-Crazy-

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"Ma adesso non riesco più a sopportarlo. Ho una paura matta del fuoco, non posso neanche vederlo."spiegò triste.
"Però c'è un lato positivo."lo interruppe Logan.
"Quale?"domandò, scuotendo la testa come se non potesse esserci un lato positivo.
"Hai detto che Cristal è la tua migliore amica per la prima volta."rispose, tirandogli una pacca rassicurante sulla spalla.
James sorrise timidamente ed abbassò lo sguardo. "E' strano vedermi così,eh?"chiese conferma, guardando altrove pur di evitare il viso di Logan. "Le avevo insegnato a non amare proprio per questo, ma non mi sono ricordato che quando il vero amore arriva non c'è niente da fare per evitarlo, non c'è modo."affermò, passandosi la mano tra i capelli.
Era la prima volta che lo sentivo parlare in quel modo, era come vedere in ghiaccio riscaldarsi, ma non sciogliersi. Era la cosa più strana al mondo.
"Spero solo che tu non la stia prendendo in giro come farebbero gli altri. E' una bella ragazza, ma non devi amarla solo per il suo aspetto."aggiunse James, voltandosi verso Logan ed aspettando una sua risposta.
"Non lo farei mai, lei è molto di più di una bella ragazza."ribattè, voltando la testa verso di me.
Sorrisi e lo ringraziai in silenzio per aver distratto James. Mi coricai di nuovo perchè sentivo ancora quella specie di nodo alla pancia.
"Almeno tu te ne rendi conto. Sembra forte, ma alla fine è la persona più fragile al mondo." continuò James, prendendo il telecomando e cambiando canale, le partite lo annoiavano.
"Ci sarò sempre per lei."lo rassicurò Logan, appoggiando la testa al divano.
"Non abbiamo avuto tempo per parlare, ma se la fai stare male ti distruggo." lo minacciò, asciugando le ultime lacrime e guardandolo in faccia.
"Che cosa dolce." scherzò,alzando le sopracciglia.
"La prima volta che ti ho visto con lei, mi sono chiesto cosa ci trovava di così tanto attraente in te."spiegò James,accennando un sorriso.
Logan scoppiò a ridere. "Forse è meglio se non ti dico la mia prima impressione."si contenne,grattandosi l'orecchio. "Non l'ho detta neanche a Cristal."affermò.
"Mi hai chiamato Hulk?"lo interrogò, spalancando gli occhi.
"James,smettila! Gli fai paura!" lo sgridai,pronta ad andare in mezzo a loro per interromperli, ma corsi di nuovo a vomitare, facendomi seguire da Logan che mi teneva i capelli in alto e James che girava la testa dall'altra parte e gridava"Dio,che schifo!".
Mi sedetti per terra ed appoggiai la testa contro al muro, facendogli capire che ero già stanca di vomitare.
"Che schifo." si lamentò ancora James, andando via.
Logan mi spostò i capelli dal viso e mi stampò un bacio sulla fronte."Vai a dormire,principessa."sussurrò, accarezzandomi dolcemente il viso. "Io vengo tra poco."mi avvertì, aiutandomi ad alzarmi in piedi ed accompagnandomi in camera.
Mi cambiai in fretta e mi infilai sotto alle coperte, chiudendo gli occhi e provando a dormire.
"Notte, piccola."mormorò, aprendo la porta ed andando a chiudere le tapparelle.
"Notte." risposi.
Lo sentii ritornare in camera dopo pochi minuti, si coricò vicino a me e poggiò due dita sulla mia testa per sentire se ero ancora calda. Uscì di nuovo e rientrò con un fazzoletto bagnato che mi appoggiò sul mio capo.
"Logan?" borbottai, totalmente assonnata.
"Dormi,Cris." mi interruppe, non lasciandomi parlare.
"Aspetta, non ho messo la sveglia per domani." mi lamentai, dovevo mettere la sveglia per andare a lavorare, altrimenti mi avrebbero licenziata.
"No. Domani non vai a lavorare."mi impose, con tono arrabbiato.
Quella volta non potevo ascoltarlo, finsi di dormire ed aspettai il momento in cui lui si addormentò per spostarmi leggermente ed accendere la sveglia.
Mi appoggiai, poi, al suo petto e mi addormentai tra le sue braccia.

Il giorno seguente mi svegliai silenziosamente,cercando di non fare caso alla stanchezza che mi aveva invaso il corpo. Indossai la divisa e corsi al bar, per fortuna Logan non mi aveva vista.
"Cristal, come ti senti?"domandò il capo, prendendomi il braccio fasciato ed osservandolo.
"Benissimo." mentii. "Cosa devo fare?" gli chiesi, eliminando il tempo in cui avrebbe potuto capire che stavo male.
"Non ti lascio ai piatti ora, lava per terra se puoi." replicò sorridendo, come se mi stesse dando la notizia migliore del mondo.
"Perfetto." ribattei, recandomi in magazzino e prendendo lo straccio.
Andò tutto bene, a parte per il fatto che continuavo a rimettere ogni cinque minuti.
Ritornai, l'ultima volta, dal bagno e continuai a pulite per terra. Era passata più o meno un'ora di lavoro.
"Cristal, avrei scommesso che non saresti rimasta più di un giorno!" sentii la voce di Alejandra, falsamente sorpresa e felice, alle mie spalle. Mi alzai in piedi e buttai lo straccio a terra, pronta a ribattere ad ogni sua stupida parola. Sembrava più arrabbiata del giorno precedente.
"Che vuoi?" le chiesi annoiata.
"Voglio che tu te ne vada."replicò, accennando un sorriso cattivo.
"Io non me ne vado." conclusi,tirando un calcio al secchio e spingendolo via.
"Oh,certo. Qui ci ha lavorato quella troia di tua madre."osò. Non potevo crederci, aveva detto delle parole che equivalevano a un pugno in faccia,o forse era meglio dire "un pugno nel cuore". Io non riuscivo più a ragionare a causa della rabbia, volevo solo distruggerla, volevo farle capire che stava attaccando la persona sbagliata.
"Non parlare così di mia madre!" strillai, correndole incontro e sbattendola contro al muro. "Mia madre era una donna fantastica!"gridai, tirandole i capelli e facendole male fino a farla urlare. "L'unica troia qui sei tu!"sbottai, sferrandole un pugno in faccia.
Non sapevo cosa mi stesse succedendo, non riuscivo a mantenere il controllo, la stavo picchiando e non sapevo se le facevo veramente male o solo paura. Avevo solo la certezza che, in qualche modo, qualcuno avrebbe dovuto fermarmi. Stavo usando quell'occasione per sfogarmi, ma non era quello che dovevo fare, non era la cosa giusta, perdere il controllo mi mandava la mente in una specie di tilt, non avevo neanche il tempo giusto per pensare. Gridavo qualsiasi cosa, la offendevo in ogni modo.

Sentii qualcuno che mise le mani attorno alla mia vita, tirandomi indietro ed allontanandomi da lei.
"Lasciami stare!"strepitai, senza neanche chiedermi chi mi stesse vicino.
"Cristal, stai impazzendo! Calmati!" mi sgridò, prendendomi il viso tra le mani. Solo in quel momento mi accorsi che era Logan.
"Tu non sai cos'è successo!"replicai, indicando Alejandra che era rimasta ferma contro il muro. Aveva paura di muoversi.
"Non importa un cazzo, Cristal!" mi interruppe James, anche lui era vicino a me e non me ne ero accorta. "Non puoi perdere il controllo in quel modo!" mi sgridò, prendendomi il braccio e trascinandomi violentemente fino in macchina. Mi buttò sul sedile anteriore e disse a Logan di guidare perchè lui era troppo arrabbiato.
"Come diamine ti è venuto in mente? Ti sei svegliata con l'idea di distruggere la tua vita oggi?" sbraitò,tirando un pugno allo schienale.
Guardai fuori dal finestrino e non risposi, sapevo che mi avrebbe sgridata a lungo, ma non ci stavo neanche pensando. Avevo la mente fissa sulle parole di Alejandra e ferivano come nient'altro al mondo. Sembrava che il suono di quella frase mi stesse pugnalando il cuore, fino ad uscire dall'altra parte.
"Logan è stato licenziato perchè è venuto a prenderti! Continui a vomitare e vai a lavorare? Ti sembra giusto? Il tuo ragazzo ci rimette e a te non te ne può fregar di meno!"continuò.
Logan mi tirò un colpetto sulla spalla. Mi voltai verso di lui, aspettandomi un'altra ramanzina, ma non fu così: sorrise e mi accarezzò lentamente la mano, sembrava quasi che volesse suggerirmi di stare calma.
Intrecciai le mie dita alle sue e feci un respiro profondo.
James continuò ad urlare fino a quando non arrivammo a casa, ma io non lo ascoltavo. Cercavo di ricordare cosa avevo fatto ad Alejandra, ma mi ero arrabbiata così tanto in quel momento, che non riuscivo neanche a rammentare i fatti, era così fastidioso.

Io e Logan entrammo in camera, mi coricai sul letto e poggiai le mani davanti agli occhi. Solo in quel momento scoppiai a piangere come non mai, non riuscivo più a trattenere le lacrime.
Mi guardò dispiaciuto e si sedette vicino a me. "non fare così." sussurrò, accarezzandomi il viso. Le mie lacrime scendevano così tanto da sembrare due cascate, non potevo farne a meno, avevo bisogno di consolazione, di calma, ma tutto quello che avevo ricevuto erano le grida di James.
"Sono un disastro." mi lamentai, continuando a nascondere il mio viso, avevo quasi paura di fermi vedere in quel modo.
"Non dirlo." mi bloccò, iniziando a giocherellare con i miei capelli.
"Sono un disastro." ripetei, voltandomi e mettendo la testa sotto al cuscino.
"No. Tu sei la mia principessa."sussurrò,sfiorandomi la schiena con le dita dolci e morbide. "E le principesse non piangono." bisbigliò,sdraiandosi e portando a sua volta la testa sotto al cuscino.
"Le principesse non sono orfane, non uccidono e non picchiano le altre ragazze."smentii, voltando il viso dall'altra parte.
"Le principesse sono come te: forti e felici fuori, ma totalmente distrutte dentro."perseverò, cercando di farmi smettere di piangere.
"Io non sono così. Ormai sono distrutta anche fuori." negai, versando altre lacrime.
Prese il cuscino e lo buttò a terra. "Adesso basta! Cristal, sei la persona più fantastica che conosca, smettila di buttarti addosso le colpe di quello che è successo in passato, non potrai soffrire così per sempre." mi incoraggiò, prendendomi il viso tra le mani ed asciugando tutto il bagnato sul mio viso.
"Non puoi capire." borbottai, con voce sottile.
"Se spiegassi qualcosa, potrei." sussurrò, accennando un sorriso per rassicurarmi. "Perchè ti sei arrabbiata in quel modo?" domandò, afferrandomi la mano.
"Le ha dato della troia." spiegai, cercando disperatamente il suo petto sicuro. "Non potevo lasciarla continuare." aggiunsi, aggrappandomi alla sua schiena e rimanendo in silenzio.
"Va tutto bene." bisbigliò, accarezzandomi.

Restammo in silenzio per un po', mentre lui continuava a coccolarmi e non mi permetteva di piangere. Mi faceva sentire sua e non si arrabbiava con me, nonostante gli avessi mentito. Lui mi capiva, o almeno, cercava di capirmi.
"Devi andare da un dottore." affermò, alzandosi ed aggiustandosi la capigliatura.
"Dovrei?" chiesi annoiata, guardandolo come se gli stessi chiedendo di non portarmici.
"Dovresti." rispose, sorridendo.
"Ma io non voglio." mi lamentai, rendendo il mio sguardo più dolce.
"Ma tu devi." mi impose, prendendomi le braccia e tirandomi su. Appoggiò le sue labbra alla mia fronte e sussurrò"Tu sei ancora calda." prendendo la sua felpa e buttandomela sulle spalle.
Uscimmo dalla stanza e ci fermammo davanti alla porta.
"Dove andate?" chiese James, mantenendo il tono arrabbiato.
"Dal dottore." rispose Logan, facendogli cenno con la testa di cambiare tono.
"Buona fortuna per il vostro bambino." ci attaccò.
"Per favore, non mettermi in testa certe idee!" esclamò Logan, mettendosi la mano sulla testa e sospirando profondamente.
"Andiamo, dovevate solo fare attenzione nonostante l'affiatamento." insistette James. "Che ne so io, un preservativo, la pillola... Ce ne sono tanti!" aggiunse James.
Sembrava che a quelle parole, Logan impazzisse, quasi come se non volesse neanche sentirle.
"Smettetela, non sono incinta." li sgridai, aprendo la porta, pronta per uscire.
"Certo, Cristal. Sarebbe davvero brutto avere il pancione." continuò, compiendo un cerchio con le mani in modo da mimare una pancia rotonda.
Mi voltai di nuovo e lo guardai, facendogli capire che doveva smetterla. Odiavo quando si comportava in quel modo. "Andiamo, Logan." brontolai, prendendolo dal braccio.

-Ciao ragazze!
Vi è piaciuto questo capitolo? Spero di sì.
Grazie mille per seguire la mia storia e per la vostra pazienza.
Vi amo.

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