non riesco a smettere di pensare a te e al modo in cui mi stringevi,al modo in cui eravamo perfetti."
"Non ti stavo chiedendo questo."affermai."Chi sei tu?"aggiusi.
Ero così tesa e impaurita,mi sentivo così piccola e insignificante.Mi sentivo trascinata da un vortice di emozioni e stati d'animo che non potevo evitare.Se quel ragazzo non voleva uccidermi materialmente,mi stava uccidendo con le parole.
Iniziò a ridere"Io sono un vampiro come Edward Cullen!"scherzò,ma a me non faceva ridere,non faceva ridere per niente.
"Perchè Cristal Diaz ha così tanta paura oggi?"domandò spostando una ciocca dei miei capelli dietro all'orecchio.
"Chi sei tu?"insistetti.Stavo quasi per piangere,o almeno,credevo di stare per piangere.Non avevo la minima idea di come ci si sentisse quando qualcuno era sul punto di scoppiare in lacrime,avevo sempre definito le lacrime come ammassi di acqua provenienti dagli occhi,ma in quel momento mi accorsi che non era così.
"Io vorrei tanto essere il tuo ragazzo".Continuava a non rispondere,io continuavo a tremare e mi vedevo diventare piccola,minuscola,quasi invisibile davanti a lui,davanti a quello sguardo così intenso.
"Ti ho chiesto chi sei,non chi vorresti essere!"esclamai.Quella pistola gridava,quella pistola doveva sparargli prima che lo facesse lui.
Mi accarezzava il braccio mentre diceva"Io sono un assassino." e la sua mano scendeva ancora di più,forse anche lui aveva sentito il grido di quell'arma,o forse ero stata troppo prevedibile quella volta.La trovò e la prese per poi buttarla a terra."Un assassino,proprio come te."sussurrò.
"Vuoi uccidermi?"
Lui rideva.Perchè rideva?
Gli tirai un colpetto sul petto"Rispondi!Vuoi uccidermi?"domandai con voce sottile e impaurita.Ero indifesa,disarmata.Ero inutile e debole.Non ero io.

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Paralayzed
Fiksi Penggemar-Facciamo un gioco.- propose, con voce convincente. Mi voltai verso di lui e spostai i capelli dietro alla spalla. -Quale?- domandai, ero curiosa. -Ti faccio delle domande e tu devi rispondere.- enunciò, restando vago. -Non mi piace questo gioco.- l...