-You're fine.-

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Avevo paura, James mi aveva messo delle idee in testa che non sarebbero andate via facilmente, era quasi come se mi avessero bombardato il cervello di paure per il futuro.
Andammo in clinica ed aspettammo il nostro turno.
"Siete venuti in Brasile da poco?" domandò il dottore, abbassando gli occhiali e controllando alcuni fogli.
"Sì, da pochi giorni." rispose Logan, al mio posto.
Lui sorrise e scosse la testa."Questa è solo un'influenza dovuta al cambiamento di clima, di cibo e tutto il resto." spiegò, iniziando a scrivere qualcosa.
Logan sospirò, mentre la sua bocca si allargò in un sorriso a trentadue denti. Sembrava che qualcuno gli avesse tolto un peso dalle spalle.
"Dovrai prendere un antibiotico che inizierò a farti effetto tra pochi giorni, dipende tutto da come reagisce il tuo corpo." continuò il dottore, lasciandoci il foglio tra le mani e avvertendoci che potevamo andare.
"Grazie dottore, grazie mille." bisbigliò Logan, totalmente ruffiano.
Aprimmo la porta, pronti ad uscire.
"Ah, ragazzi!" ci fermò, facendoci voltare verso di lui. "Volevo solo ricordarvi che l'antibiotico annulla l'effetto della pillola." ci avvertì, facendoci intimidire totalmente. Logan diventò addirittura rosso.
Annuimmo e ci precipitammo fuori.
"Santo cielo! Io non mi fiderò mai più di quello che dice James!" esclamò Logan, mettendosi la mano tra i capelli e continuando a sorridere.
"Tu vorresti dire che, se fossi incinta, scapperesti?" lo interrogai, fermandomi in mezzo alla strada ed incrociando le braccia.
Rimase fermo a pensare e spalancò gli occhi, come se fosse entrato in una trappola con i suoi stessi piedi. "No, piccola." smentì, cercando qualcosa da dire. "Ma abbiamo solo diciannove anni." aggiunse, avvicinandosi a me ed accarezzandomi le spalle. "Cioè, capisci che io non potrei mai essere un buon padre a questa età?" perseverò, preoccupato. Pensava che mi fossi offesa, non sapendo che io e lui avevamo lo stesso modo di reagire alla questione.
"Ma io voglio un figlio." mentii, guardandolo arrabbiata ed attendendo una risposta.
"Ma, principessa... Un figlio è.. Una responsabilità, cioè, ti rendi conto? Prendersi un impegno del genere alla nostra età?" balbettò, cercando di giustificare le parole che aveva appena detto.
Scoppiai a ridere e lo abbracciai. "Stavo scherzando, avremo tanto tempo per i figli, adesso è presto." spiegai, appoggiandomi alla sua spalla e lasciandolo immobile.
"Sei una piccola stronzetta." mi accusò, spostando le mani sulla mia pancia e muovendo velocemente le dita in modo da farmi il solletico.
"Non farlo, non farmi il solletico." lo richiamai, indietreggiando e tenendolo lontano con i palmi della mano.
"Se lo faccio che succede?"perseverò, avvicinandosi e continuando ad agitare le dita.
"Ma io sto tanto male." protestai, rendendo la mia voce dolce.
"L'unico motivo per cui ti risparmio." ringhiò, appoggiando il suo braccio attorno alle spalle. Iniziammo a camminare verso casa, fino a quando non ci trovammo davanti alle scale.

"Sai una cosa?" pensò ad alta voce, grattandosi il mento. "Non ti ho ancora fatto entrare in questa casa come si deve." aggiunse, posando la sua mano sotto alle mie ginocchia e sollevandomi.
"Che fai?" domandai sconvolta, aggrappandomi al suo collo.
"Non fare domande!" mi sgridò, indirizzandosi verso le scale.
"Sono sei piani, prendi l'ascensore!" gli consigliai, indicando l'ascensore.
"Quanto si stava bene quando restavi in silenzio!" esclamò arrabbiato, imponendomi di stare zitta.
Percorse sei rampe di scale a piedi, con me in braccio, senza fare neanche una smorfia. Aprì la porta con le chiavi e la spinse velocemente con il piede. Fece un passo avanti, facendomi sbattere la testa contro la cornice.
"Scusa, piccola." sussurrò, scoppiando a ridere.
Posai le mani sulla fronte e iniziai a lamentarmi dal dolore.
"Dai, non esagerare!" mi sgridò, facendo un altro passo avanti, fino ad arrivare al divano e buttandomi lì.
"Logan" lo chiamai con voce triste.
"Che c'è?" chiese, avvicinandosi e guardandomi negli occhi.
"Oltre all'antibiotico, dobbiamo comprare qualcosa per il mal di testa." risposi, continuando a tenere la mano sulla fronte.
Andammo in camera, mentre Logan rimaneva in silenzio, io, coricata sul letto, piagnucolavo per la mia testa e lo maledicevo in tutti i modi.
Sbuffò e si avvicinò a me. "Dove ti fa male?" chiese, spazientito.
"Sulla fronte." mi lamentai, quasi come una bambina viziata.
"Sistemo tutto io." mormorò, sdraiandosi su di me e iniziando a stamparmi qualche bacio sulla fronte.
Abbassò di poco il capo e mi guardò negli occhi, facendomi capire che, dopo quello sguardo, avrebbe unito le sue labbra alle mie. "Non so se ti conviene baciarmi." borbottai, appoggiandogli la mano sulla nuca.
"Perchè?" domandò, iniziando a mordicchiarmi le labbra.
"Potrei passarti l'influenza." affermai, facendo scendere le mie dita sulle sue spalle e facendogli un piccolo massaggio.
"E che importa? Tanto non ho un lavoro." negò, spostandomi i capelli dal viso e posando le sue labbra sul mio collo.
"Ti ho fatto perdere il lavoro." mi incolpai, diventando triste.
"Non mi piaceva neanche." mi rassicurò, alzando il capo e guardandomi di nuovo negli occhi. "Non fare così, quando ridi sei più bella." sussurrò, spostando di nuovo la tasta sul mio collo, in modo da lambirlo.

"Cristal, cosa ti ha detto il..." sentimmo la voce di James, che si precipitò nella nostra camera, aprendo la porta senza neanche bussare. Logan si spostò all'istante, alzandosi in piedi e poggiando una mano dietro alla testa a causa dell'imbarazzo. "Scusatemi, brutto momento, avrei dovuto bussare." si scusò, chiudendo di nuovo la porta, per bussare e sentirsi dire che poteva entrare.
"Che volevi?" lo interrogai, come se fosse entrato nel momento meno opportuno.
"Niente, volevo sapere se sei incinta, ma ho capito che non lo sei, visto che eravate sul punto di provare a fare un figlio." si arrabbiò, uscendo dalla camera e sbattendo la porta.
Logan scoppiò a ridere e si avvicinò a me, iniziammo a parlare, tra qualche coccola e qualche scherzo.
Io sentivo freddo, forse avevo ancora la febbre. Iniziai a rabbrividire e Lui lo notò all'istante.
"Hai freddo?" chiese, accarezzandomi la fronte con le labbra.
Annuii e presi le coperte, infilandomici sotto e cercando di riscaldarmi. Logan, nonostante i gradi elevati del clima brasiliano, fece lo stesso e mi raccolse tra le sue braccia, iniziando a sfregarmi le spalle in modo da provocare calore.
"Dovrò comprare un termometro." affermò, facendomi sorridere.
Non mi ero mai sentita così importante, ma lui ci riusciva, lui riusciva a farmi stare bene anche con la febbre o con il mal di testa, lui riusciva a farmi sorridere in ogni minuto.
La sua mano girovagava tra i miei capelli, massaggiandomi delicatamente il capo, fino a farmi chiudere gli occhi per il rilassamento. Il suo respiro aveva invaso l'aria, ero così stanca, mi sembrava che fossero le tre di notte, quando in realtà era poco più di mezzogiorno. "Se hai sonno, dormi." mormorò, lasciandomi appoggiare al suo petto e continuando a giocherellare con i miei ricci.
Adoravo quel suo modo di fare, quella sua pazienza nel restare vicino a me fino ad addormentarmi, restare in silenzio e camminare in punta di piedi per non svegliarmi. Amavo il modo in cui mi proteggeva, senza mai arrabbiarsi, senza mai dire una parola, ma semplicemente facendomi capire dove sbagliavo o come sbagliavo. Aveva quel fantastico modo di farmi sentire parte di lui.
Mi addormentai dopo poco, sicuramente sarebbe uscito e mi avrebbe lasciata da sola nel sonno, per poi ritornare e risvegliarmi. Sarebbe rimasto con James e avrebbero parlato ancora, magari un giorno sarebbero diventati amici veri, ma io non me ne sarei accorta in quel momento, perchè dormivo, restavo nei miei sogni, ad occhi chiusi, dove potevo assaporare la parte più bella della mia vita, dove c'era Logan e nessun altro tipo di disturbo, niente che avrebbe potuto allontanarci.
In realtà, però, il vero sogno iniziava quando aprivo gli occhi e trovavo il suo viso a pochi centimetri dal mio e il suo fantastico sorriso invadeva la mia visuale e mi induceva a fare lo stesso.
Lo amavo come se fosse l'unico ragazzo che si potesse mai amare. Lo amavo come se nel mio cuore non ci fosse spazio per altro.

Sentii qualcuno aprire la porta e mi svegliai di colpo, aprendo gli occhi e balzando sul letto.
"Piccola, tranquilla. Sono io." sussurrò, avvicinandosi e poggiando la mano sulla mia fronte. "Sei ancora calda." affermò, prendendo qualcosa che stringeva tra i palmi. "Ti ho preso l'antibiotico" mormorò, lasciandolo sul comodino e chiedendomi di nuovo di addormentarmi.
"Che ore sono?" domandai, cercando un orologio da qualche parte.
"E' presto, come ti senti?" chiese, abbassando la testa e portandola vicino alla mia.
Feci un sospiro, sentivo ancora quella specie di nodo alla pancia ed era fastidiosissimo. Avrei tanto voluto liberarmene al più presto. "Male." replicai, stringendomi l'addome e rannicchiando le coperte.
"Oh." si addolorò, quasi come se vedermi con l'influenza facesse star male anche lui.
"Mi stringi? Ho freddo." lo supplicai, allargando le braccia e cercando affetto. Non se lo fece chiedere due volte e si coricò di nuovo vicino a me.
"Dove sei stato?"lo interrogai, intrecciando le sue dita alle mie.
"Ho cercato un lavoro da qualche parte, ma per ora non ho trovato niente." affermò.

-Ciao ragazze!
Abbiamo scoperto che Cristal non è incinta.
Nel prossimo capitolo vedrete un po' più di affiatamento tra Logan e Cristal, magari qualche scena un po' spinta, l'immaginazione è tutta vostra.
Grazie mille.
Vi amo!

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