Pride

3.

Suonata l'ultima ora, esco senza guardare nessuno, o almeno ci provo. Scendo le scale, percorro il lungo corridoio e esco da un grande portone. Mi dirigo alla fermata del pullman che piano piano si riempie di ragazzi, ma non vedo Simone,lo cerco con gli occhi tra la folla che invade davanti scuola.

Dietro di me, un gruppo di ragazzi fa delle battutine poco carine sul mio conto, per non ascoltare quella banda di idioti mi infilo le cuffie per ascoltare della buona musica. Essa è sempre stata presente nella mia vita e mi ha aiutato nei periodi più difficili e mi ha accompagnato nei momenti più belli.

Persa a cercare una canzone:

- Hey - Simone mi si affianca

Mi sono quasi spaventata - Da dove sbuchi?- Lo guardo.

- Eri presa dal cellulare, scusa non volevo spaventarti -

Non rispondo e continuo a cercare una canzone. Eccola. 

Appena in tempo per salire sul pullman, Simone si fa strada tra mille ragazzi e sale sul pullman.

- Vieni, qua c'è posto - mi urla

salgo sul pullman e mi siedo affianco a lui e abbasso lo sguardo.

E possibile che non si accorga che ho qualcosa? Che il nostro rapporto non è più come prima?

- Com'è andata la verifica? - mi tocca la gamba per farsi ascoltare. Al suo tocco rabbrividisco, spero non se ne sia accorto.

     - Scusa?-    

 - Com'è andata la verifica? -

- ah..ehm, bene - 

- Ah me da dio, Sai Valentina?- A quel nome mi viene la pelle d'oca - Anche lei è secchiona- e ride.

Io sorriso e tengo lo sguardo basso.

Vorrei  urlarglielo in faccia, vorrei dirgli che lo amo, ma non capirebbe, lo guardo senza che se ne accorga. E' bellissimo, ma lo sento un pò più lontano da me.

***

Torno a casa, di solito mi abbuffo di mangiare, ma oggi no, oggi non ho fame. Dovrei anche studiare ma non ho voglia, mi sdraio sul letto e inizio a pensare come in una settimana neanche le cose possano cambiare così rapidamente. Da che mi parlava ogni santo minuto, mi scriveva sempre e mi chiedeva sempre aiuto beh.. ora lui non c'è, o almeno si stà allontanando. Dovrei dirglielo?

Mi obbligo a studiare, per non pensare. Studio fino a tardi e mi fermo solo per mandare qualche messaggio a Maria.  Ormai sono quasi le otto di sera, e Simone non mi ha neanche scritto un messaggio, la mia testa lo giustifica perchè essendo giovedì ha gli allenamenti di basket fino a tardi, mentre aspetto con ansia un suo messaggio, che sò che non arriverà mai, nel frattempo mi metto un pò al computer per vedere qualche scoop.

La mia curiosità mi porta a curiosare nel profilo di valentina, e la gelosia mi corrode dentro. Sono masochista.

E' possibile rovinare un rapporto così per una ragazza?  A quanto pare si, mi sento sempre più inutile e sola.  Se scomparissi nessuno se ne accorgerebbe, anzi forse vivrebbero meglio. Faccio schifo. Non sono abbastanza, se lo fossi stata Simone non avrebbe sentito il bisogno di andare da quella e magari sarebbe anche attratto da me. Hanno ragione a giudicarmi, e a ridere di me, mi merito questo e anche peggio.

-Non sono abbastanza- dico tra i singhiozzi e le lacrime scorrono nette sulle mie guance.

Chiedo tanto? Una persona che mi accetti per quello che sono, e che mi ami e che mi dia un pò di affetto. Forse sono io quella sbagliata, Devo cambiare per piacere agli altri. Spengo il computer e mi butto sul letto e mi  addormento tra mille pensieri.

Vengo svegliata dalla mia amata sveglia, se non ci fosse lei.

Mi alzo e mi vesto con due cose trovate dentro l'armadio, mi guardo allo specchio e quello che vedo è orribile, sembra che  ho fatto a pugni con qualcuno, ho la faccia gonfissima e orribile. Cerco di sistemarla con il trucco, ma il risultato lascia un pò a desiderare.

Esco di casa e mi dirigo alla fermata, sapendo che mi aspetta una giornata faticosa.

Ma, Simone in fermata non c'è, dovrei chiamarlo, ma il mio orgoglio prevale questa volta, e forse è meglio così..

Spazio autrice:

Ciao ragazze/i, spero che vi piaccia la trama e che la storia vi stia incuriosendo,sto cercando di far uscire un capitolo al giorno, e se riesco ne farò uscire anche due!

Xx.