-Good morning.-

572 49 11
                                    


L'influenza, poco a poco, passò. Logan trovò lavoro nello stesso posto di James, avevano gli stessi turni, così uscivano da casa insieme, ritornavano insieme e non c'era cosa che mi tranquillizzava di più. Io continuavo a lavorare nello stesso luogo di mia madre, ma il capo aveva cambiato i turni in modo da non far combaciare il mio con quello di Alejandra e le cose sembravano andare bene.
Io e Logan eravamo in camera, appena ritornati dal solito pomeriggio al mare ed avevamo appena fatto la doccia. Logan stava controllando le ennesime foto che avevamo scattato sulla spiaggia, quando la puntò di nuovo su di me, mentre  mi stavo pettinando i capelli. Non ero ancora vestita, avevo indossato l'accappatoio di Logan. Mi voltai verso di lui e lo guardai, quasi come se volessi chiedergli le sue intenzioni.
"Come mai quella faccia?" domandò, abbassando l'apparecchio e sorridendo.
"Hai fatto foto per tutto il pomeriggio." lo richiamai, girandomi di nuovo verso lo specchio.
"Ma è solo perchè sei bella." protestò, scattando un'altra foto.
"Adesso tocca a me." brontolai, prendendogli la macchina dalle mani e iniziando a scattargli altre foto. Logan scherzava, fingeva di essere un modello prendendo in giro quel mestiere, quasi come se fosse il peggiore che ci potesse essere. A dire il vero, io avevo sempre pensato che lui, in uno studio fotografico, avrebbe saputo come comportarsi e soprattutto come muoversi.
"Adesso basta, ti prego." mi supplicò, prendendomi le mani e stampandomi un bacio sulla guancia.
"Non te la caverai così." risposi, spingendolo sul letto e cadendo su di lui, rimanendo a pochi centimetri dal suo viso. Mi guardò per alcuni secondi, restando in silenzio e trattenendo addirittura il respiro perchè avrebbe potuto rovinare quel momento. Mi mise la mano tra i capelli, mentre l'altra scese lungo la mia schiena lentamente.
"Non provocarmi, piccola." scherzò, appressandomi a lui ed unendo le sue labbra alle mie in un fantastico bacio passionale. Agitando le labbra mi chiese l'accesso della lingua, quasi come se non fosse ovvio che glielo avrei permesso. La sua mano scorse lentamente lungo le mie spalle , spostando, poi, l'accappatoio e sfiorandomi la pelle con le dita morbide, continuando a baciarmi. "Forse è meglio se ci fermiamo già da adesso." borbottò, allontanandosi e ricoprendomi le spalle.
"Ma non c'è James in casa oggi." protestai, accarezzandogli il petto.
"Sei sotto antibiotico, Cristal." mi ricordò, muovendosi e facendomi capire che voleva alzarsi.
"Ma non ho più l'influenza." mi lamentai, non lasciandolo allontanare. "Avanti, tutti sanno che quella della pillola e l'antibiotico è solo una stupidaggine." cercai di convincerlo, poggiando le mani sui suoi pettorali. Abbassò lo sguardo, tenendo d'occhio i miei palmi e soprattutto dove si erano appoggiati. Scosse la testa e mi stampò un altro bacio sulla guancia. "Un'altra sera." negò, allontanandosi e cercando una maglietta.
"Va bene." sbuffai, slegando l'accappatoio e lasciandolo cadere in fretta a terra mentre prendevo anche io i vestiti nell'armadio.
Mi osservò attentamente e sorrise, scuotendo la testa. "vestiti." disse premurosamente. "Prenderai freddo di nuovo." affermò, posando gli occhi sul mio corpo e continuando a guardarlo come se non ci fosse cosa più bella.
Notai il suo sguardo e mi resi conto che, nonostante il desiderio, non avrebbe fatto l'amore con me, non quella sera. "Come vuoi tu." risposi, prendendo la biancheria intima ed indossandola.
Mi stavo mettendo la maglia, quando Justin iniziò di nuovo a parlare.

"Facciamo un gioco." propose, con voce convincente.
Mi voltai verso di lui e spostai i capelli dietro alla spalla. "Quale?" domandai, ero curiosa.
"Ti faccio delle domande e tu devi rispondere." enunciò, restando vago.
"Non mi piace questo gioco." lo interruppi, scuotendo il capo.
"Non ho ancora finito." sussurrò, avvicinandosi di qualche passo, posando l'indice e il medio sotto al mio mento. "Se dirai la risposta giusta, potrai togliermi i vestiti." spiegò, fondendo il suo sguardo con il mio. Mi toglieva il respiro, avrei potuto collassare solo per quello sguardo.
"E se sbaglio?" chiesi, attorcigliando le braccia attorno al suo collo.
"Se sbagli ti svesto io." replicò secco. Quel gioco mi piaceva, mi piaceva parecchio.
"E una volta finito il gioco?" perseverai con le domande, facendolo quasi spazientire.
"Sta a te immaginare il resto." affermò, poggiandomi le mani sui fianchi e continuando a tenere su di me quell'occhiata che non mi permetteva di rinunciare.
"Ci sto." risposi.
"Inizio con le domande?" mi interrogò. Annuii e aspettai la prima domanda. "Qual'è il mese in cui sono nato?" iniziò.
Sorrisi. "E' facile. Settembre." risposi, prendendogli i bordi della maglietta e buttandola a terra, in fretta.
Sollevò le sopracciglia e sospirò, cercando un'altra domanda. "Giorno?" chiese, quasi come se fosse sicuro che non lo sapessi.
"Il quattordici." risposi, abbassando le mani alla sua cintura.
Mi fermò e sorrise malizioso. "Non così in fretta." sussurrò, quasi come se stessi correndo troppo. "Qual'è il nome di mia madre?" domandò ancora, sapendo di non avermelo mai detto. Scossi la testa ed abbassai lo sguardo, cercando di indovinare.
"Non lo so." mi arresi, facendolo ridere. "Non ridere, non me l'hai mai detto!" esclamai, tirandogli un colpo sulla spalla.
"Non rido per quello." mormorò, facendo scorrere i palmi sul mio corpo fino ad arrivare alla vita, per prendere i bordi della t-shirt ed iniziando a tirarla su lentamente.
Si fermò al mio ombelico, iniziando a farmi altre domande. "Qual'è la cosa che più mi piace?" continuò.
Lo pressai a me ed avvicinai le labbra al suo collo. "Questo." sussurrai, lambendogli il collo e mandandolo in confusione. Sentivo il suo respiro affannarsi, capendo di aver fatto la cosa giusta.

"Time out." sussurrò, lanciando la maglietta a terra e spingendomi contro il muro. Unì le sue labbra alle mie e iniziò a baciarmi in un modo così passionale da farmi perdere la testa e non farmi capire cosa stesse succedendo. Fece scorrere le dita sulla mia pancia, fino a farle salire sul mio seno ed iniziando a massaggiarlo. Gli afferrai la cintura e la lanciai a terra, per poi prendere anche i suoi pantaloni ed iniziando a sbottonarli. Sembrava quasi che non potessi più aspettare, era qualcosa che non riuscivo e non volevo controllare.
Cominciò a mordicchiarmi le labbra,mentre la mia mano finì tra i suoi capelli, accarezzandoli dolcemente e lasciandomi trasportare dal suo modo di portarmi in un altro mondo, quasi come se, quando ne avevamo bisogno, il tempo si bloccasse e non ci fosse nessuno in grado di fermarci.
Mi levò i pantaloni e mi afferrò le cosce in modo da sollevarmi. Spostò la sua testa sul mio seno e iniziò a baciarlo come se stesse baciando oro, o addirittura qualcosa di più prezioso.
"Oh Dio, Logan." mi appagai, aggrappandomi al suo collo e chiedendogli di continuare, quasi supplicandolo.
"Ti amo." borbottò, sfiorandomi la pelle con le sue labbra morbide e carnose. Sentivo il suo labiato vellutato poggiarsi ovunque e, talvolta, anche la lingua. Ogni singola parte del mio corpo parlava di lui, voleva lui, lo desiderava come poche cose al mondo si desideravano.
Si sedette sul letto, facendomi appoggiare su di lui e continuando a baciarmi. Si sdraiò lentamente e mi tirò verso di lui, in modo da restare insieme anche in quel momento. Fece calare le mani sul mio sedere e lo strinse con i palmi , facendomi piegare le ginocchia, in modo da appressarmi a lui ancora di più.
Con una mossa abile, si girò, trovandosi su di me e iniziando a lambire la mia pancia, continuando a palparmi il seno con le mani. Io stavo impazzendo, non riuscivo a fare niente, potevo solo stringerlo a me e chiedergli di continuare.
Le sue labbra salirono ancora, iniziò a leccarmi il seno e continuò a farmi impazzire, senza dire una parola, sembrava che parlassimo con i respiri.
"Cristal." pronunciò il mio nome come se fosse il più bello al mondo, come se fosse l'unico che voleva pronunciare. Riusciva a farmi sentire una principessa anche in quel momento, anche mentre il piacere aveva invaso le nostre menti e non ci permetteva di pensare ad altro. Lui riusciva a farmi sentire la persona più importante del mondo, nonostante io non lo fossi, nonostante ci fossero milioni e milioni di ragazze che avrebbe potuto amare con più facilità, senza problemi o preoccupazioni.
Ma lui voleva me.
Voleva soltanto me e me lo dimostrava ogni giorno, come se farmene rendere conto una volta non bastasse.
Mi slacciò il reggiseno e lo lanciò a terra, continuando a palparmi il seno ed a baciarmi.
"Sei sicura che James non è in casa?" mi chiese, alzando di poco il capo e guardandomi negli occhi.
"Sono sicurissima." replicai, accarezzandogli il collo e convincendolo a baciarmi nuovamente.
"Aspetta." mormorò, alzandosi in fretta e chiudendo la porta a chiave. Lui era fissato, aveva sempre paura che entrasse qualcuno proprio nel nostro momento, mentre io non ci facevo mai caso, mi lasciavo trasportare dalle emozioni e non mi importava di ciò che ci circondava. Logan era più timido, più riservato, più impaurito. Forse era quello il motivo per cui lo adoravo così tanto.
"Meglio così." risposi, aspettandolo seduta sul letto e provocandolo con lo sguardo.
Sorrise malizioso e si avvicinò in fretta, ricominciando a baciarmi.
"Piccola." borbottò, buttando anche le mutandine a terra. Eravamo entrambi totalmente nudi.
Spinse il suo bacino contro il mio e penetrò in me, mentre entrambi gemevamo. Restò fermo alcuni secondi, per poi iniziare a muoversi delicatamente fino ad entrare una seconda volta. Mi aggrappai alla sua schiena, mentre i nostri corpi erano totalmente uniti.
I nostri respiri si affannavano velocemente, i nostri cuori battevano uno vicino all'altro e le nostre labbra continuavano a cercarsi, ma allo stesso tempo tiravano fuori dei gemiti di piacere.
Appoggiò il capo vicino al mio collo, mentre le mie unghie gli graffiavano la schiena facendogli un po' male, ma rimaneva sempre, per lui, un dolore piacevole. Attorcigliai le gambe ai suoi fianchi e mi lasciai trasportare da lui, che mi guidava come se fosse la prima volta.
Iniziò a succhiare la mia pelle, lasciandomi consapevole che avrei trovato un livido, ma non mi importava. Cominciò, poi, a mordermi la pelle sul collo, mentre io continuavo a gemere ogni volta che penetrava in me.
Lui mi diceva che adorava la mia voce, mi chiedeva di continuare a gridare ed a pronunciare il suo nome. "Continua, piccola. Continua, ti prego." sussurrava, non sapendo che non c'era bisogno di chiedermelo, mi faceva impazzire, non riuscivo a pensare ad altro, solo a lui.
"Logan." lo chiamai, gemendo, mentre la mia schiena si inarcava a causa del piacere.
"Amo la tua voce." ripetè, con voce affannata.
Strinsi le sue braccia e continuai a farmi trasportare dalle emozioni, da lui. Lui era la fabbrica delle mie emozioni, dipendeva tutto da lui. Io dipendevo da lui.
Era fantastico, sentivo che noi due saremmo rimasti per sempre, che niente avrebbe mai potuto dividerci, niente ci avrebbe mai separati.

Logan si coricò vicino a me e rimase in silenzio, io lo guardavo, non riuscivo a staccargli gli occhi di dosso. Era così bello, così perfetto in tutto.
Mi appoggiai al suo petto e chiusi gli occhi, rilassandomi.
Attorcigliò il braccio alle mie spalle e mi strinse forte a sè. "Ti amo tanto." sussurrò, stampando le sue labbra sulla mia fronte.
"Anche io." replicai, cercando la sua mano ed attorcigliano le mie dita alle sue.
"Forse è meglio se dormiamo adesso, domani devo svegliarmi presto." affermò, abbassando di poco il viso e guardandomi negli occhi. Annuii e mi voltai dall'altra parte, prendendo le lenzuola e coprendomi.
Fece scorrere la sua mano sul mio fianco, fino ad arrivare al mio cuore e la fece restare lì. Adoravo quando lo faceva, quando posava la sua mano lì, mi sussurrava di amarmi con le mani, parlava con le sue mani grandi e dolci, sembrava che mi dicesse di volermi tutta per sè.
Mi addormentai tra le sue braccia.
Sentii qualcuno bussare irripetibilmente alla porta. "Logan, muovi il culo!" gridò James. Logan si vestì in fretta ed uscì fuori.
"Fai silenzio o la sveglierai!" lo sgridò, prendendo il portafogli.james  infilò la testa nella porta socchiusa e notò tutti i vestiti a terra. "Dio, che schifo! Voi avete fatto... Che schifo!" esclamò, uscendo fuori.
"Fai silenzio!" insistette Logan. Prese le coperte e me le tirò su fino al collo, coprendomi bene. Aprii gli occhi e lo guardai. "Dormi, principessa, io vado a lavorare." mi rassicurò, accarezzandomi il viso. "Ti ho messo la sveglia alle sette." aggiunse, salutandomi ed andando via.

La sveglia suonò, mi voltai e la spensi, trovando un bigliettino con scritto "Buon giorno, piccola mia."
Sorrisi, avevo già riconosciuto la calligrafia di Logan. Con un solo biglietto, mi aveva rallegrato la giornata.
Mi alzai dal letto ed andai in bagno per lavarmi la faccia. Alzai lo sguardo, verso lo specchio e trovai un post-it. "E' inutile che ti specchi, sei bellissima."
Sorrisi ancora e lo presi tra le mani, capivo che quei bigliettini erano il motivo per cui James gli aveva gridato di sbrigarsi.

-Ciao ragazze!
Vi è piaciuto il capitolo? Spero di sì.
Ho solo bisogno di sapere cosa ne pensate, se vi piace, se non vi piace, se c'è qualcosa che non va. Vi prego, vi sto chiedendo questo piccolo favore.
Ringrazio comunque tutte le persone che perdono quei minuti per commentare  e anche quelle che leggono e non commenta non, grazie mille veramente.
La scrittura è come una specie di fuga per me e voi siete fantastiche.
Vi amo.

ParalayzedDove le storie prendono vita. Scoprilo ora