Chapter XXIX

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Era passato un mese.
Guardavo fuori dalla mia finestra e mi rendevo conto che il tempo passava inesorabilmente e regnava sovrano nelle vite di noi esseri umani.

La nostra vita è una costante corsa contro il tempo, tutto quello che ci circonda è guidato da esso e pure noi lo siamo.

Siamo condizionati dallo scorrere delle lancette, a scuola quando aspettiamo che la campana suoni, a lavoro quando non vediamo l'ora di uscire o semplicemente a casa quando aspettiamo che qualcuno ci venga a prendere.

Quest'ultima era la mia situazione. 
Aspettavo che Genn mi venisse a prendere sotto casa.

'Perché?'vi starete chiedendo.

Perché aveva deciso che finalmente, dopo due mesi che stavamo insieme, avevamo bisogno di uscire per un vero appuntamento. 

Sapevamo entrambi che non eravamo i tipi da fare queste cose.

Io perché non sono quella ragazza che vuole essere portata nei ristoranti o a cene lussuose e lui perché non è il ragazzo che ti porterebbe in quei posti.

Almeno questo in comune tra di noi c'era. 

Dalla finestra vidi il bagliore dei fari di una vettura specchiarsi sul ciglio della strada.

Quando riconobbi la macchina mi fiondai al piano di sotto.

Il campanello suonò nello stesso momento in cui presi il mio cappotto dall'appendiabiti. 

"Julie ma ti muovi ad aprire? Qui fa freddo"-Sentii bofonchiare da fuori.

Mi precipitai ad aprire la porta.

"Sei tu che continui a metterti quel giubbotto di pelle, siamo a Dicembre cazzo, vai al passo con le stagioni" 

Mi guardò storto e poi si mise a ridere.

"Dai andiamo"

"Aspetta" 

Entrai in casa ed andai verso il salotto, dove c'era mio fratello che giocava con la babysitter.

Ne avevamo presa una visto che mia madre ormai faceva i turni di notte ed io e Jess eravamo quasi sempre fuori. Dennis non poteva stare da solo.

"Non penso che farò tardissimo, se hai bisogno di qualcosa chiamami" 

Lei annuì scuotendo i suoi lunghi capelli neri.
Avrà avuto si e no due anni in più di me. 

Mi chiusi la porta alle spalle ed entrai velocemente dentro la macchina che Genn aveva già acceso.

"Ti ho già detto che quella tizia mi inquieta?" 

"Ma perché dovrebbe?" 

Mi voltai verso di lui sbattendo una mano sulla coscia.

"Ha i capelli neri e le occhiaie, è davvero inquietante" 

Aggrottai le sopracciglia.

"Mi stai prendendo per il culo? Tu che hai le occhiaie che tra poco strisciano a terra?"

"Almeno a me stanno bene, non sembro un eroinomane"

"Non credo che tu possa parlare, stai zitto ed accendi la macchina" 

Si mise a ridere ed accese la radio prima di partire con la sua solita fretta. 

We were going way too fast
Chasing down the hourglass
Running from the past
Heading out with no direction

Dal finestrino cominciai a scorgere le luci di Londra, di notte era magica.

Dopo qualche minuto, Genn posteggiò la macchina.

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