Chapter XLIII

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Per i 100K, dedico il capitolo a tutte voi che leggete, perché avete realizzato uno dei miei sogni ed in questo momento sono la persona più fiera del mondo. Non ci sono parole adatte per descrivere tutto questo, solo grazie.

Mentre guardavo il mio amico sbalordita, cercavo una reazione da parte di Genn, che non arrivò.

Era così strano che mi sembrò quasi irreale.

Qualcosa seriamente non andava, erano così idioti che non riuscivano nenache a nasconderlo.

Noah batteva il piede contro il parquet e Genn si torturava le dita. Aspettavano entrambi la mia risposta.

Volevano giocare?

E allora li avrei fatti giocare, ma secondo le mie regole ed avrei tenuto io le redini.

"Certo, perché no"

Sul volto di Noah comparve un sorriso compiaciuto. Decisi di non guardare Genn, era sicuramente furioso.

"Vai a sistemarti allora"

Annuii semplicemente e salii nella mia camera.

Non dovetti aspettare molto prima che Genn entrasse sbattendo la porta.

"PERCHÉ NO? HAI DAVVERO DETTO PERCHÉ NO?"

I suoi occhi trasmettevano rabbia ma io ne avevo più di lui. Solo che io sapevo come contenermi.

"Non vedo quale sia il problema"

Strizzò gli occhi e mi guardò intensamente. Come al solito.

"Il problema mi sembra ovvio"

Andai verso l'armadio cercando di ignorarlo. Era una cosa che lo faceva imbestialire.

"No Genn, Noah è un amico e quindi non vedo perché non dovrei uscire con lui"

Mi piaceva provocarlo.
Era diventato il mio passatempo preferito.

"Forse non dovresti uscire con lui perché sei fidanzata?"

Mi girai e lo guardai quasi sbalordita per la sua immensa ipocrisia.

"E con chi? Con lo stesso ragazzo che non ha detto nulla quando mi è stato chiesto di uscire?"

Agitai le braccia mentre nella mano sinistra stringevo il maglione nero che avevo appena preso.

Lui non disse più nulla.

"Ecco, fai meglio a stare zitto"-Esordii tornando a cercare dentro l'armadio i miei jeans chiari.

"Non fare cazzate Julie, ti prego"

Il suo tono era cambiato, suonava quasi come una supplica e questo mi fece sentire quasi in colpa.

Quasi.

Andai verso di lui e gli lasciai un bacio su quella candida e morbida guancia, facendolo arrossire leggermente.

"Stai tranquillo, fidati di me"

Mi voltai ma la sua mano mi bloccò il braccio.
Mi fece girare verso di lui e mi baciò.

Le sue carnose labbra erano probabilmente l'unica parte calda di tutto il suo corpo.

Ci staccammo per prendere fiato ma non ci allontanammo.

"Io mi fido di te, non mi fido di lui"

Alzai gli occhi al cielo e mi diressi verso il bagno, chiudendomi la porta alle spalle.

Buttai i vestiti sul mobile basso, in legno scuro e poggiai le mani sul lavabo.

"Ma che stai facendo Julie?"-Mi chiesi guardandomi allo specchio.

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