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SARA POV'S 

Quella sera non avevo voglia di parlare con nessuno, e mi misi in camera sul letto a leggere un libro che avevo trovato nella grande libreria di mike. La gelosia mi stava letteralmente logorante l'anima, non avevo paura di Maria, anzi, mi fidava di lei che se fosse successo qualcosa sarebbe stata la prima a dirmelo. Avevo paura delle altre, e non facevo altro che pensare a lui insieme ad un'altra, e questa cosa mi distruggeva.

Senza che me ne accorsi, mike si sedette a bordo del mio letto. - Tutto apposto? Sei così silenziosa. -

- Si, tutto apposto - Dico io tornando a leggere il libro. Aspettai che uscisse dalla stanza, per crollare nelle lacrime. Un dolore al petto mi torturava, dovrei fidarmi, perché stó male? Forse tengo troppo a lui, tengo troppo alla nostra relazione e lo amo, ma non è un amore normale, il nostro è un amore difficile, complicato, pieno di lacune, ma ciò che ci rende forti sono i sentimenti che proviamo l'uno all'altro, che sistemano tutti i problemi che ci affliggono.

ALESSIO POV'S 

Arrivati in quel locale saluto i miei compagni, e ci dirigiamo in un tavolo vicino alla pista da ballo, e ordiniamo da mangiare.

- Allora, con Sara? - Dice un mio compagno che si trovava seduto davanti a me.

- Bene dai, anche se non posso non ammettere che mi manca - Ammetto sinceramente. 

Maria mi scambia un sorriso dolce, cosa che ricambio naturalmente.

***

La testa iniziava a girare dopo il quinto shottino di vodka mischiato a qualcos'altro. Sembrava tutto così divertente, e Maria era così dannatamente bella con tutte quelle luci che si rifletteva sul suo viso in continuzione. I miei compagni mi incoraggiavano a berne un altro, e un altro ancora.

Un mio amico mi ha portato in mezzo alla pista da ballo, anche lui non era molto apposto come d'altronde tutti in quel locale. Maria iniziò a strusciarmi addosso, ero abbastanza lucido da capire la situazione ma totalmente fuori per fare qualcosa, le mani non reagivano, ma facevano tutt'altro. 

Quando l'alcool inizió ad entrare totalmente in circolo non avevo neanche un minimo di lucidità,  il che mi portò a fare cose che in realtà non volevo fare.

Maria continuava ad avvicinarsi a me, e io la trovavo divertente come cosa, e mi sembrava anche bello farlo davanti ai miei amici, sentendomi superiore. I movimenti erano sincronizzati e tutto sembrava perfetto in quel momento.

Dopo ore che mi sembravano interminabili tra alcool e ballo, la serata finisce, ma l'alcool mi rendeva irresponsabile, e Maria se ne approfittò, infatti inizió a provocarmi  ma non capivo, non mi rendevo conto della situazione. La accompagnai a casa, ma davanti il portone inizió a baciarmi, qualcosa in fondo a me diceva di andarmene, non era il posto giusto per me. Mi portò su, a casa, dovevo andarmene, non dovevo essere là ma il mio corpo non reagiva ai miei stimoli. 

La mattina mi ritrovai a letto, quella casa non era la mia. Mi gira e vidi una ragazza,Maria senza vestiti, coperta solo dal lenzuolo. Misi insieme le cose, il mal di testa, la serata di ieri, mi ricordo davvero poco ma mi resi conto della situazione.

Mi sono vestito senza svegliarla, volevo evitare altri problemi, corro a casa con la testa che continua a girare, mi sento uno schifo, continuo a pensare a quel che ho fatto. I rimorsi hanno iniziato a farsi sentire e mi trovo sul pavimento di casa, a piangere.



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