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Siamo a metà settimana, e sono già stanca di tutto, mi consolo sapendo che tra due giorni è Sabato e posso svagarmi un pochino facendo un qualcosa di diverso, magari insieme a lui, la mia testa inizia a vagare ma il suono della mia sveglia mi riavverte che devo alzarmi altrimenti perdo il pullman, raccimolo le poche forze che ho nel mio corpicino e mi avvio verso il mio armadio, contemplo i vestiti in attesa di un'illuminazione di cosa mettermi. Guardo fuori dal balcone, fa caldo, quindi opto per un paio di jeans con degli spacchi abbastanza aperti e una maglia che mi mette in risalto quel poco di davanzale che ho. Mi trucco e mi sistemo. Sono in ritardo. Stacco il telefono dalla carica, e corro verso la fermata, dò un'occhiata veloce al telefono e leggo il suo buongiorno che mi fa tornare il sorriso, e mi migliora la giornata.

Salgo sul pullman come ogni giorno, penso che oggi farò qualcosa di diverso, vado alla tabaccheria che c'è davanti scuola e mi prendo le sigarette, giusto per il gusto di provare, prendo il portafoglio e prendo i soldi, e me li metto in tasca, ripongo il portafoglio e aspetto di scendere dal pullman, per la testa mi passano mille pensieri di ieri, il bacio forse più bello e più intenso che abbia mai provato.

***

Scendo dal pullman e mi incammino verso la tabaccheria poco distante, ho quasi l'ansia.                   C'è un gruppo di ragazzi che quando entro mi squadra e fà complimenti a voce alta.

Mi ritrovo 200 marche diverse, colori diversi e troppe cose diverse, ma le prime che mi saltano all'occhio sono le Marlboro Rosse.

- Buongiorno, un pacchetto di marlboro rosse da 10 -

- Quanti anni hai? -

Ora voglio sapere pure gli anni? - 18 - mento.

Mi porge il pacchetto senza fare domande, dimostro davvero 18 anni?, già che ci sono mi prendo anche un'accendino colorato.

Esco dal tabacchino, mi metto davanti scuola e apro il pacchetto, mi sento gli occhi puntati addosso, mi porto una sigaretta alla bocca e inizio ad aspirare, la sensazione che dà è piacevole.

- Ma che fai? - Urla Maria appena mi vede - Ti sei data alla pazza gioia? -

- Volevo provare a comprare un pacchetto io - Le sorrido.

Entriamo in classe, e come prima cosa noto Simone che mi squadra dalla testa ai piedi, ma che ho oggi?.

- Ma ho qualcosa che non va?- Chiedo a Maria.

- No perché? -

- Oggi mi squadrano tutti - sbotto io.

- Sei bella - sorride lei.

Aspettiamo in prof, che per mia fortuna non c'è, o forse sfortuna. E' ora quel momento? Dovrei parlargli ora? Non è solo e la cosa mi scoccia un pochettino, cerco di attirare la sua attenzione ma questa volta mi và male, e troppo preso da Valentina, con la quale parlano e ridono.

- Mica dovevano cambiare corso? - Dico io.

- Tra poco credo, oppure finiscono l'anno e poi cambiano corso - dice Maria guardandoli.

Penso, fissando fuori dalla finestra.

- Ho l'ora buca, puoi uscire? - Scrivo ad Alessio.

Mi risponde subito, con il luogo dove trovarci. Mi dirigo verso le macchinette e lui è già li quasi ad aspettarmi. Appena mi vede sorride e si avvicina a me, sembra indeciso se baciarmi o no, ma per ora preferisco evitare, sopratutto a scuola, allora lo abbraccio semplicemente e lui ricambia.

- Allora tutto apposto? -

- Si dai - dico io abbassando lo sguardo.

- Non resisto - Non capisco subito, ma quando mi si avvicina capisco. Mi prende il mento con due dita, mi alza il viso e mi da un piccolo bacio a stampo. - Scusa dovevo farlo - aggiunge.

Mi sorprende sempre.

- Ora devo andare in classe bellissima, sennò il mio prof mi uccide - mi saluta con un bacio sulla fronte e si allontana.

Una volta girato l'angolo vedo con la coda dell'occhio Simone, mi giro e vedo che mi stà venendo incontro.

- Ah quindi stai con quello? -

- Quello ha un nome - Mi sento divampare di caldo e rabbia. Dopo tutto questo tempo se ne esce cosi? 

-  Calma, non ti ricordavo così -

- Valentina? te la sei persa? - aggiungo io con un tono di ironia.

- Volevo farmi quattro passi, quando mi sono combattuto in una scenetta a dir poco, sconvolgente -

- Che ha di tanto sconvolgente? - Faccio un respiro profondo - Tu ti scopi Valentina mattina e sera - Quelle parole escono naturali, inizio a provarci gusto.

- Trovo solo strano che un ragazzo di una certa portata, stia con una sfigatella come te, dato che l'unico che aveva, come dire, un pò di pena ero io - Mi guarda dalla testa ai piedi.

Resto in silenzio, trattengo le lacrime.

- Ma poi stai con uno del genere? non ti ha detto le mille cose che faceva, e fa alle ragazze? -

- Conosco il tuo gioco, non ci credo, e mai ci crederò-

- Affari tuoi, sinceramente non mi tocca la storia, basta che eviti di tirarmi certe occhiate durante le ore di lezione -

- Ora che c'entra scusa? -

- Ah quindi lo ammetti eh -

Lo ammetto, mi ha fregato. Cambio discorso - Mi spieghi che cosa ti è successo? -

- Nulla, ho solo capito che esistono persone migliori di te-

Questo è stato un pugno allo stomaco. Mi giro per rientrare in classe.

- Cos'è, sai di non essere abbastanza? -

Ho voglia di rompergli il naso, mi rigiro e mi avvicino a qualche centimetro da lui, non sono niente in confronto a lui, ma non mi faccio mettere i piedi in testa da nessuno.

- Che vuoi fare, picchiarmi? - mi provoca.

-Di sicuro non scendo ai tuoi livelli - Mi giro, e mi dirigo in bagno, piango, lacrime di dolore e delusione.






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