-What you didn't aspect.-

791 58 31
                                    

Ultimo Capitolo




James mi buttò nei sedili posteriori della sua macchina, senza neanche legarmi. Lui si sedette su quello anteriore e mise in moto, andando velocemente verso l'ospedale. Io non parlavo neanche, non me la sentivo. Stavo ancora ripensando a Logan, alle sue grida. Mi chiedevo cosa gli fosse passato per la testa in quel momento.
Continuavo a piangere, mi sentivo inutile. Il fatto che non mi avesse riconosciuta mi aveva completamente distrutta, forse creava più dolore delle braccia.
James parcheggiò l'auto ed aprì lo sportello, cercando di prendermi senza farmi male. Per sbaglio, afferrò la mia mano. Iniziai a gridare. C'era qualcosa sotto, le bruciature non potevano farmi male in quel modo di punto in bianco, da sole.
"Cazzo." borbottò scordandosi della delicatezza e prendendomi nonostante le mie grida di dolore.
Sentii la voce di una donna e, dopo pochi minuti, riconobbi quella di Cassandra. "Come diamine ti è venuto in mente di portarla via dall'ospedale di nascosto?" lo sgridò, facendomi appoggiare su una barella.
"Doveva vederlo, tu me lo avresti impedito." si giustificò, guardandomi. Sembrava che non sopportasse le mie grida.
"Guarda cos'è successo! Guarda come l'hai ridotta!" strepitò lei, lasciando tutta la colpa su James.
"Non sono stato io, no." borbottò, guardandomi e sentendosi colpevole di tutto.
"Risparmiate i sensi di colpa per dopo!"strillai, mentre mi contorcevo dal dolore.
Arrivarono altri dottori, alcuni infermieri. Uno di loro, non sapevo quale, mi appoggiò una mascherina sulla bocca. "Conta fino a dieci." disse, guardandomi negli occhi.
"Uno, due..." i dolori iniziarono piano piano a svanire. "Grazie mille a chiunque sia sta..."cercai di ringraziare di dottori, ma non riuscii a finire la frase e mi addormentai.

Spalancai gli occhi e mi ritrovai in ospedale, James mi guardò e mi accarezzò la fronte. "Come stai?" mi chiese, sorridendo. Era stranamente dolce.
"C'è la luce, è già mattina?" domandai, guardandomi intorno e cercando di capire cosa fosse successo.
"Sì, è mattina." sorrise.
"Che mi hanno fatto?" domandai, sperando che non mi raccontasse niente di grave.
"Niente, hanno solo fasciato le bruciature. Adesso è tutto a posto." sviò il discorso, aspettandosi che non domandassi niente. Abbassai lo sguardo e ripensai a Logan. Le ustioni erano, ormai, il mio ultimo pensiero.
"Che cos'è quella faccia?" chiese James, avvicinandosi e vedendo che stavo per scoppiare a piangere.
"Lui... Lui non mi ha riconosciuta. Non si è ricordato di niente." mi lamentai, mentre una lacrima scese velocemente lungo la mia guancia. Sembrava che mi stesse consumando, era così amara.
"Si era appena svegliato da una sbronza."sussurrò lui, cercando di essere convincente.
"Non sembrava ubriaco quando era con me, quando parlava. So bene com'è lui quando si ubriaca e non è mai calmo quando beve."smentii, allontanandolo. Volevo soltanto stargli vicino, stare vicino al mio ragazzo, al padre dei miei figli. In quel momento, mi sembrava di chiedere la Luna e non la cosa più semplice al mondo.
"Vuoi chiamarlo?" domandò, sorridendo.
Annuii ed incrociai le braccia. James digitò il numero di Logan e mi fece cenno di rimanere in silenzio.
"Ehi." sentii la voce di Logan e mi si strinse lo stomaco.
"come stai?" domandò James, guardandomi e sorridendo. Pensava che, continuando a sorridere, potesse rallegrarmi, ma non ci riusciva.
"Io... Io credo di impazzire." borbottò Logan,abbassando lentamente il tono di voce.
James balzò sulla sedia. "Perchè?"
"Ieri sera mi sono ubriacato e ho passato la notte con una ragazza. Questa matta si è messa ad urlare di notte e qualcuno l'ha portata via. Non so chi era, non so niente. Oggi ho controllato il cellulare e ho visto che ho scritto a Cristal di notte." spiegò, appiattendo le parole. Si sentiva lontano un miglio che cercava di trattenere il pianto.
"Che le hai scritto?" domandò iniziando a camminare per tutta la camera.
"Non importa dove sei, principessa. Verrò a cercarti ovunque." pronunciò quella frase e mi mandò in confusione. Ecco cos'aveva scritto.
"Senti,Sei a casa?" lo interrogò James aveva capito che sentire quelle parole mi uccideva, mi distruggeva.
"Sì." replicò Logan. Si sentiva il suo respiro affannato, stava per piangere anche lui.
"Allora aspettami lì." annunciò James, uscendo dalla camera d'ospedale senza neanche salutarmi.

Cassandra venne a farmi compagnia, iniziammo a parlare.
Prese l'anello che mi aveva regalato Logan e lo squadrò, fino a quando non le venne un'idea e un sorriso apparve sul suo viso. "Guarda." sussurrò, togliendosi una collanina di ferro dal collo ed infilandoci il mio anello. "Ecco il tuo anello, adesso potrai indossarlo." sorrise, legando la catenella dietro alla mia nuca.
"Grazie." la ringraziai, ma non stavo neanche pensando al suo gesto.
Prese in pettine ed iniziò a pettinarmi i capelli. "Ho sempre voluto una figlia, sai?" mi confessò, ma io non parlavo più. "Hai passato un po' di tempo con Logan" mi domandò, sperando di strapparmi qualche parola.
Annuii e sorrisi. "Posso dormire un po'?" chiesi, fingendo di essere stanca.
"O... Ok." balbettò, togliendo il pettine dai miei capelli ed andando via. Chiuse la porta e rimasi da sola.
Mi immaginavo Logan al mio fianco, me lo immaginavo mentre mi stringeva i fianchi e si addormentava con le labbra appoggiate al mio collo. Me lo immaginavo mentre si coricava e aspettava che mi appoggiassi al suo petto caldo, la sua mano passava lentamente dai miei capelli alla mia schiena e ci sentivamo tranquilli. Me lo immaginavo quando sussurrava lentamente di amarmi al mio orecchio e restava in silenzio.
Mi addormentai di nuovo, alle nove di mattina, pensando che Logan fosse di fianco a me.



Sentii qualcosa vibrare e mi svegliai di colpo. Ripensai un attimo a tutto.
"Dio, che sogno strano." brontolai, mettendomi la mano sulla fronte. Afferrai il cellulare vibrante e vidi il nome di Logan. "Buon giorno amore." mormorai, sperando di non svegliare tutti i parenti addormentati in soggiorno a causa dell'evento.
"Incubi?" domandò Logan. Lui sembrava così lucido, probabilmente si era svegliato da tanto.
"Era un sogno stranissimo, te lo giuro." replicai.
"Senti principessa, adesso riattacca e fai una bella dormita. Nessuno vorrebbe vedere una sposa con le occhiaie." disse velocemente. Era così euforico.
Sorrisi. "Va bene." borbottai, sospirando.
"Piccola..." mi chiamò. La sua voce assunse un tono così dolce.
"Dimmi." risposi, aspettando che dicesse una frase tenera.
"Ti amo." affermò, quasi come se mi stesse dicendo un segreto.
"Anche io." annunciai. Non vedevo l'ora di poterlo abbracciare di nuovo. Questa stupida tradizione in cui, prima del matrimonio, lo sposo e la sposa non potevano stare insieme era orribile.
"E sono sicuro che quel vestito bianco ti starà d'incanto, ma..." si interruppe, quasi come se qualcosa non andasse.
"Ma?" sbottai, terrorizzata.
"Ma si sentirà meglio quando te lo toglierà!"esclamò una voce maschile, probabilmente quella di Carlos.
"Siete dei pazzi pervertiti!" li sgridai, scoppiando a ridere.
"Andiamo, non si poteva più sentire. Era troppo dolce. Amorino di qua, amorino di là!" piagnucolò Kendall.Già me lo immaginavo mentre gesticolava e imitava Logan.
"Logan, sono in viva voce?" domandai arrabbiata.
"Sì, amorino mio!" gridò Carlos.
"Fottetevi tutti!" scherzai, ma loro mi presero sul serio. Logan decise di togliere il viva voce e si spostò in una camera dove gli altri non potevano sentire.
"Scommetto che hai sognato di nuovo che io mi perdevo durante l'addio a celibato come in Una notte da leoni." ironizzò.
"No. Ho sognato una cosa veramente strana. Io ero un'assassina o roba del genere e che tuo padre  era un agente e.... e io morivo in un incendio, ma non ero morta!" esclamai, tutto d'un fiato.
"Cristal." pronunciò il mio nome e scoppiò a ridere per l'assurdità del mio sogno. "Tu davvero pensi che mio padre possa mai essere un agente?" domandò tra una risata e l'altra.
Qualcuno bussò alla porta. Dissi a Logan di aspettare un attimo ed andai ad aprire. Era Patricia, lei aveva deciso di dormire lì, quella sera, perchè con Logan c'erano soltanto uomini.
"Ciao." la salutai, facendole cenno di entrare. "Vuoi parlare con Logan?" le chiesi, porgendole il cellulare.
"Voi due avete parlato? Porta sfortuna! Non si può!" mi sgridò.
"Se è per questo non si può neanche fare sesso prima del matrimonio!" gridò Kendall, lasciando Patricia a bocca aperta.
Scoppiai a ridere ed arrossii.
Il giorno più bello della mia vita era partito decisamente bene. Non vedevo l'ora di trovarmi vicino all'altare con Logan, mentre ci scambiavamo gli anelli e le nostre promesse. Non vedevo l'ora di rivederlo e di baciarlo nel momento in cui il prete ce lo permetteva.
Io e lui, dopo anni di fatica, ci sposavamo.

The end.


E così, non esiste un assassina audace e senza paura, non esiste alcuna fuga, non esiste alcun incendio.
Era tutto un suo sogno, prima del giorno del matrimonio.

Ciao ragazze, grazie per avermi accompagnata durante questa storia. Spero di avervi stupite.

Presto ne scriverò una nuova, se vorrete leggerlo vi darò il link.
Vi amo.

ParalayzedDove le storie prendono vita. Scoprilo ora