Chapter XXXVI

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Sapete quel momento in cui tutto il vostro mondo sta lentamente crollando e tutto attorno a voi sembra farsi buio e senza senso? 

Ecco, quella era la mia situazione in quel preciso istante. 

Mi sentivo completamente svuotata, dentro di me vagavano solo sensazioni che mi faceva sentire sola ed impotente verso l'ingiustizia della vita.  

Ed io ero li a chiedermi 'Perché a me?' e non sapevo darmi una risposta perché, semplicemente, queste cose non hanno una risposta. Accadono e basta.

Sono situazioni che si accavallano l'una all'altra e ti rendono inerme e consapevole del fatto che quel dolore, che ti stava lacerando dentro, non sarebbe mai passato.

Ma io c'ero già passata, eppure, mi sembravano nuove emozioni.
In realtà, sono le stesse che mi porto dentro da cinque anni e che ero riuscita a chiudere dentro di me.

Ma in quel momento, in quel preciso istante, uscirono fuori come un razzo e riempirono il mio corpo fino a farmi tremare.

E come le emozioni, anche io uscii a razzo da quella casa quando mia nonna pronunciò:

"Il nonno ci ha lasciati" 

***

Mi buttai sul prato del parco dietro casa e guardai in alto, come se stessi cercando conforto da parte di quella persona che ora non c'era più.

Quella giornata era iniziata male e a quanto pare era finita peggio.

Prima il litigio con Anne, poi con Genn e la ciliegina sulla torta, mio nonno.

Avevo bisogno di parlare con qualcuno, presi il mio telefono e digitai un messaggio.

Ad Alex:
Ho bisogno di te, sono al parco. 

Non aspettai molto prima di ricevere una risposta.

Da Alex:
Il tempo della strada e sono da te.

Tornai a guardare in alto.
Il sole cominciava lentamente a scendere ed i colori del tramonto si facevano spazio nel limpido cielo azzurro. 

Si vedeva qualche nuvola all'orizzonte e non prevedeva nulla di buono, ma poco m'importava.

La ruvida erba strofinava contro i miei jeans e mi portava un po' di fastidio, ma non avevo la minima intenzione di alzarmi.

Il vento accarezzava dolcemente la mia pelle e spostava i miei capelli, scompigliandoli leggermente.

In quel momento l'immagine di mio nonno, che mi accarezzava la guancia, mi comparve davanti ed io riuscii a stento a trattenere le lacrime.

Mi portai una mano sul volto e la poggiai sulla mia guancia fredda, nulla in quel momento sarebbe riuscito a colmare quella sensazione di vuoto che avevo dentro il petto. 

"Julie" 

Una voce familiare mi distrasse dai miei pensieri.

La figura imponente di Alex venne verso di me, con il viso quasi sconvolto.

Mi alzai da terra e mi fiondai sulle sue braccia e lui mi strinse a se, come se avesse già capito tutto. 

"Ora mi racconti tutto, okay?" 

Annuii sul suo petto e mi staccai.

"Pensa che Anne ti abbia raccontato cos'è successo questa mattina" 

"Si, poi quando sono tornato a casa ho visto Genn fuori di se, ha pure dato un pugno contro il muro ma c'è qualcosa che ti turba più di tutto questo, vero?" 

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