Chapter XII

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Continuavo a piangere senza sosta. Stavo per soffocare nelle mie stesse lacrime.

"Julie cerca di respirare"

Sentivo la gola bruciare e il respiro spezzarsi. Eccolo, il solito attacco di panico.

Genn scese velocemente dalla macchina e venne ad aprire la portiera dal lato passeggero.

Mi prese in braccio e mi fece sedere sul prato.
Le sue braccia mi stringevano forte. Sentivo il suo cuore battere velocemente.

Quando constató che non sarei riuscita a fermarmi, mi prese il viso con le mani e mi guardò intensamente negl'occhi.

"Julie guardami e concentrati sulla mia voce"-Il suo tono era calmo-"Cerca di fare respiri più profondi"

Feci come mi disse e dopo qualche minuto il mio respiro tornò normale.
Genn tiró un sospiro di sollievo e buttò la testa all'indietro.

"Ce la siamo vista brutta, eh mocciosa?"

Non dissi nulla. Non ne avevo la forza.
Lui si avvicinò a me e con delicatezza poggiò una mano sulla mia spalla.

"Chi era quello?"

Mi voltai per guardarlo, i suoi occhi risplendevano.

"Il mio ex"

Il suo sguardo si fece serio.

"E che voleva?"

"I-io non lo so"

Stavo per ricominciare a piangere. Non ero mai stata così emotiva.

"Tranquilla, ci sono io con te"

Mi cinse in un abbraccio. Speravo che non finisse mai e invece crollai in un sonno istantaneo.

Quando mi risvegliai ero sul mio letto, al buio. Non capivo come avesse fatto Genn a portarmi dentro.

Mi alzai ed accesi la luce, quando mi voltai lo vidi dormire sul divano sotto la finestra. Era così fragile in quel suo piccolo angolino.

Mi avvicinai a lui e mi sedetti accanto. Lo fissai per un tempo che parve infinito. Cominciai ad accarezzargli la guancia destra, avevo paura di svegliarlo ma era più forte di me.

Lui scostó la testa verso la mia mano e si appoggiò ad essa.

"Mi piace quando mi dai queste attenzioni"

Sobbalzai.

"Scusa, non volevo svegliarti"

"Fa nulla, ero sveglio da un po'"

"Potevi dirlo"

Lui sorrise e si alzò mettendosi di fianco a me.

Mi guardò fisso. 

"Non sarei riuscito a farmi coccolare da te"

Sorrisi timidamente. Lui fece un ghigno divertito come se avesse raggiunto proprio l'obiettivo che voleva.

"Come sei entrato?"

"Ho cercato le chiavi dentro la borsetta che avevi lasciato in macchina"

Era più intelligente di quello che pensavo. Forse lo sottovalutavo troppo.

"La tua stanza é stupenda, è accogliente. Mi sento come se fossi a casa"

Lui si guardò attorno, poi si fermò a fissare la mia amatissima libreria. Si alzò e cominciò a scorrere con il dito sui libri.

"Li hai letti tutti?"

"Quasi"-Mi alzai e lo raggiunsi-"È impressionante quanto la lettura possa allontanarti dalla realtà"

Stand By MeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora