Al mattino mi trovai aggrappata al suo petto,ormai tutto bagnato a causa delle lacrime.Mi aveva coperta con la sua felpa ed era rimasto in maniche corte durante la notte,lì,con me.Aveva permesso di addormentarmi,aveva permesso di sfogarmi ed era restato di fianco a me in quel momento.
Si sentivano già i rumori della città.Il traffico,le persone che correvano,i bambini al parco,i pullman.Poi,però,c'era il suono del suo respiro,quello era il mio preferito.Si amalgamava perfettamente con tutti i rumori fastidiosi di macchine e camion rendendoli piacevoli.Il profumo della sua pelle pallida nascondeva l'odore di smog tipico delle grandi città.Lui,invece,eliminava tutti i lati negativi della vita.
"Sei sveglia?"domandò aprendo gli occhi e guardandomi.
Annuii e lo strinsi forte a me per ringraziarlo di quello che aveva fatto.Mi sfiorava la guancia con due dita,lentamente e delicatamente.Quello era un risveglio fantastico,nonostante tutta la tristezza e la confusione del giorno precedente."Che ne dici di andare a casa?Se rimaniamo ancora un po' qui inizieranno a pensare che siamo dei barboni"scherzò alzandosi in modo da rimanere seduto.
Mi tirai in piedi e gli porsi la mano."Andiamo in un posto più bello."proposi sorridendo.
"Dove?"chiese grattandosi gli occhi e levandosi.
"Prima accompagnami in hotel,devo cambiarmi."affermai,togliendo il suo maglione dalle spalle e lasciandoglielo tra le mani.Iniziammo a camminare ed andammo in hotel velocemente.Lui continuava a fare domande,voleva sapere dove lo avrei portato,ma io non glielo riferivo.Entrammo nella mia stanza e mi vestii in fretta.Lo presi per mano e lo portai al Griffith Park.Volevo passare un po' di tempo con lui e quel posto era uno dei miei preferiti,perchè era un luogo in cui regnavano la calma e la tranquillità;io in quel momento ne avevo un bisogno matto.
"Adoro questo posto."mi confessò sedendosi per terra.Era incredibile il modo in cui mi trattava come se non gli avessi mai parlato di niente,era incredibile il modo in cui fingeva di non sapere per non mettermi a disagio.Mi accomodai di fianco a lui e sentii il suo braccio appoggiarsi al mio fianco,abbracciandomi.Sembrava quasi una favola,lui era il principe e io la ragazza rinchiusa nella torre che lo aspettava,a quel punto dovevo solo lasciar calare i capelli dalla torre e farlo arrampicare.
Diedi un'occhiata al cielo,era meravigliosamente azzurro,non c'era neanche una nuvola,.Il Sole splendeva proprio al centro del cielo e illuminava i nostri visi come una candela al buio,o forse era lui ad accendere il Sole,non riuscivo a capire.Quando i raggi toccavano la sua faccia sembrava quasi un angelo,probabilmente era una sorta di angelo senza ali,sceso in terra per tenermi al sicuro,era quello.Mi appoggiai a lui e chiusi gli occhi per godere quel calore sul mio viso,lui restava in silenzio e continuava a guardarmi sorridente.Sembrava che i suoi occhi non riuscissero a staccarsi dal mio viso,quasi come una dipendenza.Sentii di diventare rossa,nonostante la carnagione scura.Ero sicuramente diventata color peperone,cosa mai accaduta precedentemente.Era la prima volta che provavo imbarazzo,ma quella sensazione mi piaceva,mi piaceva da morire soprattutto per il fatto che fosse lui a crearla.
"Non guardarmi così,mi metti in imbarazzo.."sussurrai abbassando lo sguardo e intrecciando le nostre mani come se fossero state create appositamente per unirsi.
"Cristal Diaz è timida?"domandò sorridendo e imprimendo delicatamente le sue labbra sulla mia fronte,stampando un piccolo bacetto che mi creò un brivido lungo tutta la schiena e la pelle d'oca.
"Solo un po'."risposi avvolgendo le braccia attorno alla sua vita e appoggiando la testa al suo petto.
"Sai,io mi sento veramente bene quando sono vicino a te."borbottò appoggiando la sua testa alla mia.Sorrisi,non sapevo come rispondergli,ero totalmente bloccata,potevo solo sorridere ed essere felice per trovarmi di fianco a un ragazzo così dolce.Iniziò a giocherellare con i miei braccialetti,come se fossero la cosa più interessante,come se non riuscisse più a parlare dopo quello che aveva detto,come se avesse paura.
"Tu no?"chiese,dispiaciuto per non aver risposto.
"Io no."replicai secca alzando lo sguardo.Aggrottò la fronte,pronto a chiedere il perchè,ma io lo interruppi continuando la mia frase."Io quando sono vicina a te mi sento in paradiso."
Fece un sospiro e mi strinse ancora più forte iniziando a ridere come un cretino."Mi hai fatto prendere un colpo,principessa."mi rimproverò.Dio,mi aveva chiamata ancora principessa,sentii un palpito al cuore,che sembrava ingrandirsi ogni volta che mi chiamava in quel modo.
"Non è questo il momento di dirlo."affermai guardandolo negli occhi.
"E che cosa dovrei dire in questo momento?"domandò.
"Niente."risposi afferrandogli il colletto della maglia e avvicinandolo a me in modo da ottenere un fantastico bacio passionale e tenero,così tanto tenero che le sue labbra rosee,vellutate e morbide sembravano fondersi con le mie come due ferri ad alta temperatura.Accarezzava il mio viso con i pollici,appoggiando le altre dita sotto il mento,io avevo posto le mani sul suo collo,ma per il resto ero totalmente immobile,stregata dal suo modo di essere perfetto.Si staccò un attimo,osservandomi e spostandomi i capelli dalla faccia,tenendoli con le mani,per poi iniziare a stampare dei piccoli baci sulla fronte,sulle guance e ritornando alle labbra,mordicchiandole e sfiorandole con le sue.Quello era il momento più bello della mia vita,era meravigliosa la maniera in cui riusciva a farmi dimenticare tutto con un semplice sguardo o un semplice sorriso.
"Scappiamo insieme"bisbigliò nel mio orecchio,imprimendo,poi,le sue labbra sulla mia guancia.
"E dove potremmo andare?"chiesi abbassando lo sguardo.
"Non lo so,se vuoi andiamo in Brasile,ma dobbiamo andare via di qui.."affermò,la sue voce conquistò dieci toni di preoccupazione.Adagiò di nuovo le sue labbra soffici e consistenti,coricandosi ed aspirandomi insieme a lui.Appoggiò le sue mani grandi e curiose sulla mia schiena,facendole scendere senza esagerare.Sembrava quasi che mi leggesse nella mente,o che captasse tutti i miei pensieri con uno sguardo.
"Saresti pronto a venire in Brasile con me?"lo interrogai sconvolta.Non me lo sarei mai aspettata.Mi avrebbe addirittura seguita a migliaia di chilometri di distanza da casa sua,in un posto del quale non sapeva la lingua,la cultura e non conosceva nessuno.
"Solo se,quando litighiamo,tu e i tuoi amici non mi prendete in giro in portoghese."scherzò.Iniziammo a ridere tutti e due,abbracciati,sicuri uno nelle braccia dell'altra,felici da far schifo,tranquilli come se non ci fossero pericoli,spensierati.
"Magari un giorno ce ne andremo."affermai facendomi cullare dal suo respiro e dalla compressione di quell' abbraccio,che ci condensava quasi come le nuvole che stavano invadendo il cielo non più blu e ci univa fino al punto di non farci più capire se eravamo due persone o una sola.
"Sai una cosa?I miei amici brasiliani dicevano sempre che ci sarebbe stato un ragazzo che prima o poi mi avrebbe cambiata,io non ci credevo,ma forse avrei dovuto ascoltarli.."gli dissi accarezzandogli il petto.
Le sue labbra si allargarono in un gigantesco sorriso,fino ad arrivare quasi da un orecchio all'altro."Quel ragazzo sarei io?"domandò compiaciuto.
"No,Kendall.."risposi sarcastica.Lui spalancò gli occhi,mi credette.Scoppiai in una risata isterica e lui fece lo stesso,capendo di essere stato stupido a credermi.
Restammo ore intere in quel parco a baciarci,a scherzare,a ridere e a giocherellare come due bambini.Era una cosa fantastica,sembrava quasi di ritornare piccola.Avevo sempre vissuto con la certezza che i miei momenti di infanzia fossero finiti a quattordici anni,quando improvvisamente avevo iniziato a vivere da sola,a dormire sulle panchine e a rubare per sopravvivere.La mia felicità da bambina era finita nel momento in cui avevo preso una pistola e avevo sparato a quell'uomo per salvarmi la vita,erano terminati nell'attimo in cui ero andata a rubare a casa di James e lui mi aveva portata con sè in Russia a fare l'addestramento,trasformandomi nel mostro che ero.Mentre le altre imparavano a truccarsi,io imparavo ad usare le pistole.
Quando ero con Logan però,riuscivo a sentirmi una bambina,una bambina felice.Riuscivo a rivivere tutti i momenti più belli,non lo avrei mai lasciato scappare,quel ragazzo era troppo importante.Se avessi cercato in tutto il mondo,non avrei mai trovato qualcuno come lui,qualcuno che mi faceva sentire viva come lui,qualcuno che mi rendeva importante come lui.
Mi riaccompagnò in albergo,davanti alla porta mi fermai a salutarlo.
"Sai..quando ti ho chiesto di andarcene,non scherzavo.."affermò impacciato mettendosi la mano dietro al collo.
Annuii."Grazie per la bella giornata"sussurrai aprendo la porta e voltandomi per entrare in camera.
"Aspetta!"esclamò.Mi girai subito per vedere cosa fosse successo,non mi diede tempo di pensare e domandò"Ci vediamo in spiaggia alle nove,questa sera?"meditò sorridente.
Guardai l'orologio."Sono le nove meno cinque!"affermai stranita.
"Lo so!"rispose come se fosse una cosa ovvia.
Chiusi la porta e mi indirizzai verso la spiaggia con lui.
Ciao ragazze!Scusate il ritardo.
A parte questo,secondo voi Logan e Cristal scapperanno?
Vi prego,ditemi cosa ne pensate,ci tengo veramente tanto.
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Paralayzed
Fiksi Penggemar-Facciamo un gioco.- propose, con voce convincente. Mi voltai verso di lui e spostai i capelli dietro alla spalla. -Quale?- domandai, ero curiosa. -Ti faccio delle domande e tu devi rispondere.- enunciò, restando vago. -Non mi piace questo gioco.- l...