"Scusami." si scusò Logan senza motivo, facendo un passo indietro e spalancando gli occhi. "Io... Io... Scusami... Mi sembravi lei e... Ho... Ho perso la testa." balbettò, voltandosi dall'altra parte per guardare James e scuotendo la testa. "Mi dai un passaggio?" gli domandò, quasi come se non potesse più starmi vicino.
Io rimasi ancora in silenzio, forse era meglio così, forse era destino, forse io e lui non eravamo fatti per stare insieme, io e lui potevamo solo stare divisi.
James prese le chiavi e scendemmo per le scale in fretta. Non volevo che Logan se ne andasse, volevo restare con lui e basta.
La macchina partì, loro due continuavano a parlare, mentre io stavo seduta sui sedili posteriori e mi chiedevo perchè dovesse succedere tutto quello, perchè proprio a noi. Non era giusto, non lo era per niente. Non potevo vivere felice con lui, non potevo dirgli del bambino, non potevo chiedergli di comportarsi da padre, non potevo amarlo, non potevo essere amata.
"Ci vediamo domani a lavoro?" domandò Jamed, arrestando il veicolo e dando la possibilità a Logan di scendere.
"Mi sono licenziato." affermò lui,tenendo lo sguardo basso.
"Come mai?" chiese il mio amico, spalancando gli occhi, pronto a sgridarlo per qualsiasi cosa brutta.
"Torno in Minnesota ." annunciò all'improvviso.
Non potevo crederci. Se ne andava, se ne andava via per sempre, per colpa mia. Ero rimasta così sconvolta da quella frase, che iniziai a parlare senza neanche rendermene conto. "Ma come farai? Da chi vivrai?" iniziai a tempestarlo di domande, lui mi guardava stranito, non capiva il perchè di tutte quelle domande.
"Ehi! Lascialo respirare!" gridò James, voltandosi verso di me arrabbiato.
"No, non fa niente." lo calmò Logan, sforzando un sorriso e guardandomi. "Mi fa piacere che me lo abbia chiesto." affermò, guardandomi di nuovo negli occhi, pareva che si fosse perso. "Starò a casa di mia madre." spiegò, aprendo lo sportello e trovando un suo amico. Era biondo anche lui, alto quasi quanto Logan, le orecchie un po' a sventola e i capelli corti. Era vestito completamente di nero, con una piccola catenina di ferro attorno al collo. Prese Logan sotto braccio e gli domandò qualcosa all'orecchio.
"Tutto a posto." rispose lui, salutandoci con la mano e voltandosi di spalle. Capii subito che la sua domanda era riferita alle lacrime di Logan .
"Andiamo a preparare le valigie." borbottò il suo amico, tirandogli una pacca rassicurante sulla spalla e incoraggiandolo a trattenere il pianto ancora per un po'.
Lo guardavo distrutta, lo guardavo per l'ultima volta.
Jamed chiuse la porta ed alzò i finestrini. Io ero rimasta con la mano davanti alla bocca, ero sul punto di scoppiare in lacrime e non smetterla più fino a rimanere senza un goccio d'acqua nel mio corpo.
"Cristal, stai tranquilla." sussurrò James, accarezzandomi il viso e cercando di calmarmi.
"Andiamo via." brontolai, cercando di prendere fiato senza agitarmi o impazzire.
Quella notizia mi aveva stremata. Era così fastidioso, le cose più brutte accadevano tutte insieme, senza preavviso o preparazione, accadevano per metterci alla prova, per renderci più forti.
Ma allora perchè io mi sentivo ogni secondo più debole, più inutile, più triste? Perchè non potevo passare un minuto senza piangere?
Ritornammo in ospedale, i piedi iniziarono a bruciare di nuovo, quindi mi fecero sedere su una sedia a rotelle e mi riportarono in camera. Cassandra corse subito da me, ma io restavo in silenzio, non avrei più parlato con nessuno, perchè nessuno era in grado di capirmi.
"Dolcezza, tutto a posto?" domandò lei, sfiorandomi la fronte con le dita e spostandomi i capelli dal viso.
"Voglio stare da sola." non risposi e la respinsi con sole quattro parole.
Sorrise ed annuì, voltandosi ed andandosene. Per fortuna lo fece, se fosse rimasta sarei diventata sgarbata.
Mi appoggiarono sul letto e mi lasciarono sola anche gli altri infermieri, James non aveva il coraggio di entrare in camera, sapeva come mi sentivo e che non era il momento giusto per parlare.
Mi coricai e piansi in silenzio, come una matta, forse stavo diventando matta. Lui partiva, partiva per sempre lontano da me. Se prima c'era stata qualche speranza di potergli ritornare accanto, in quel momento era del tutto svanita.
Qualcuno aprì la porta ed accese in fretta la luce. "Cristal." mi chiamò, riconobbi subito la sua voce.
"Cassandra, che succede?" domandai, rivolgendole lo sguardo. Speravo che se ne andasse al più presto.
"Dovrei chiedertelo io." replicò, avvicinandosi e sedendosi vicino a me.
"Va in Minnesota." spiegai, senza aspettarmi alcuna risposta.
"Se è vero amore, non sarà la distanza a dividervi." mi consolò, asciugandomi le lacrime.
Erano stupidaggini di cui non mi fidavo. Io odiavo tutto quello, odiavo di nuovo la mia vita. Mi mancavano i tempi in cui io e Logan eravamo innamorati, quando eravamo la coppia perfetta. Desideravo con tutto il cuore ritornare ai tempi in cui entrambi passavamo intere giornate a lavorare, ma, appena i nostri sguardi si incrociavano, tutta la stanchezza svaniva come per magia. Volevo svegliarmi ogni mattina e trovare il suo capo appoggiato ad un cuscino vicino al mio, la sua mano sul mio fianco e il suo respiro sul mio collo. Avevo bisogno di ogni suo bacio, di ogni sua carezza, di ogni suo scherzo e anche di ogni litigio. Io avevo bisogno di lui!
"Non piangere." sussurrò l'infermiera, prendendomi tra le sue braccia ed abbracciandomi in un modo così strano e materno che non avevo mai visto prima. Come era possibile? Perchè lei mi trattava come se fossi sua figlia, se mi conosceva da quattro giorni al massimo?
Sembrava quasi che mi avesse vista distrutta e stesse cercando in qualsiasi modo di rimettere insieme i miei pezzi, ma era impossibile, era impossibile senza lui.
Mi prese il viso tra le mani e mi guardò negli occhi. "Vuoi fare una doccia?" chiese, come se avesse potuto consolarmi.
"Non riesco a stare in piedi, mi fanno male." mi lamentai, scuotendo la testa.
"Hai diciannove anni, Cristal. Non puoi lasciarti andare in questo modo." sussurrò convincente, afferrandomi le mani.
"Non mi sto lasciando andare! Ho metà del corpo bruciato, il mio ragazzo crede che io sia morta e adesso? Adesso cosa mi rimane?" alzai il tono di voce e feci piangere pure lei. Ero un mostro. Mi odiavo più di qualsiasi altra cosa. Riuscivo a portare soltanto il male nelle vite altrui.
"Che cos'è quello?" mi chiese, indicando l'album fotografico che mi aveva dato Logan.
"Le nostre foto." risposi, prendendolo tra le mani. "Mi voleva regalare anche questo." aggiunsi, mostrandole l'anello.
"Fammi vedere le foto." propose, aprendo e sfogliando l'album.
La feci avvicinare a me ed osservai la prima pagina. Non sapevo che Logan avesse fatto una raccolta di foto, o almeno, non lo avevo saputo fino a quel momento.
"E' lui?" domandò sorridente, scorgendo la prima foto. Si vedevano soltanto i suoi capelli, perchè ci avevano immortalati mentre ci stavamo baciando.
"Lui." sussurrai, appoggiando l'indice sulla foto di fianco alla prima, dove il suo viso era chiaramente in mostra.
"Siete così belli insieme. La vita è così ingiusta." borbottò, mentre scuoteva la testa e girava pagina. C'era una foto in cui Logan mi aveva fatta sedere sulle sue ginocchia e aveva iniziato a stampare i suoi baci dolci ovunque, ma non capivo come avesse fatto a scattarla.
"Io lo amo così tanto." sussurrai, girando nuovamente pagina. "Eravamo così diversi da completarci, come due calamite, oppure... che ne so, il Sole e la Luna, la terra e l'acqua, la notte e il giorno. Ma lui era la mia parte mancante, soltanto quando lo avevo vicino mi rendevo conto di tutto quello che mi era mancato prima." iniziai a sfogarmi, finalmente riuscivo a parlare con qualcuno, finalmente qualcuno si dimostrava disposto ad ascoltarmi senza darmi della pazza.
Era incredibile, lei rimaneva ferma ad ascoltare, quasi come se capisse. Continuava ad osservare le foto che scorrevano una vicino all'altra, in un solo mese ne avevamo scattate così tante e, dietro ad ognuna, c'era un ricordo che mi riscaldava il cuore almeno per un nano secondo.
Mi ritornava in mente la voce di Logan mentre mi chiamava, mentre ripeteva "La mia piccola" oppure "La mia principessa". Soltanto in quel momento, mi resi conto che, di quelle frasi, non era la parte del "Piccola" o "Principessa" a farmi impazzire, era quel "Mia" posto in mezzo a due parole che scatenava qualcosa dentro me impossibile da controllare, ma pur sempre meraviglioso.
Mi appoggiai alla spalla dell'infermiera e continuai a raccontarle tutto di noi: come ci eravamo conosciuti, come mi trattava, tutti i giochi, tutti gli scherzi, le date importanti, il primo bacio, la prima uscita. Le raccontai anche di quando io e Logan litigammo perchè lui voleva dormire insieme a me e che quella sera corsi a casa sua per farmi perdonare.
"E poi? Avete fatto l'amore?" domandò curiosa.
Arrossii ed abbassai lo sguardo. "No, lui voleva soltanto dormire con me." risposi sorridendo.
"E quando avete fatto l'amore com'è stato?" insistette.
Mi metteva in imbarazzo, ma avevo bisogno di parlare di Logan. "Era la mia prima volta e... Sai, in passato ho avuto alcuni problemi." chiarii.
"Che tipo di problemi?" si spaventò.
"Hanno tentato di violentarmi quando avevo quattordici anni ed è successo anche altre volte, ma sono riusciti sempre a portarmi via." la tranquillizzai, appoggiandomi di nuovo sulla sua spalla.
"E quindi la prima volta è stata deludente?" chiese, accarezzandomi la spalla ed ascoltandomi come una madre.
"No, no. Tutti dicono che la prima volta è deludente, ma per me non lo è stato. Logan era così dolce, lui capiva, aveva pazienza. Ha fatto di tutto pur di farmi sentire a mio agio quella notte." continuai. Non riuscivo a capire come un sorriso fosse apparso sulle mie labbra, forse soltanto il pensiero di Logan mi rendeva felice. Io avevo bisogno di lui per essere felice.
James entrò di colpo nella camera, senza salutare nessuno nè bussare. "Devo parlarti, Cristal." annunciò, chiudendosi la porta alle spalle e guardandomi con aria seria.
"Che succede?" domandai stranita, sollevando la testa e chiudendo l'album.
"Io... io ci ho riflettuto a lungo." disse ambiguo. Era agitato, lo notavo dalle mani, sembrava che non sapesse dove metterle. "Voi due... Voi... Voi due eravate troppo felici... Io devo fare qualcosa per farvi restare insieme, per rendervi felici. Io lo devo fare." balbettò, sembrava che non riuscisse quasi a parlare talmente era nervoso.
"Che cosa devi fare?" chiesi, mi aveva incuriosita così tanto.
"Andiamo in Minnesota, Cristal." sbottò deciso, facendomi sorridere ancora di più. Saltai giù dal letto e corsi ad abbracciarlo, non sapevo come o quando, sapevo che James stava cercando di fare qualcosa per noi e mi bastava quello.
-Ciao ragazze!
Come avevate previsto, il bacio tra Logan e Cristal non c'è stato, ma James sta facendo qualcosa per loro!
Secondo voi come farà? Dirà a Logan la verità? E pensate che Cristal, in compagnia di Logan, voglia abortire ancora?
Grazie mille per le recensioni, vi amo!
( scusate se trovate nomi come Justin o Matt ma scrivo davvero tante storie, e a volte mi confondo)
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Paralayzed
Fanfiction-Facciamo un gioco.- propose, con voce convincente. Mi voltai verso di lui e spostai i capelli dietro alla spalla. -Quale?- domandai, ero curiosa. -Ti faccio delle domande e tu devi rispondere.- enunciò, restando vago. -Non mi piace questo gioco.- l...