Chapter XXI

3.9K 296 135
                                        

"Ce la fai?" 

"Julie, è una settimana che non vado a scuola, ce la faccio" 

"Hai davvero tutta questa voglia di andare a scuola?" 

"No, mai avuta. Ho solo voglia di uscire" 

Alzai gli occhi al cielo e mi diressi in bagno. 

"Sbrigati che poi ci vorrei andare pure io"-Urlò Genn ancora steso a letto.

Cercai di farmi la doccia il più velocemente possibile. 
Quando uscii, mi resi conto di aver lasciato i vestiti in camera.

Imprecai mentalmente e misi la tovaglia attorno al corpo.

Aprii lentamente la porta. 

"Genn chiudi gli occhi"-Ordinai.

"Perché, c'è una sorpresa? Che ho vinto?"-Disse con tono malizioso. 

"Hai vinto un pugno sul naso se solo ti azzardi a guardare" 

Lo sentii sghignazzare. 

Uscii di soppiatto dal bagno e mi diressi verso l'armadio che era proprio difronte al letto.

Sentii dei leggeri scostamenti di coperte e poi il silenzio. 

Nulla di rassicurante.

"Che bel buongiorno"

Sentii il caldo respiro di Genn sulla mia schiena.

Lentamente, cominciò a baciarmi il collo.
Sentivo le mie gambe tremare e quasi cedere.

"T-ti avevo detto di non guardare"-Dissi con voce quasi inesistente.

"Non ho resistito"

Brividi scorrevano sulla mia pelle e non lasciavano, neanche un centimetro libero, da quelle emozioni che i suoi baci mi stavano provocando. 

Scostai la testa di lato e mi morsi il labbro inferiore.

Iniziare la giornata così, era proprio un bel modo per mandare a puttane tutti i connotati del mio cervello.

"Genn, d-dovresti farti la doccia"-Sussurrai 

"Si, dovrei, ma ora come ora sono parecchio impegnato mocciosa" 

Poggiò le sue mani sui miei fianchi e mi fece girare verso di lui.

I suoi occhi, al mattino, erano diversi da quelli che aveva durante il giorno.
Erano di un blu intenso. Era come se le acque più profonde dell'oceano si fossero concentrate dentro due minuscole sfere, che in quel momento, fissavano solo me, facendomi sentire piccola ed impotente.

"La vista da qui non è male, complimenti signorina Miles"  

Rimasi interdetta, sentirmi chiamare in quel modo, da lui, era tutta un altra cosa.

Il potere che aveva su di me era enorme, ma lui neanche se ne rendeva conto.

"Vai a farti la doccia o arriveremo tardi"-Biascicai sulle sue labbra.

"Hai ragione"-Si allontanò leggermente-"Se continuo di questo passo, ti scaravento contro il letto senza pensarci due volte" 

Si diresse verso il bagno e chiuse la porta.
Io rimasi ferma, con una mano tenevo la tovaglia e con l'altra i jeans. 

Guardavo un punto fisso, mentre cercavo di realizzare quello che aveva appena detto Genn.

Era strano, visto che quando abbiamo avuto la possibilità di "approfondire" la nostra relazione, era stato il primo a rifiutare.

Stand By MeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora